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 Home page > Tribuna Libera > La disuguaglianza davanti alla legge

La disuguaglianza davanti alla legge

Non sono un giureconsulto (copyright Travaglio), ma assisto scandalizzato alla oscena perdita di tempo della Commissione parlamentare che dovrebbe decidere la decadenza da senatore del noto Pregiudicato, evento che dovrebbe essere determinato non da una discussione di uomini politici, ma eseguito dalla legge ordinaria esistente, la legge Severino, d’ufficio, senza che ciò comporti mesi di discussioni fumose fatte sul nulla.

È evidente che questa procedura lede il principio della uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, perché un cittadino qualunque se vuole un posto di lavoro è tenuto ad esibire il certificato penale e qualunque amministrazione pubblica e privata è difficile che assuma un pregiudicato. Come può essere che quando di tratta di salvaguardare la maggiore istituzione pubblica dalla presenza di criminali condannati in via definitiva, ecco profilarsi cavilli, pregiudiziali, problemi di costituzionalità, ricorsi alla Corte dei diritti dell’uomo e altre furbate.

Il principio della uguaglianza dei cittadini davanti alla legge dovrebbe a maggior ragione valere per tutti i parlamentari, per i quali andrebbero abolite tutte quelle norme per le quali la legge non funziona come per il resto dei cittadini, la più scandalosa delle quali è quella per cui un magistrato per procedere penalmente contro un parlamentare deve avere l’autorizzazione del Parlamento.

È interesse vitale per i cittadini e la Repubblica avere persone specchiate in Parlamento e quindi soggette alla legge esattamente come tutti i cittadini, senza quelle omertà e impunità che tanto danneggiano la credibilità della politica.

L’attuale clima politico di inciucio e di “larghe intese” produce un lezzo che arriva fino a Napolitano nel tentativo di mantenere un pregiudicato in Parlamento, sputtanando sempre più l’Italia e la politica, inoculando il veleno che per i potenti tutto è possibile, anche piegare la legge e, se il pesce puzza dalla testa, la cultura della illegalità e della impunità è destinata a dilagare e diventare endemica.

Foto: Acidonucleico/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.247) 13 settembre 2013 11:05

    Tutto bene ,anzi direi sacrosanto ,poi tiri giù la solita conclusione da ultras grillino che invece di portare farina al sacco vi toglie consenso.Se va bene per voi , fate pure , ma cosi’ rischiate di diventare marginali . E questo non sarebbe un vantaggio per nessuno ,tanto meno per chi la pensa come me , che ha aspettato decenni per vedere una forza politica di "rottura" che mettesse fine al criminale "inciucio " (quello si , non questo che non c’entra un tubo ).
    ciao

  • Di GeriSteve (---.---.---.34) 13 settembre 2013 17:22

    Non è utile discutere di principi di uguaglianza e di retroattività quando è chiarissimo come stanno le cose: sono tutte fesserie strombazzate e ripetute dai servi giornalisti per perdere tempo.
    A quale scopo?
    Chiaro direi: guadagnare il tempo per comprarsi i senatori sufficienti a bloccare il tutto in aula con il voto segreto.
    I 101 voti contro Prodi hanno dimostrato che di senatori-prostituti ce ne sono in abbondanza e che è solo una questione di prezzo: non sono mica battone, lor signori vogliono essere pagati come costosissime escort !
    Siccome invece chi li compra sa che sono soltanto delle squallide baldracche, tira sul prezzo e la trattativa si allunga.
    GeriSteve

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