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La crociata di D’Avanzo contro De Magistris

L’attacco del giornalista di Repubblica alle inchieste dell’ex magistrato di Catanzaro.

Definito uno dei più brillanti giornalisti investigativi d’Italia, negli ultimi tempi Giuseppe D’Avanzo si è messo in luce per pozioni preventive abbastanza discutibili: le accuse a Beppe Grillo ed al giudice Clementina Forleo di essere fautori di una presunta "agenzia del risentimento" (nonostante le indagini dell’ex gip di Milano, ora trasferito a Cremona, non siano giunte a conclusione per l’ennesimo boicottaggio del Parlamento).
Di recente l’inutile polemica con Marco Travaglio sulle accuse a Schifani.

Sul caso De Magistris, interpellato come forse il più autorevole giornalista del caso (peccato che Repubblica non vanta cronisti come Carlo Vulpio del Corriere e Antonio Massari della Stampa che hanno seguito la vicenda in modo approfondito), il 7 dicembre D’Avanzo espone su Repubblica una tesi alquanto singolare: "L’intervento di Napolitano ha il merito di aver restituito senso istituzionale in un conflitto incontrollabile". In realtà gli attacchi del Colle a De Magistris ed i silenzi quando venne trasferito non ebbero un grande senso istituzionale.

Inoltre la Procura di Salerno ha rispettato la legge chiedendo, per competenza, gli atti alla Procura di Catanzaro, che invece li ha rifiutati per mesi, ordinando un controsequestro che non le spetta di diritto.

Mette sullo stesso piano le due procure identificandole come "bande togate", senza alcuna distinzione tra chi vuole far luce sulle delicate inchieste di un magistrato scomodo e chi ha l’unico interesse di affossarle prima possibile.

Infine si produce in un ragionamento abbastanza contorto:
"Naturalmente poi resta da chiarire il merito delle inchieste Why Not e Poseidone". Peccato che siano state tolte senza una valida motivazione al pm che le gestiva.

"Di che cosa si tratta? E’ davvero stata raccolta una sufficiente documentazione per dire che siamo di fronte ad un sistema di potere opaco e guasto, abitato da massonerie, consorterie d’affari, politici corrotti ad ogni livello e di ogni colore?"

L’avrebbero proprio dovuto stabilire le inchieste di De Magistris tolte anzitempo.



"A dire la verità, il lavoro di De Magistris - anche prima dell’interruzione - è apparso inadeguato a dimostrare accuse costruite soprattutto e quasi esclusivamente con i tabulati telefonici raccolti dal suo misterioso e discusso consulente tecnico, Gioacchino Genchi, forse il vero dominus delle inchieste calabresi".

Non si capisce cosa abbia di misterioso il consulente Genchi, e s’ignora quali dovrebbero essere secondo D’Avanzo gli altri strumenti d’indagine oltre le intercettazioni (che De Magistris ha utilizzato insieme alle audizioni dirette dei test chiave come Caterina Merante).

Forse De Magistris doveva recarsi di persona sotto casa degli imputati e sperare di trovarli con le mani nella marmellata, scattando magari delle fotografie d’assalto, oppure recarsi nei luoghi d’incontro con una lente d’ingrandimento e trovare le traccie di capelli e dna che avrebbero testimoniato l’utilizzo improprio dei fondi pubblici dell’Unione Europea.
Infine, se le inchieste di De Magistris fossero state inadeguate, perchè bloccarle prima della loro conclusione?

Lasciando i lettori senza risposta, D’Avanzo conclude con un auspicio miracoloso: "Oggi Why Not e Poseidone, incompetenti Catanzaro e Salerno (l’ha deciso lui), incompetente Napoli, lavora lì De Magistris (non sia mai che le inchieste tornino in mano al suo legittimo titolare...), finiranno alla procura di Roma.

L’ufficio della Capitale non ha proprio una grande storia da vantare nelle indagini contro i poteri". Ecco la soluzione prospettata dal mitico giornalista d’assalto D’Avanzo: trasferiamo tutti gli atti delle inchieste all’ombra del Cupolone, dove sicuramente sapranno fare luce in modo chiaro su ciò che è successo a Crotone e Lamezia Terme, meglio di chi operava a Catanzaro.

E dopo vuoi mettere, per gli imputati, il vantaggio di una procura "che non ha una grande storia da vantare nelle indagini contri i Poteri".

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