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La corruzione nei contratti della Pubblica Amministrazione

La recente inaugurazione dell’anno giudiziario della Magistratura Contabile ha visto, ancora una volta, i vertici della Corte dei Conti lanciare un forte allarme contro il dilagare di fenomeni di corruzione nel settore dei contratti della Pubblica Amministrazione. Dunque l’ex ambasciatore USA a Roma Ronald Spogli, avendo evidenziato nell’accomiatarsi proprio questo fenomeno, ha fatto una cosa, cui noi italians non siamo molto abituati: dire con franchezza la verità (anche se questo è decisamente poco diplomatico). Ciò detto, sorge spontanea la domanda: cosa ne pensa di tutto ciò l’Autority ?

Da tempo l’Autority sugli appalti è diventata l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture, ossia ha avuto estese le sue competenze a tutti i contratti della Pubblica Amministrazione; ergo il rilievo dei vertici della Corte dei Conti dovrebbe costituire per Essa quanto meno un monito per una azione più incisiva, volta a mantenere il settore, sottoposto alla sua vigilanza, all’interno della legalità.
 
E non è certamente difficile a credersi che il fenomeno abbia l’ampia diffusione lamentata dai vertici della Corte dei Conti: in presenza di fenomeni di illegittimità, eventuali operatori economici, che intendessero operare nel rispetto delle regole, sarebbero immediatamente posti fuori mercato (e questo vale sempre e comunque: il mercato non funziona in assenza di regole comuni e da tutti gli operatori applicate).


Un ulteriore punto di riflessione è quello dei comportamenti illegittimi ma non illeciti della Pubbliche Amministrazioni, ossia i cosiddetti «illeciti civili ed amministrativi», i quali vengono affrontati, se denunziati, dai Tribunali Civili ed Amministrativi. Forse è questo il vero nodo da affrontare per porre rimedio alla situazione lamentata: è di solare evidenza che i comportamenti illeciti ben raramente sorgono ex abrupto e traggono solitamente la loro origine da comportamenti semplicemente illegittimi. E se i primi sono solitamente ben perseguiti dalla Magistratura Inquirente, i secondi non lo sono da nessuno nella loro quasi totalità.

Anzi, spesso e volentieri i Tribunali sono animati da un infelice spirito di Ragion di Stato in danno della controparte privata, la quale, la volta successiva che gli ricapita la stessa cosa, la smette di credere nella giustizia e si difende con quelle che l’Onorevole Di Pietro, allora Pubblico Ministero, chiamò con orribile neologismo «dazioni illecite di denaro». Insomma, per i comportamenti semplicemente illegittimi delle Pubbliche Amministrazioni, è come se la circolazione automobilistica avvenisse sì disciplinata da specifica normativa (il Codice della Strada), ma poi a nessuno fossero contestate le infrazioni commesse!

Forse sarebbe bene che di questo particolare aspetto si occupassero sia l’Autority sia il Ministro competente (se non sbaglio dovrebbe essere l’esuberante Ministro Brunetta, quello della lotta ai «fannulloni»). Altrimenti dovremo rassegnarci ad avere, l’anno prossimo, una rinnovata e sempre più accesa reprimenda dei vertici della Corte dei Conti contro l’illegalità nel settore delle pubbliche commesse.

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