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 Home page > Tribuna Libera > La crisi dell’Italia e i veggenti maledetti

La crisi dell’Italia e i veggenti maledetti

È triste passare per la Cassandra di turno, specialmente quando non se ne ha minimamente l’intenzione. La crisi che l’Italia sta attraversando, analizzando, seppure in superficie, alcuni suoi aspetti socio-culturali, è lungi dal finire, in parte proprio perché tali aspetti, se non contrastati con energia, potrebbero portare ad una vera debacle demografica, sociale, economica, tecnologica e culturale nell’arco di un ventennio, ridimensionando seriamente il Paese, che sarebbe a quel punto un paesucolo forse colonizzato da altre ben più strabordanti nascenti potenze. Già ben più di un lustro è passato da quando una nota rivista britannica di fama internazionale pubblicò tra i suoi report trimestrali un inserto dedicato al paese della “dolce vita” per eccellenza ossia quello che in molti conoscono come il Bel Paese. Un paese vecchio già allora, secondo il magazine, dove la famiglia e i giovani ricoprivano un ruolo troppo secondario. Il titolo era straordinariamente antifelliniano e foriero di tristi presagi: “Addio dolce vita”.

Anche in questo report furono in parte snocciolati alcuni aspetti che qui sommariamente tratterò. Aspetti che difficilmente sono sfuggiti agli attenti osservatori stranieri d’oltre Manica, ma lungi dal costituire un problema per i grandi professoroni che sembrano non vedere oltre le mura di una stanza al Quirinale e dintorni!

E’ inutile rimarcare che l’inserto del noto magazine, letto da milioni di persone in tutto il mondo, non sortii nulla nei diretti interessati. Infatti. non c’è cosa peggiore che sentirsi dire la verità da uno che con te, apparentemente, sembri non aver nulla a che fare. È come se un uomo dell’ego strabordante andasse dallo psicologo pieno di sé, e già dopo la prima seduta, lo specialista incominciasse a snocciolargli alcuni problemini circa la sua personalità, lasciandolo di stucco, oltremodo basito e incapace di convincersi, per via del suo ego e delle sue psicopatologie, e che la cura che lo strizzacervelli gli stia offrendo rappresenti l’unico modo per uscire dal vortice di problemi in cui giace, invece, stringendo la mano allo specialista, dicendogli che lo contatterà al più presto per il prossimo appuntamento, se ne va con le sue convinzioni rafforzate più di prima e con l’intenzione lì di non tornarci più.

Sono in molti a pensare che il processo di crisi mondiale nel quale l’Italia è immersa fino al collo e anche oltre, non passerà affatto, ma sia solo l’inizio di un forte ridimensionamento di tutto l’Occidente. Questo è troppo presto per dirlo, ma una cosa potrebbe già esser certa: l’Italia nell’arco di un ventennio potrebbe tornare ad esser un Paese retrogrado, sotto industrializzato, spopolato da giovani e popolato da vecchi e stravecchi, colonizzato da altre potenze economiche e con un standard di vita incomparabilmente più basso rispetto a quello attuale. La causa di tutto ciò sarebbe da ascriversi alla situazione attuale; vecchiume strabordante che non osa minimante farsi da parte in tutti i campi della vita pubblica: dalla dirigenza politica dei partiti a quella dell’ Università e alle grandi aziende statali e parastatali o privatizzate per finta; altri anziani non possono farsi da parte per lasciare posti ai giovani come nel caso della scuola e di tutti i settori del pubblico impiego, lasciando così milioni di giovani senza lavoro a causa del mancato ricambio.

In più, i giovani tra i 25 e i 40 anni vengono in questo paese trattati in larga parte come i gregari dei gregari, a questi in più, oltre ad esser bistrattati nel mondo del lavoro, non viene offerta nessuna possibilità di farsi né una famiglia né un futuro né tantomeno di rimpinzare il grande gap generazionale facendo figli; l’Italia ha un tasso di natalità negativo, o quasi pari allo zero, da anni, ergo il Paese subirà un forte calo demografico giovanile in futuro.

Altro grande problema è l’emorragia di giovani talentuosi, definiti altrimenti “giovani cervelli”, che se ne vanno, privando così il paese del necessario attuale e futuro know-how. Il settore dell’istruzione poi giace in uno stato di pietosa degenerazione culturale con adolescenti - non parlo di tutti - disacculturati, maleducati, ignoranti, viziati, incapaci di sacrificio, senza forma mentis per la cultura, dipendenti da Google e vari motori di ricerca o Wikipedia e affini, che non sanno un tubo di nulla, instupiditi dalla tecnologia.

Fermo restando che le persone valide e talentuose che posseggono realmente la cultura che hanno acquisito non sono affatto oggetto di questa ulteriore pesante critica, altro annoso e non ultimo problema sono i cosiddetti “ciucci con la laurea” - con tanto di 110 e lode alle volte – exempli gratia: gran parte della nostra classe dirigente che sta mandando allo sfacelo il Paese sul piano socio-economico; spesso, questi ex studenti, pur blasonati e lodati per i brillanti voti, non parlano neanche una lingua straniera, e se la parlano spesso lo fanno malissimo – pensate - dopo averla studiata oltre 15 anni tra scuole elementari, medie, superiori e Università - giudicate voi se non sia una scuola fallita questa! In più, essendo degni figli dell’Italia del “pezzo di carta”- pensando altresì che con il succitato documento acquisito con quattro scemenze imparate a memoria possano aver accesso ad un lavoro o una professione seria - con tanto di blasoni e voti piagnucolano che il posto di lavoro non lo trovano, non facendo assolutamente nulla per meritarselo, e tornano così a stare a casa con mammà e papà, invece di scendere per strada e incominciare a battersi per la preservazione dei diritti come fanno, e hanno fatto, tanti altri giovani in Europa: i francesi per esempio.

Ergo, più che una previsione, quanto sto per dire suonerà come un diktat: fermo restando che dalla crisi, visti gli uomini e le loro convinzioni, non si uscirà, ma ci potranno essere solo brevi schiarite, tra qualche generazione, tra i 15 e i 20 anni, emergerà un'Italia ultra vecchia, molto povera, per nulla acculturata con poche leve e pochi cervelli per farla ulteriormente risollevare, con extracomunitari e loro figli, naturalizzati italiani, con ruoli da “neo servi della gleba”, con basso livello culturale, per via delle scuole ghetto dove avranno studiato, che se da un lato avranno il pregio di ampliare il panorama socio-culturale del Paese, dall'altro nulla potranno per far ritornare l'Italia al suo arcano splendore, a causa delle loro scarse attitudini fornite da un sistema oltremodo scadente.

Il peggio deve ancora venire! Questo è solo l'inizio. C'è un mondo che sorge ed un mondo che tramonta. Questo è il vero “crepuscolo degli dei”; è giunta l'ora di lasciare l'Olimpo! L'inizio del declino è appena iniziato. Questo non è niente al confronto dello squallore che ci attende. L'errore in tutto questo è il fatalismo e soprattutto l'ignoranza di un popolo che non vede ad un palmo dal proprio naso, incapace di guardare oltre l'orizzonte e di ascoltare coloro che continuano a metterlo in guardia facendoli sentire come dei veggenti maledetti afflitti dalla “sindrome di Cassandra”. Che generazione di sciocchi è questa! L'Italia pagherà a caro prezzo tutto ciò, contateci.

I commenti più votati

  • Di (---.---.---.213) 30 maggio 2012 15:42

    Italia, feudo d’europa? Molto probabile! Già svenduta la sua sovranità, Già persi milioni di cervelli, già invasi da extracomunitari con diritti, già vessati da governi ladri e incapaci, già culturalmente decaduti! Benvenuta Italia! Hai aperto la porta per il quarto mondo!

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