• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > La cura e l’epitaffio

La cura e l’epitaffio

Accolgo con un sorriso l’ultima trovata governativa: la già rinominata legge-bavaglio sulle intercettazioni. Un sorriso amaro però. Il retrogusto sgradito è frutto dell’incapacità di capire tanta ipocrisia, o forse del capirla ma non riuscire a capacitarsene.
 
Si lavora ad un decreto anti-corruzione e si svuotano di significato le intercettazioni, si cura il malato e si prepara il suo epitaffio.
 
Entrare nel merito del provvedimento è già stato fatto da tanti, non è nelle intenzioni di chi scrive, piuttosto ora si vuole sottolineare l’incoerenza della gestione governativa: si vuole combattere la corruzione, lo si fa togliendo l’arma più efficace nel farlo. E’ comico, tragicamente comico dover constatare tale realtà.
 
Dell’abuso di intercettazioni, baluardo eretto a difesa della legge-bavaglio, si è parlato e se ne continuerà a parlare, che esse siano troppo spesso sfociate nel gossip è un dato di fatto ma che per questo si debbano oscurare notizie riguardanti delitti di mafia e corruzione sembra voler colpire una mosca con una palla di cannone. 
 
Se per non conoscere il nome dell’ultimo spasimante della velina si rinuncia a sapere cosa accade nel nostro paese, come agisce il nostro governo e come vengono utilizzati i nostri soldi, allora siamo veramente di fronte ad un inaridimento preoccupante dell’informazione.
 
Nell’operazione di impoverimento rientra anche la rimozione, tra i programmi Rai, di Annozero. Non sono un supporter della trasmissione ma credo che la vicenda si sia conclusa a lieto fine per Santoro, un po’ meno per la Rai, che certamente ne risentirà in materia di ascolti, e decisamente male per i telespettatori. La chiusura di un programma di approfondimento, pur fazioso ma non meno d’altri, è una notizia allarmante di questi tempi.
 
Perché questa legge? Perché queste decisioni?
Il loro obiettivo sembra essere la riforma del pubblico
L’ideale di cittadino è un miope, sordo e pure muto. Un inconsapevole sventurato che si lasci trascinare dal mondo senza tentare di imprimere una direzione propria al suo cammino. Svuotare pagine di quotidiani e riviste, programmazioni televisive e indagini di magistrati sembra essere la linea scelta per il raggiungimento dello scopo.
 
Preso atto di quanto detto sorge spontanea una domanda: vogliamo ridurre la politica a consenso incondizionato verso i propri leader o proporla come materia critica e criticabile? Se tra le due prevale la prima, allora, ahinoi, la strada imboccata è quella giusta.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares