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La Storia del Golf. Le sue origini

Sembra con certezza che il gioco del golf, sia originario degli scozzesi. Il popolo che ha cominciato a divertirsi colpendo una palla con un bastone. Pur essendo nato in Scozia, il golf potrebbe aver subito alcune influenze anche di altri sport praticarti in Europa. Infatti già nel periodo degli antichi Romani, si usava praticare un gioco simile al golf chiamato “paganica”, che si giocava in compagnia. Molto simile al golf c’è invece altro gioco il “kolven” in voga nei Paesi Bassi e cha delle singolari somiglianze con questo sport. Infatti nel kolven, si usa colpire con un bastone molto simile a quelli che vengono usati per il golf, anche se più grande, una palla dalle dimensioni del pompelmo del peso di circa un chilogrammo, mandandola a colpire nel minor numero possibile di colpi due pioli infissi nel terreno ad una certa distanza l’uno dall’altro.

In principio il gioco del golf era privo di regole scritte, dovuta alla differenza del numero di buche giocate, per ogni campo (sempre pubblico), poi si applicarono alcune regole orali tramandate dagli stessi giocatori, i quali completavano il gioco come pionieri del golf. Soltanto nel 1744 si ebbero le prime regole scritte quando ad Edimburgo venne fondata la Company of Gentlemen Golfers, che in occasione di un campionato aperto anche ai giocatori provenienti da altri campi, decise cosi di mettere nero su bianco e di scrivere le regole seguite dai propri membri. In tal modo i giocatori provenienti dall’esterno potevano attenersi a tali regolamenti.

L’associazione esiste attualmente ha soltanto modificato il nome e si chiama Honourable Company of Edinburgh Golfers. Dieci anni dopo, anche l’associazione dei golfisti di St. Andrews (ora con l’attuale nome Royal and Acient Golf Club of St. Andrews abbreviato in R&A), decise di redigere una serie di regole per i giocatori provenienti dall’esterno che volevano prendere parte alle loro gare. Regole basate per la maggior parte su quelle precedenti emesse dai golfisti di Edimburgo. Nascono cosi nel maggio del 1754 le famose 13 regole del golf, che ancora oggi sono la base principale dei regolamenti moderni ed attuali osservati in tutte le gare, sia a livello amatoriale che a livello agonistico e professionale. L’equipaggiamento per il gioco: all’inizio la palla era di legno, a partire dal XVII secolo, veniva usata una palla di pelle di piume. Era formata da tre prezzi di pelle cuciti insieme rivoltati, in modo tale che la cucitura restasse all’interno. Da un piccolo foro lasciato aperto venivano inserite le piume dipinte di bianco. Le palline di piume coprivano si lunghe distanze, ma erano assai fragili se colpite con i ferri (in quell’epoca i bastoni avevano tutti la testa di legno), non seguivano regolarmente la traiettoria e non si aveva un buon gioco sul campo bagnato.

Inoltre a causa della laboriosa lavorazione, avevano un costo molto elevato. Il gioco come già accennato, si svolgeva in aree destinate a parco pubblico, era necessario così che qualcuno si spingesse avanti alle partite che sopraggiungevano, per avvisare le persone che si trovavano sui collegamenti, di porre attenzione, per individuare la posizione della buca e segnalarla ai giocatori, oltre a portare i bastoni. Nasce così il “caddie”, una figura particolare del gioco, che per la sua importanza ha una precisa collocazione nelle regole. Il caddie, grazie all’esperienza acquisita accompagnando i giocatori, era in grado di consigliare sull’uso del bastone nelle varie circostanze ed anche come doveva essere giocato il colpo. I caddie furono così i primi “professionisti” del golf così come hanno la loro importanza i costruttori di palline e bastoni. A seguire quando si intervenne anche sul terreno di gioco, anche i “greenkeeper”, coloro che curano il campo, vennero introdotti tra i professionisti. Alcuni di loro, particolarmente dotati nella tecnica del gioco, divennero così nel tempo persone in grado di trarre maggior guadagno, proprio dalla loro abilità. Scommettevano con somme di denaro, contro i dilettanti dell’epoca ed alcuni divennero famosi. Basti citare Willie Dunn, Allan Robertson e Tom Morris il vecchio ed il giovane. Ma verso la metà del secolo scorso avvenne un fatto che diede un nuovo impulso al golf. Venne inventata la pallina di guttaperca. Cosa importante, poco costosa, resistenterotonda e soprattutto indistruttibile se colpita con i ferri. All’inizio non ebbe una grande successo poiché era ancor più imprevedibile di quella precedente di piume nel volo. Successivamente, quando ci si accorse che con il suo utilizzo la traiettoria migliorava ulteriormente, bastava scavare sulla superficie dei piccoli solchi che ne stabilizzavano il volo, il suo successo fu travolgente, ed in pochi anni la palla di piume venne posta tra le antichità. La nuova pallina resisteva bene ai colpi dati con i bastoni con la testa di ferro, che affiancarono quelli con la testa di legno, all’interno del bagaglio del golfista, la cui sacca fece la sua apparizione verso il 1800. Con il sorgere del nuovo secolo altra innovazione nel gioco, la pallina di gomma, quella che ora viene usata in tutto il mondo del golf.

Fu inventata da Coburn Haskell, golfista di Cleveland. I suoi vantaggi: rispondere meglio ai colpi, più facile da alzare in aria e consentire tiri più lunghi. Anche i bastoni hanno subito, nel corso di questo secolo, una modifica: non più prodotti a mano ma con lavorazione meccanica. L’asta di legno venne sostituita con quella metallica, a seguire poi con le fibre e per finire di grafite. Ma ai giorni nostri sono sempre più numerosi i cambiamenti che potrebbero avvenire anche in funzione di materiali tecnologici che attualmente vengono scoperti e prodotti.

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