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 Home page > Attualità > Economia > La diffida per la maxi-multa dell’ENI diventa un mistero

La diffida per la maxi-multa dell’ENI diventa un mistero

Un paio di giorni fa ho pubblicato una lettera con la quale l’Avvocatura dello Stato intimava all’ENI di pagare circa due miliardi di euro (quasi quattromila miliardi delle vecchie lirette) a titolo di sanzione per l’inquinamento provocato dal sito industriale di Pieve Vergonte. Da allora la notizia si è fatta faticosamente strada fino ad alcuni giornali economici, grazie anche alla pubblicazione su AgoraVox dell’articolo.

Uscite che però hanno solo aggiunto un alone di mistero a una notizia già di suo oscurata dai media. Ne ha parlato Milano Finanza, per dire che "ENI non teme la multa" perché avrebbe accantonato due miliardi di euro per le cause di Syndial, che però sono parecchie e il valore delle quali sembra comunque eccedere la cifra in questione. Curiosamente MF parla di "presunto inquinamento" del Lago Maggiore, anche se di presunto non c’è nulla visto che, a prescindere dall’esito della causa in oggetto, l’inquinamento è stato riconosciuto da tutte le parti in causa, tanto che l’ENI si è detta disponibile a procedere alla bonifica e che si vanta di averne ripulito la maggior parte.

Anche MF-Dow Jones parla di "presunto inquinamento" in un articolo annunciato da un titolo che parla di "tegola da due miliardi di euro" per ENI e nel quale aggiunge poi che la lettera che ho pubblicato risulta dispersa: "... la missiva, indirizzata a Syndial, al suo legale Piero Schlesinger e per conoscenza anche al ministero guidato da Stefania Prestigiacomo, risulterebbe non essere mai partita. O forse si è persa per strada. In breve, non se ne sa più nulla".

Una discreta leggerezza da parte di chi ha scritto l’articolo, perché o "la lettera non è partita" o "si è persa per strada", altre ipotesi non sono possibili e sarebbe simpatico sapere a quali fonti ha attinto l’autore dell’articolo per giungere a conclusioni tanto confuse.

Così come è parecchio scorretto parlare d’inquinamento presunto, visto che l’unica certezza nella vicenda è rappresentata proprio dall’inquinamento del sito in questione.

La vicenda è trattata en passant anche da La Stampa, che all’interno di un articolo sull’andamento della Borsa scrive di "indiscrezioni di stampa in base alle quali la controllata Syndial potrebbe essere condannata a pagare 2 miliardi di euro al Ministero dell’Ambiente per il presunto inquinamento del Lago Maggiore". Ancora il "presunto inquinamento", al quale si aggiunge questa volta una frase, falsa, che trasforma una condanna già comminata in un’ipotetica condanna futura.

Nessuno degli articoli riportati fa riferimento alle fonti alle quali attinge, non si parla dell’anonimo insider che ha diffuso i documenti su Indymedia, non si cita il mio blog e nemmeno AgoraVox, solo Verbania News; tra i siti reperibili attraverso i motori di ricerca; ha appena messo online qualche riga riferendo della pubblicazione su Indymedia e rimandando ad Agoravox e ad alcuni degli articoli citati sopra. Tanta riservatezza che il sito Investir.fr ha rilanciato in Francia la notizia facendo notare che MF non ha citato alcuna fonte (comportamento anomalo visto il tenore della notizia e delle cifre in questione), ma aggiungendo anche che un portavoce dell’ENI ha rifiutato di commentare la notizia. L’articolo in questione è stato modificato da ieri con l’addizione del silenzio del portavoce dell’ENI ed è anche stato (stranamente) cancellato un commento, già approvato e pubblicato, nel quale segnalavo AgoraVox come fonte.

L’alone di mistero fa sicuramente comodo all’ENI che, al di là di questioni d’immagine, potrebbe essere penalizzata in borsa dall’annuncio di un esborso tanto pesante.

Così funziona l’informazione nel nostro paese, è facilissimo trovare notizia del ricorso di ENI contro la sanzione nel 2008, impossibile rinvenire alcuna notizia del rigetto del ricorso attraverso i motori di ricerca. Rigetto che ci dev’essere stato, perché altrimenti non si spiegherebbe la diffida dell’Avvocatura dello Stato, alla quale nessuno tra i giornalisti specializzati ha peraltro ritenuto di chiedere nulla, così come nessuno ha messo in discussione che il ricorso sia stato respinto.

Pare particolarmente sintomatico (e grave) che una testata specializzata (che dovrebbe avere tra i suoi compiti la produzione d’informazione utile agli investitori) arrivi poi ad affermare che la lettera "si è persa" senza fornire alcun riscontro a tale affermazione e senza indagare su una questione tanto rilevante. Un atteggiamento che appare più rivolto alla protezione dell’ENI, che all’informazione della platea degli investitori.

Protezione che altri media, soprattutto quelli generalisti, sembrano garantire soprattutto attraverso un silenzio monolitico, già osservato in occasioni precedenti e facilmente rilevabile dalla totale assenza di campagne-stampa contro i numerosi episodi di gravi inquinamenti che negli ultimi anni hanno chiamato in causa in mezza Italia l’azienda del cane a sei zampe e in particolare la controllata Syndial, che riunisce le attività del gruppo nel campo della chimica.

Significativo pare anche il silenzio del Ministero dell’Ambiente e del ministro Prestigiacomo, così come quello del Tesoro, che pur essendo azionista di minoranza dell’ENI dovrebbe incassare, al netto, buona parte della sanzione e di questi tempi un miliardo e mezzo di euro per i conti pubblici non sono una cifra irrilevante.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.250) 6 agosto 2010 13:16
    Damiano Mazzotti


    L’Italia è un paese fatto dalla massoneria e distrutto dai mafiosi dai colletti bianchi e dai mafiosi dalle mani sporche di sangue...

    Agoravox sta rompendo gli equilibri e gli accorsi tra imprenditori, politici e direttori dei giornali...

    E se a fine Settembre imploderà il sistema finanziario internazionale o quello nazionale, s se ne vedranno e se ne racconteranno delle belle...

  • Di (---.---.---.204) 6 agosto 2010 20:47

    No Damiano sto Mazzetta qua la sta facendo lunga su una non notizia:

    Ho letto la notizia su Milano Finanza del 31 Luglio...ben prima che fosse pubblicata da Mazzetta su AV e presentata come chissà quale scoop...suvvia Mazzetta se questi sono gli scoop (Lei stesso dice che sono stati previsti accantonamenti nel bilancio...)...

  • Di (---.---.---.204) 6 agosto 2010 20:50

    ...ovviamente mi riferivo alla edizione cartacea di Milano finanza...

  • Di Mazzetta (---.---.---.246) 7 agosto 2010 09:21
    Mazzetta

    Ti concedo senza dubbio il beneficio del dubbio e non metto in discussione la tua buona fede, ma puoi dimostrarlo? Se ricordi la data vuol dire che la notizia ti ha colpito,ricordi in che termini la davano? Gli articoli di MF che non ho mancato di linkare sono successivi al post sul mio blog e non fanno riferimento ad articoli precedenti e in rete non se ne trova traccia. Io non leggo MF, ma anche se MF avesse accennato alla questione come ha fatto poi, non mi pare che si tratti lo stesso di una notizia che ha avuto la minima diffusione, tanto più che MF parla di "presunto" inquinamento dove l’inquinamento c’è senza alcuna discussione. 

  • Di Mazzetta (---.---.---.238) 7 agosto 2010 09:48
    Mazzetta

    P.s. visto che ieri MF ha parlato di chiarimento del mistero, ma che l’articolo è visibile solo agli abbonati e dove mi trovo MF non è distribuito, potresti (invito che vale anche a chi altri sia in grado) riferire il contenuto di quell’articolo?

  • Di Mazzetta (---.---.---.26) 7 agosto 2010 22:01
    Mazzetta

    qui l’ultimo articolo di MF,dove si dice tra l’altro: " ...è spuntata anche una lettera, arrivata in redazione a MF-Milano Finanza da ambienti vicini al ministero..." quando è chiaro come il sole che la lettera è uscita da tutta un’altra direzione, tanto più che in seguito lo stesso autore smentisce quello che ha scritto affermando che questa è la gemella di una lettera del 2009 e che questa non è stata mandata e nemmeno giunta a destinazione. Come ha fatto allora MF a riceverla dal "ministero" che sarebbe il destinatario che non l’ha mai ricevuta? Un mistero logico, simile a quello dell’inquinamento "presunto" che non è presunto per nulla visto che in gioco ci sono ormai solo le modalità della bonifica e l’entità del risarcimento.

    L’impressione è che qualcuno stia facendo il furbetto e che negli articoli di MF su questa storia ci sia parecchio che non torna. Non resta che attendere ulteriori sviluppi e sperare che il volenteroso commentatore riesca a fornire lumi sull’articolo di MF mancante, quello del 31 luglio, che dovrebbe dimostrare che MF non dormiva 

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