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 Home page > Tribuna Libera > La Padania ha vinto (dice lui)

La Padania ha vinto (dice lui)

Il capo indiscusso della Lega ha dichiarato che la Padania ha vinto e ha mostrato la cartina di una nuova Europa. Quella che nascerà dopo le secessioni (al plurale, non è prevista la sola secessione dei celti – o erano galli? non ricordo – italiani).

Nel frattempo l’amica Lorena mi ha mandato la mappa - non so chi l’abbia sviluppata, si legge un “Pampaloni fecit”, in ogni caso chiedo perdono per l’uso non autorizzato – del mondo nuovo, alternativo a quello padano.

Mi rendo conto che i riferimenti storici di questa ipotesi sono più antichi di quelli proposti dalla Lega (a occhio direi impero romano contro mondo asburgo-papalino), ma forse proprio l’antichità rinforza la validità della proposta. Più si guarda indietro e più si appare credibili, sembra.

Ed è indubbio che dopo la secessione della Padania - sempreché esista e in altri scritti ho esposto i miei dubbi - si arriverà alla suddivisione in Padania Orientale e Padania Occidentale e poi, in rapida successione, alla formazione di staterelli corrispondenti grossomodo alle attuali province per giungere infine alle città-stato indipendenti, ognuna con il suo inno, la sua bandiera e, perché no?, con il suo dio. Rigorosamente onnipotente.

Si segnaleranno poi, con indiscutibile certezza, conflitti di quartiere seguiti da scontri inter-condominiali di ampia portata. Le barricate fra dirimpettai di pianerottolo renderanno infine estremamente difficili i rifornimenti di derrate e l’importazione di generi di prima necessità.

Ben altro sviluppo, sia dal punto di vista economico che culturale sarà reso possibile dall’ampia contiguità di territori affini, pacificati e resi prosperi dall’unificazione politica, economica e sociale, culturale e professionale, bancaria e finanziaria del nuovo Sacro Toscano Impero che si estenderà dal Vallo di Adriano fino alla periferia di Bassora, dal limes del Reno alle dune del Magreb, giù giù fino alle cateratte del Nilo Bianco.

Insomma, dal momento che l’umanità è una, tanto vale che la Provincia di Firenze ne sia l’espressione geopolitica più significativa. Di sicuro mi sembra un progetto più credibile e un tantino più affidabile della proposta bosso-calderoliana.

Lo so, lo so. Nel giorno del decreto salva-Italia e delle lacrime della Fornero, ci sono (molti) argomenti più seri di questo. Ma per non mettermi a piangere anch’io – e ce ne sarebbero di motivi! – ho preferito occuparmi della secessione dell’Umberto. Per tirarmi su il morale.

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