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La Giustizia a Norimberga nel 1946

"Il castello degli scrittori. Norimberga 1946 cronache dall'abisso". In questo libro viene riportata la storia dei processi di Norimberga attraverso le storie dei giornalisti, degli scrittori, e anche di alcuni leader occidentali del futuro, presenti in un grande momento storico (Uwe Neumahr, Marsilio, 2023, 267 pagine effettive, euro 22).

Il grande processo di Norimberga avvenne all'interno di un castello famoso: "il castello confiscato alla famiglia Faber-Castell. Nel vicino carcere venivano alloggiati alcuni tedeschi famosi, come Joachim von Ribbentrop, Herman Goering e Rudolf Hess. Nessuno può raccontare quasi tutto, ma in questo saggio vengono raccontate davvero molte cose.

Sono stati davvero centinaia i giornalisti che seguirono il processo di Norimberga e ognuno ha naturalmente riportato le cose a modo suo. Nessuno può raccontare veramente gran parte dell'orrore sprigionato dalla seconda guerra mondiale. Ogni giornalista ha potuto solo riportare le cose che lo hanno colpito di più.

In questo caledoscopio di persone e di personaggi emerge un tremendo abisso sugli aspetti più raccapriccianti dell'umanità. Risulta poi incredibile valutare oggi, la presenza solitaria di Ernst Michel, l'unico sopravissuto ebreo giornalista, che ad un certo punto fu invitato da Goering nella sua cella. Inoltre non c'era nessuna donna tra gli accusati e non esisteva nessuna donna tra i giudici.

Bisogna poi aggiungere lo strano contributo staliniano: il rappresentante a capo dell'Unione Sovietica era "Iona Nikitchenko, l'uomo che aveva emesso sentenze nei processi farsa di Stalin negli anni trenta" (p. 50). Il traduttore sovietico Michel Voslesky ha affermato: "Avevamo la sensazione di essere un corpo estraneo in quel tribunale, che dichiarava reato tutto ciò che era diventato la norma nella nostra vita sotto Stalin".

Il saggio è pieno di provocazioni, vicissitudini e amori clandestini. Rebecca West finì a letto con uno dei giudici, in un'atmosfera in cui le poche donne venivano trattare con estrema sufficienza. Questo libro riesce a cogliere il microcosmo che sopravvive dietro al palcoscenico della grande storia. E compare anche Ernest Hemingway.

Solo la storia del vice di Hitler, Rudolf Hess, meriterebbe una lunga trattazione. Nel 1941 "aveva preso l'iniziativa di volare in Scozia senza il consenso di Hitler al fine di prendere contatti con il duca di Hamilton e, per suo tramite, con il governo britannico. Intendeva presentare una proposta di pace" (p. 259). Ma molto probabilmente Hess era già mentalmente malato e i risultati furono quelli che furono. Comunque molte persone fortemente disturbate vengono selezionate ancora oggi per ricoprire cariche politiche molto importanti.

Il processo di Norimberga fu quindi un processo storicamente poco approfondito, da vari professionisti e dai cittadini comuni, che volevano superare al più presto le varie sofferenze provocate dalla seconda guerra mondiale.

 

Uwe Neumahr è uno scrittore e un agente letterario che ha realizzato le biografie di alcuni personaggi come Miguel de Cervantes e Benvenuto Cellini (2021).

 

Nota particolare - Il famoso carcere di Spandau, dove fu internato Rudolf Hess, "era un'eccezionalità storica: questo penitenziario, concepito per seicento prigionieri, era l'unico luogo al mondo, in cui gli Alleati della seconda guerra mondiale continuavano a lavorare insieme" con costi annuali milionari (p. 261). Golo Mann, che fu un grande difensore di Hess, soprattutto perchè "Hess aveva steso la sua protezione su Alfred Pringsheim, matematico di Monaco e nonno materno di Golo Mann, che rischiava la vita in quanto ebreo... Pringsheim era molto amico di Karl Haushofer, professore di geopolitica legato a Hess da uno stretto rapporto di amicizia" (p. 264). Haushofer era stato definito il "cervello di Hitler", concepì "l'espansione del Lebensraum, lo spazio vitale dei tedeschi", e fu un grande "ideologo della politica nazista".

Nota aforistica - "Gli schiavi volontari fanno più tiranni di quanto i tiranni facciano schiavi" (Anonimo, p.142); "Alle volte i giornalli scadono nella follia più totale" (Ernest Cecil Deane; giornalista, insegnante, storico; lettera alla moglie, p. 139); "Perché impari a non guardare direttamente il sole e non impari a non considerare direttamente un capo politico?" (Amian Azzott).

Nota finale - "Fritz Sauckel, un imputato nel processo principale per crimini di guerra che procurò diversi grattacapi agli interpreti a causa del suo forte dialetto francese, rimase convinto fino alla fine di essere stato condannato a morte a causa di un errore di traduzione" (p. 250).

Per approfondimenti sull'olocausto: https://encyclopedia.ushmm.org/it

Per approfondimenti italiani: www.focus.it/cultura/storia/...

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