• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > La facile indignazione contro Schettino. Ovvero: la tragedia del mare il (...)

La facile indignazione contro Schettino. Ovvero: la tragedia del mare il giorno dopo

Sottotitolo: la telefonata tra i 2 comandanti

Tipicamente italiano: dopo essersi entusiasmati al famoso “Yes we can” di Obama, che non voleva dire niente e che tutto sommato non ha portato molta fortuna, adesso i nostri connazionali si sono rapidamente innamorati della frase presa nel contesto di una telefonata drammatica pronunciata dall’addetto alla Capitaneria di Porto di Livorno: “Vada a bordo, cazzo!”. 

Addirittura stampata sulle T-shirt, senza magari riflettere su quanto fosse adatta e appropriata al contesto in cui si colloca. E’ il comandante De Falco a urlare l’ordine perentorio al comandante della Costa Concordia, al caldo del suo ufficio e davanti magari a una tazza di caffè bollente; risentito a freddo da più l’impressione di voler imporre l’estremo sacrificio al comandante Schettino chiedendogli di risalire a tutti i costi sulla nave piuttosto che quello di salvare le vite dei naufraghi.

Schettino – del quale non si vuole minimamente prendere le difese, e che dovrà rispondere delle sue pesanti responsabilità davanti alla giustizia, sembrava chiaramente in stato confusionale, insistere per farlo risalire a bordo (da dove? Essendo l’unica famosa “biscaggina” intasata di passeggeri che si affannavano a scendere) suona più come una mossa punitiva per lui che un’azione suscettibile di portare beneficio alla gente: l’invito “vai a morire anche tu”, insomma, ma non risulta che la capitaneria di porto sia delegata a comminare condanne, ci sarà un processo e che ha sbagliato pagherà (si spera). Forse era meglio inviare qualcun altro, magari più esperto di protezione civile, o magari andarci lui stesso, portato da un elicottero, dato che sembra così sicuro del fatto suo.

Invece quell’arroganza urlata a pieni polmoni, quell’ordine perentorio “le ordino… adesso comando io… sto registrando la telefonata…ecc.” suonano più come una ricerca di gloria a buon mercato, uno sparare sulla Croce Rossa, dato che in quel momento il comandante della Concordia Costa era in balia di una tragedia (da lui stesso provocata) di cui si incominciava a intuire le drammatiche proporzioni. Un infierire su chi è alle corde, insomma, e non è mai un bell’esercizio.

Ora il comandante De Falco si gode la sua popolarità non so quanto cercata, ma può darsi che a mente fredda qualcuno cominci a considerare la possibilità che in quel momento far risalire quel comandante sulla nave a tutti i costi non era la cosa più urgente e più importante da fare.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.172) 18 gennaio 2012 21:45

    Sono d’accordo, ho avuto la stessa impressione, la telefonata sembrava scritta da un commediografo.


    Tipica tragedia all’italiana: per anni i capitani fanno questi ridicoli "saluti" (che consistono nell’avvicinarsi pericolosamente alla riva ad uso e consumo dei turisti e con la benedizione dei politici locali), nessuno dice nulla finché non capita la tragedia e a questo punto tutti a fare il culo al responsabile diretto (che certamente é il primo responsabile, ma di certo non l’unico).

    Perché i politici si compiacciono di questi "saluti"? perché i turisti fanno le foto e mostrandole agli amici diranno "ohh beautiful, this is Isola of Giglio, very pittoresco". Probabilmente uno su un milione tra questi amici verrà in vacanza al Giglio grazie alla notorietà cosi acquisita. 
  • Di (---.---.---.68) 19 gennaio 2012 00:19

    Ma nessuno di lorsignori critici dell’ultim’ora si ricorda (o sa) che il comandante di una nave è responsabile dell’equipaggio e dei passeggeri, e che PER LEGGE deve (DEVE!) essere l’ultima persona a lasciare una nave in avaria o in affondamento?


    Altro che popolarità cercata… Vi auguro di trovarvi un giorno nella stessa situazione dei passeggeri naufragati: così magari capirete cosa si prova a trovarsi abbandonati durante un disastro…

    Grazie al cielo esistono uomini addestrati a padroneggiare situazioni estreme: li trovate nella guardia costiera, tra i vigili del fuoco… fate un giro nelle capitanerie di porto o nelle caserme dei pompieri… Vedrete quanti De Falco troverete: tutti veri, mai inventati…
    • Di (---.---.---.5) 19 gennaio 2012 16:05

      C’è un giurista che afferma che l’obbligo di lasciare per ultimo la nave non implichi lo starci fisicamente su, ma che si possano coordinare le operazioni di salvataggio anche da una scialuppa. Io non so se sia vero, non sono esperto, ma nel caso gli ordini di De Falco assumono altro significato. Perché se fosse vero, Schettino era tecnicamente ancora in comando e poteva gestire la faccenda come meglio credeva, assumendosene le responsabilità, ovviamente. Che poi Schettino probabilmente non stesse neanche coordinando ma, come dice il GIP, si limitava ad assistere passivamente alla tragedia, è un altro paio di maniche. Gravissimo, ma è senno del poi, nel senso che De Falco non poteva prevederlo o dedurlo dalla telefonata, dal momento che Schettino più volte ha affermato di coordinare le operazioni dalla scialuppa.


      Ripeto: io non so se quanto affermato dal giurista sia vero, non ne capisco e proprio per questo ho l’umiltà di accettarlo con un margine ragionevole di dubbio.

      Sta di fatto che, come ha affermato Cacciari, non so fino a che punto siano stati utili gli ordini impartiti da De Falco al telefono. Che senso aveva far risalire Schettino sulla nave? Chiedergli di informarlo su quante donne, bambini, infermi ci fossero, per categoria, in una nave mezza affondata e al buio, nel caos generale? Era fattibile o erano frasi dette tanto per? Farlo risalire per una scaletta che in quel momento era utlizzata dai passeggeri per mettersi in salvo, ostacolando quindi i soccorsi? 

      Capisco il senso di quelle frasi, ma in quel momento, con la gente che rischiava di morire, era la cosa più importante da fare? Quale è stata l’utilità di Schettino in tutto il salvataggio? A quanto pare prossima allo zero, a sentire i media, gli organi di stampa e le accuse a lui rivolte. De Falco era in comando, a che pro perdere tempo con Schettino, se non per inchiodarlo in una telefonata registrata? Utile da un punto di vista penale, anche se forse superfluo data la grande quantità di testimonianze contro Schettino.

      Intendo dire che se Schettino ha abbandonato la nave e quindi non era più al comando, era De Falco a comandare: poteva interfacciarsi con uno qualsiasi degli ufficiali coinvolti nei soccorsi, perché pretendere che il referente fosse proprio Schettino, che si era mostrato decisamente inaffidabile e ormai era fuorigioco proprio perché aveva abbandonato la nave? Aveva ormai la stessa autorità di un cuoco, credo. Non so, mi sembra tanto il giochino del "se tu non stai sulla barca, io da terra non posso fare niente, quindi è colpa tua". Un mettersi a posto. Lecito, ma appunto non è da eroi, semplicemente da persone che fanno il loro dovere consapevoli di registrare una telefonata.

      Il problema non è ovviamente De Falco, ce ne fossero uomini come lui in Italia tutto funzionerebbe in altro modo. Il problema è la caccia all’eroe. Siamo messi così male che se semplicemente uno fa il suo dovere diventa un santo. E’ la cifra della nostra decadenza. All’estero ci spernacchieranno per i vari Schettino, ma probabilmente anche ad osannare uno che fa semplicemente il suo mestiere non ci facciamo una bella figura.
  • Di (---.---.---.242) 19 gennaio 2012 08:46

    Ecco difendiamo l’indifendibile...De Falco ha salvato quel poco che ci rimane di dignita’. Quel capitano codardo e bugiardo che ha abbandonato donne e distrutto una nave per fare il bullo. Man on c’e’ niente da difendere. NIENTE. 

    • Di (---.---.---.172) 19 gennaio 2012 21:28

      lei non ha capito niente: nessuno degli intervenuti difende lo Schettino. E’ indifendibile. Glielo ripeto visto che é duro d’orecchi: NON SI DIFENDE LO SCHETTINO, PRIMO RESPONSABILE DIRETTO DEL DISASTRO


      Ma allo stesso momento non vedo perché il De Falco debba essere considerato un eroe. Piu’ eroico sarebbe stato denunciare l’usanza del "saluto" prima che si verificasse la tragedia, prendendosi gli sghignazzi della gente.
  • Di paolo (---.---.---.129) 20 gennaio 2012 11:57

    Si ,però .., ma.. ,nessuno difende Schettino ,però... ,poi arriva anche il filosofo Cacciari a dire la sua ovviamente .
    De Falco non è assolutamente un eroe e ci mancherebbe anche che si diventa eroi a fare il proprio dovere , mentre Schettino è il primo responsabile indifendibile .E fin qui nulla da dire ,credo che siamo tutti d’accordo .

    Dopo di che ho l’impressione , e questo mi suggerisce anche che qualcuno degli intervenuti non abbia dimestichezza con la disciplina e con il senso dell’onore che deve accompagnare un militare ,che lo stato d’animo all’interno della Capitaneria di porto di Livorno era semplicemente sul furibondo . Erano incazzati neri e di brutto ,altro che sceneggiata !! Se era a tiro gli avrebbero fatto passare i peggiori momenti della sua vita e vedrete (faccio una previsione) che la condanna di Schettino sarà dura proprio su questo aspetto.

    E questo cari signori perché quello che stava avvenendo sotto gli occhi di tutto il mondo (con l’aggravante dei morti) gettava nel discredito totale l’intera Marina Italiana e quindi l’intero paese .E chiaro ? .. Non è una cosuccia cosi’ ,da poco , e che vuoi che sia!! ,con una mentalità tipicamente nostrana che è causa principe dei nostri guai .Schettino ha posto in essere la cosa più infame che possa fare un comandante di una nave in quella situazione e De Falco ha tentato disperatamente di riportare un minimo di dignità in un contesto che ci costerà caro anche in termini economici ,statene sicuri .
    E le responsabilità generali(se ci sono) per un saluto rituale ,non implicano che uno sciagurato comandante porti la nave sugli scogli .Queste navi ,con i sistemi avanzati di cui dispongono,viaggiano come su un binario, l’errore è nella frazione di metro .

    Dopo Silvio con Apicella e i suoi peones ci mancava solo Schettino per andare ancora più a fondo(non solo metaforicamente evidentemente).
    statemi bene

  • Di (---.---.---.86) 21 gennaio 2012 21:48

    Qualcuno ha visto troppi colossal americani. Di quelli in cui il tempo non è lineare e mentre la gente sta morendo il protagonista ha una crisi. Allora parte un pistolotto di 20 minuti circa che si conclude con la riconquista dell’onore; nel frattempo chi stava morendo è ancora lì in attesa, miracolosamente incolume, come se fossero passati giusto 3 secondi.


    Ma chi se ne sbatte dell’onore di Schettino mentre la gente sta morendo? A chi parla degli intervenuti ed entra nel merito della loro dimestichezza con la disciplina e senso dell’onore vorrei chiedere: ma se c’era un tuo parente sulla nave? E magari, mentre si perdeva tempo a riportare sulla retta via Schettino a tutto vantaggio dell’onore della sacra Marina Italiana, quel parente annegava?

    Esistono priorità che vanno bene nei blockbusters e altre più attinenti alla realtà. Il senso dell’onore viene dopo le vite umane e non dovrebbe essere necessario spiegare il perché. In una situazione d’emergenza, concreta, reale, il tempo non si spreca dietro a Schettino vari. Chi se ne frega del loro onore? Schettino non è l’Italia e se l’Italia ha una pessima reputazione non è colpa di Schettino, è che tutti noi, ripeto tutti, dovremmo pensare a comportarci in modo più civile perché non è vero che la colpa è sempre e solo degli altri. Se si ha a cuore la dignità e l’onore dell’Italia, invece di scaricare le responsabilità sugli altri, pensiamo a migliorare noi stessi.
  • Di paolo (---.---.---.45) 21 gennaio 2012 23:47

    xxx.86 . Devi essere un tipo perspicace.

    Ma chi ha parlato dell’onore di Schettino e cosa c’entra con i soccorsi che comunque erano in corso e che soltanto per colpa di un comandante inadeguato sono partiti con più di un’ora di ritardo . De Falco ha fatto quello che era suo dovere fare ,ossia quello di richiamare uno sciagurato che aveva sbroccato alle proprie responsabilità .Ti dicono nulla le parole dovere e responsabilità o dici tanto per dire?

    Se in questa vicenda ci fosse stata più responsabilità e senso del dovere molto probabilmente , per non dire sicuramente, non ci sarebbero stati neanche i morti .Non è una questione di bandiera o di gaglaiardetto , è una questione di sostanza .
    Un comandante che abbandona la nave ,con computer in mano e i suoi secondi (alla faccia della caduta dal ponte !! ),quando ancora ci sono centinaia di persone a bordo in una situazione di emergenza evidentemente rappresenta la tua Italia non la mia e quindi tieni il tuo invito a migliorare per te e vedi di non appioppare giudizi su chi non conosci .

    Siamo al qualunquismo puro .

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares