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La FIOM e gli studenti al bivio

Zappingando in Tv, l'altro giorno mi sono trovato un operaio di Pomigliano della Fiom, intervistato da una giornalista, che sosteneva che “i padroni devono investire di più”.

Tutti i salmi finiscono in gloria, pseudo sinistra e operai non fanno che parlare come la destra: rilancio della economia (così come è), rilancio dei consumi, più investimenti, ad eterna gloria del sistema capitalista e consumista.

Eppure è chiaro, lo vedono anche i ciechi, che l’economia degli ultimi venti anni, lasciata con la mano libera da tutti i governi, che si è globalizzata delocalizzando a suo piacimento, spostando denaro prodotto in Italia per investirlo in altri paesi, è la piena responsabile di una crisi strutturale (non ciclica), che vede l’Italia perdere progressivamente posti di lavoro a causa delle delocalizzazioni, ma anche per la penetrazione globale di nuovi paesi emergenti che producono a prezzi inferiori.

Se la globalizzazione continuerà ad essere accettata come un fatto ineluttabile e da cui è impossibile uscire, il futuro dell’Italia è nerissimo e la crisi, di struttura, avanzerà inesorabile.

L’altro grande guaio, che la globalizzazione sta imponendo al mondo, è uno sviluppo totalmente insostenibile per l’ecosistema, dove la nazione-fabbrica, la Cina, sta ricorrendo massicciamente al carbone per produrre merci, spesso inutili, inquinate, di mediocre livello, merci in cui si somma l’inquinamento provocato per produrle all’inquinamento per trasportarle in tutto il mondo, metodo che dovrebbe fare inorridire chiunque pensi al futuro dei propri figli, sia in termini di salute del pianeta che di futuro produttivo dell’Italia.

Se vogliamo avere un futuro, dobbiamo fare i conti con questa realtà e per prima cosa dobbiamo smetterla di pensare che chi ci ha cacciato in questi guai sia anche capace di tirarcene fuori, comprendendo anche tutta la vecchia nomenklatura politica, di destra e di sinistra, che non ha fatto nulla per invertire la tendenza, impegnata solo a depredare la cosa pubblica e a conservare i posti di potere.

Come oppositori di questo sistema degenerato oggi posso immaginare solo gli operai della FIOM e gli studenti, che si sono accorti di non avere futuro.

Siano essi, se lo comprendono, a veicolare l’idea di una economia, almeno di una parte di essa, che sia governata, con priorità assoluta nei settori della energia e della agricoltura, per offrire ai cittadini italiani posti di lavoro per il raggiungimento della autosufficienza energetica e della autosufficienza alimentare.

Ciò significa che ogni pannello fotovoltaico, ogni rotore eolico, ogni impianto di trattamento delle biomasse, siano progettati, costruiti e installati in Italia, per una rivoluzione energetica che ci porti alla fine della dipendenza dal gas e dal petrolio, con una micro e macro generazione diffusa, da estendere dalle abitazioni alle realtà produttive, fino ai distributori e produttori di elettricità sulle strade per far marciare progressivamente tutte le macchine a batteria.

Che gigantesco passo in avanti di modernizzazione, di abbattimento degli inquinanti, di posti di lavoro, da progettare e realizzare con le nostre forze, da finanziare con le enormi somme che gettiamo per interventi militari, inutili e sbagliati!

Stesso discorso per l’agricoltura. Siamo in grado di produrre tutti gli alimenti di cui abbiamo bisogno, senza importazioni, senza doverci preoccupare di mucche pazze inglesi, di porcetti alla diossina tedeschi o di mozzarelle blu bavaresi, in una agricoltura fatta per i consumi interni, vicina ai consumatori, con la messa al bando di tutti i pesticidi, Ogm, fertilizzanti chimici, per rispettare l’ambiente e la salute di tutti.

Anche in questo settore, per arrivare a produrre tutto ciò di cui abbiamo bisogno, molti posti di lavoro in più si creerebbero e molte campagne abbandonate sarebbero di nuovo vive e produttive.

Senza questa visione d’insieme dei problemi della crisi mondiale, in cui dobbiamo far marciare insieme, in modo sostenibile, economia e ambiente, in cui ogni paese deve fare i conti con le risorse disponibili e quindi è obbligato a frenare la crescita demografica, fermare la immigrazione (come sarebbe giusto in Italia), le crisi, quella economica, quella occupazionale e quella ambientale, si sommeranno e ci annienteranno.

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