Grazie a l’e-government messo a punto da mister br, il cittadino deve armarsi di tanta buona pazienza e... recarsi di persona all’Agenzia delle Entrate per "provare" a risolvere i propri problemi con la Pubblica amministrazione. NON E’ CAMBIATO PROPRIO UN BEL NIENTE! Mister br parla di modernizzare la Pubblica amministrazione, dice di volerla rendere efficace ed efficiente, addirittura vincente come la Ferrari e di moltiplicare i servizi disponibili in rete, ma - alla prova pratica - tutto si muove con l’agilità di un bradipo. Alcuni comuni e alcune istituzioni, rare eccezioni, ovviamente, lavorano piuttosto bene, ma nella stragrande maggioranza dei casi la rete è usata come vetrina, o poco più. In questo senso il caso delle "Denunce online", sportello telematico messo a disposizione dalla polizia e dai carabinieri, è emblematico. Il servizio consente di sporgere via Internet una denuncia (di furto o smarrimento). Peccato, però, che non serva a niente. Per completare la denuncia (e darle valore legale), bisogna infatti presentarsi comunque al commissariato o alla stazione dei carabinieri indicate sul modulo compilato al computer. E se non lo si fa entro 48 ore, la denuncia presentata on line, che ha il solo vantaggio per l’incaricato di non completare a mano il modulo cartaceo, viene annullata. Ma questo non è l’unico esempio di servizio on line "a metà"! Secondo l’Istat, infatti, i servizi a piena interattività (quelli che permettono di non presentarsi in un ufficio pubblico) sono presenti solo nel 3,2 per cento delle amministrazioni locali, quelle più a contatto con il cittadino attraverso i loro servizi. Considerando i comuni con più di 10 mila abitanti (1.112 in tutto) e prendendo in esame i principali servizi della pubblica amministrazione, aprire e concludere su Internet una qualsiasi pratica è un’impresa, molto spesso impossibile. Se si esclude il pagamento dell’Ici (consentito on line nel 39% dei comuni), il resto dei servizi è ampiamente sotto il 15% e solo in due casi si supera il 10%: Autorizzazione
Unica Suap (Sportello unico per le attività produttive) e Autocertificazione anagrafica (per il quale basta solo l’invio di un modulo). Per il resto il quadro è disastroso: il pagamento della tassa sullo smaltimento rifiuti solidi urbani si può fare on line solo nell’8,7% dei comuni sopra i 10 mila abitanti; il pagamento delle contravvenzioni nel 4,8% dei casi; l’assegno per il nucleo familiare nello 0,2%; l’iscrizione all’asilo nido nell’1,6%; la dichiarazione del cambio di abitazione nel 4,9%, la richiesta di certificati anagrafici nel 4%. E neanche quando si tratta di riscuotere del denaro la pubblica amministrazione si mobilita. Appena il 9,1% delle amministrazioni locali (regioni, province, comuni e comunità montane) permette a cittadini e imprese di effettuare almeno un pagamento on line. E per finire il solito paradosso tutto italiano: ci sono paesini di 200 abitanti che si sono dotati di servizi ultra moderni, e metropoli che, informaticamente parlando, stanno ancora all’abc. Prendete, ad esempio, quello che sta accadendo nel Comune di La Spezia. Lì il personale dell’ufficio Anagrafe sta smaltendo centinaia di procedure rimaste inevase sul Web: sul sito della città ligure, infatti, era possibile fare il cambio di residenza on line, peccato che nessuno dei dipendenti era stato informato del nuovo servizio! Altro che Ferrari, altro che era informatica! Qui stiamo ancora all’età della pietra!