La bufala dell’affare Vendola-Verzé
Circola in rete da qualche giorno la notizia, per certi versi clamorosa, secondo la quale la regione Puglia avrebbe finanziato al 100% la costruzione a Taranto di un ospedale privato facente capo a Don Verzè, il dinamico e molto discusso sacerdote diventato negli anni un vero e proprio boss della sanità nazionale. Sbuca da ogni dove, dai social-network rimbalza nei blog e nelle mailing-list, in versione estesa o riassunta con toni sempre più esaltati e si fa strada soprattutto tra i delusi dalla politica, tra il popolo di sinistra, e tra quanti hanno fatto della condivisione delle notizie in rete il metodo principale per conoscere il mondo.
L’origine di questa bufala, un vero e proprio falso, sembra essere un articolo pubblicato sul sito Terra Nostra, dal titolo "Vendola regala 60 milioni a don Verzé, socio di Berlusconi" che dice diverse cose che ai potenziali elettori di Vendola possono risultare indigeste, ma che sono platealmente false. Lo stesso articolo è stato rimaneggiato e riproposto più volte da siti come nuovaresistenza.org, stopthecensure.blogspot.org ed altri ancora, per non parlare di pagine di Facebook seguite da decine di migliaia di persone, fino a dilagare quasi ovunque.
Secondo l’autore: "Il costo del nuovo ospedale polo tecnologico ammonta – per il momento – a 120 milioni di euro, interamente versati dalla Regione Puglia". L’ospedale è stato presentato a inizio articolo con le parole: "Quattrini pubblici per il “San Raffaele del Mediterraneo”: il nuovo mega ospedale privato che sarà realizzato a Taranto dalla fondazione San Raffaele di Luigi Verzé".
Lo stesso autore cade però in contraddizione scrivendo "Terra Nostra ne aveva già scritto in passato: il 28 maggio scorso, a Taranto, si è costituita, in presenza di un notaio, la Fondazione San Raffaele del Mediterraneo, che gestirà il complesso ospedaliero" e qui i lettori attenti avrebbero potuto rilevare una differenza cruciale, anche se per loro ignoranza non si avessero realizzato subito che le leggi del nostro paese non permettono affatto un’operazione del genere. Il resto dell’articolo è fuffa retorica sull’inciucio con i berlusconiani e sulla mancanza di una gara d’appalto, che però non c’entra niente con questo stadio dell’impresa, interessando semmai la costruzione e le forniture del futuro ospedale.
Così com’è chiaro che un’impresa del genere non sia e non sarà affatto "senza controlli" come affermato spensieratamente nell’articolo, i controlli contabili e di legittimità sono gli stessi previsti per imprese del genere dalla legge e sono obbligatori
Perché l’articolo prima dice che l’ospedale sarà realizzato dalla Fondazione San Raffaele e poi spunta una seconda fondazione, appena costituita? È bastato un motore di ricerca per reperire una fonte locale, approfondire e svelare il mistero, confermando l’impressione di partenza che l’articolo fosse un falso clamoroso. Perché Terra Nostra abbia prodotto un tale falso non si sa, il sospetto è che siano partiti in tromba sulle ali di una faciloneria fin troppo diffusa in certi ambienti, certi richiami retorici e certi stilemi (Berlusconi è un nostro dipendente) rimandano all’ingenuo approccio alla politica e al sensazionalismo tipico di tanti gruppi cresciuti all’ombra di Beppe Grillo, sarà forse per questo che dal sito traspare un robusto astio verso Vendola,tre articoli "contro" Vendola su nove in home colpiscono su un sito che si occupa d’ecologia e ne restituiscono l’immagine di un mostro nemico dell’ambiente. Forse Vendola è visto come concorrente politico "naturale" del movimento che a Grillo fa riferimento, ma sono supposizioni di scarsa importanza.
Con queste considerazioni non voglio dire che ci sia malafede manifesta, ma che questo modo di partire in quarta e sparare alto senza curarsi troppo di verificare quel che si dice, non è una novità. Molte delle persone che s’impegnano in queste iniziative (siti, gruppi, organizzazioni) sono tanto naif che spesso si capisce che non sono in grado di afferrare certe sottigliezze e di capire che certe azioni possono risultare controproducenti e pericolose per le stesse idee che vogliono promuovere. È appena il caso di ricodare che lo stesso Grillo; mentore ed esempio di tanti che ne hanno seguito le orme anche al di fuori del suo movimento; nel tempo ha sposato una discreta serie di bufale, portandosi dietro migliaia di persone e poi lasciando cadere tutto nel silenzio quando la verità è emersa incontestabile a provocargli imbarazzo.
C’è poi una robusta produzione di senzazionalismo a sfondo ecologico che indigna tanti puri, ma che rischia di indirizzare l’interesse e le proteste verso falsi bersagli, oltre che di procurare grosse grane a chi si abbandona senza fare attenzione a certi eccessi e ancora più fastidi ai poveri "colpevoli" di nefandezze mai compiute, che occasionalmente vengono additati dagli improvvisati Savonarola.
Ma torniamo all’ospedale e alla "Fondazione Don Verzè per il Mediterraneo", che nella realtà è una fondazione mista pubblico-privata, i soci della quale sono Regione Puglia, Asl di Taranto e Fondazione San Raffaele del Monte Tabor. Una società nella quale la fondazione di Don Verzè è in minoranza, come peraltro è facile intuire dai rispettivi investimenti. Pubblico-privata sarà anche la gestione dell’ospedale, che sarà inquadrato nel Servizio Sanitario Nazionale. I terreni sul quale sarà costruito, insieme a un Polo Tecnologico sono dell’immobiliare del Ministero dell’Economia (ovviamente pubblica), che li conferirà in cambio della concessione dell’edificabilità su altri terreni di sua proprietà, ma non edificabili.
Il finanziamento dell’ospedale non ricadrà affatto solo sulla Regione Puglia, il suo costo stimato è infatti di 210 milioni di euro e, secondo gli accordi, 120 li mette la Regione Puglia, 80 la Fondazione San Raffaele di Don Verzè e gli altri 10 lo stato centrale. Le differenze con la versione di Terra Nostra sono clamorose ed evidenti anche sui conti, che è difficile equivocare. Se non si tratta di malafede dev’essere incapacità di comprendere i testi più elementari unita all’ignoranza crassa delle leggi e delle situazioni che si condannano.
Secondo quanto annunciato, la prima pietrà sarà posata a novembre prossimo e in tre anni Taranto dovrebbe avere un polo ospedaliero d’eccellenza. Una realizzazione in tempo record per gli standard italiani e un tipo d’ospedale del quale al Sud si sente grande bisogno, la mancanza del quale costringe ogni anno molti pazienti a una vera e propria migrazione verso Nord in cerca di cure non disponibili in zona.
Ovviamente nessuno può giurare che tutto andrà per il verso giusto, ma è chiaro che le cose non stanno esattamente come è stato fatto credere a tanti che poi si sono scandalizzati, per quello che è stato presentato come il regalo di denaro pubblico a un berlusconiano di ferro. Tanto più che il PDL locale ha pubblicamente avversato l’accordo, insieme alla cd "sinistra radicale" ritenendo evidentemente che l’opposizione a Vendola paghi di più del sostegno a Don Verzè, che pure è notoriamente vicino al caro leader. Altrettanto ovviamente la questione non è nella scelta politica di uno strumento del genere o sull’opportunità di preferire altri investimenti a questo, qui si tratta di un falso maldestro e calunnioso.
L’anziano boss della sanità privata non raccoglie certo le mie simpatie e non è nuovo al ricevimento di favori da parte della politica, ma l’operazione è plausibile sotto molti punti di vista, sia perché il socio privato porta un know-how di difficile reperimento, sia perchè in italia non è facile trovare partner privati con esperienza nella sanità che siano meno discussi della Fondazione San Raffaele, che dalla sua ha il conseguimento di risultati e standard elevati certificati non solo dagli amici degli amici. Se poi i tempi di realizzazione saranno rispettati, i tre anni previsti sono davvero un tempo brevissimo, ancora di più se confrontati con i tempi medi di realizzazione degli ospedali pubblici in Italia, alcuni dei quali hanno impegnato le amministrazioni per decine d’anni, e molti dei quali; nonostante i tempi biblici; non sono mai stati terminati o terminati solo parzialmente, vittime della pochezza e della volatilità di amministrazioni che nel loro sussegirsi nel tempo vedevano l’affare più nel cantiere perenne, che nel completamento delle opere.
Ora, che Terra Nostra abbia preso un granchio o che si sia lanciata in un’operazione in malafede è poco importante vista la marginalità del sito foggiano, molto più interessante è che da un lato la notizia sia stata diffusa acriticamente come un lampo, nonostante la palese inverosimiglianza, tra una folla fin troppo abituata a non approfondire temi e notizie e fin troppo abituata a rilanciare e diffonderle in rete senza verificarle, ancora di più se eclatanti. Dall’altro lato c’è l’evidenza per la quale, nonostante la notizia abbia sicuramente raggiunto un numero notevole di giornalisti, molti dei quali "di sinistra", nessuno di questi abbia trovato il tempo o la voglia di smentire una bufala tanto evidente e clamorosa.
Un’evidenza che la dice lunga su quanto si presenti in salita la candidatura di Vendola alla Presidenza del Consiglio e sul fatto che, se le cose non cambieranno e se non riuscirà a raccogliere l’accordo dei maggiorenti della sinistra, non può contare nemmeno sul sostegno di quella stampa che dovrebbe guardare con maggior favore alla sua candidatura.
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