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L’effetto travolgente e devastante della c.d. “riforma” della Gelmini

I politici preferiscono proporre leggi incostituzionali volte a salvaguardare l’interesse dei presidi annullati invece di proteggere la scuola dalla distruzione.

Finalmente in molti hanno cominciato a capire l’effetto devastante e travolgente del processo di ristrutturazione aziendale, mascherato da “riforma”, operato dalla Gelmini, Ministro del Governo Berlusconi, quel governo che “non mette le mani in tasca” agli Italiani, però li priva del lavoro, della sanità e del diritto allo studio, dei servizi offerti dai comuni asfissiati dalla mancanza delle risorse promesse. Sì, proprio quel Governo lì. Che si tratti proprio di una ristrutturazione tipica della aziende e sopratutto delle multinazionali o delle Spa, si può facilmente comprendere dall’entità dell’effetto sull’occupazione.
 
Tuttavia è da rilevare che nelle aziende o società private, tale processo vene attivato con una precisa valenza volta al contenimento o riduzione dei costi finalizzato al reinvestimento nel processo produttivo.
 
Nel nostro caso il processo di ristrutturazione mira solo a ridurre i costi del Ministero dell’istruzione che è rappresentato per il 98% dagli stipendi degli insegnanti senza che alcuna ipotesi di miglioramento sia stata prevista.
 
Basta semplicemente esaminare la circolare per le iscrizioni che stabilisce i numeri minimi per la formazione delle classi a prescindere dalle elementari norme di sicurezza che pongono limiti ben precisi alle superfici da destinare agli studenti. Se si tiene conto che gran parte delle scuole pubbliche sono fatiscenti, con aule certamente non dimensionate, con laboratori che possono recepire un limitato numero di studenti; se consideriamo gli edifici adibiti a scuole che risalgono anche a 200 anni fa; se evidenziamo la mancanza di interventi nella edilizia scolastica, nella sicurezza ed adeguamento degli impianti, nella mancata cronicità di fondi per la manutenzione ordinaria e straordinaria che in alcuni casi è affidata agli enti locali, ci si può facilmente rendere conto come questo Ministero sembra che operi in un mondo a parte, in un paese delle meraviglie dove da un lato si afferma il potenziamento dell’informatica e dall’altro si eliminano i laboratori ed il personale necessario per far fronte alla attività. Un paese delle meraviglie dove si predica che si procederà al potenziamento della lingua inglese che secondo le direttive di Morattiana memoria faceva parte di una delle tre “I”, e poi si assiste con sconsolante rassegnazione alla scomparsa del docente di madre lingua ed alla riduzione delle ore di lezione di detta disciplina.
 
Ma non è questo il punto che si vuole attenzionare. L’aspetto peggiore in tutta la vicenda è da ricondurre alla totale assenza di reazione dei parlamentari, soprattutto siciliani e del meridione in genere, verso questa azione di impoverimento della cultura e del processo formativo dei nuovi quadri. Non dimentichiamo, però, che questo processo di dissoluzione della scuola ha radici molto lontane riconducibili alla sconsiderata visione falsamente europeista del Ministro Belinguer che ha creato i “mostri” che si chiamano dirigenti scolastici ed ha distrutto, sempre nella sua visione, la scuola tecnica. Non dimenticate che il progetto di riforma berlingueriano prevedeva la riduzione della scuola secondaria di secondo grado a 4 anni, il trasferimento a totale carico delle regioni della scuola professionale e la trasformazione delle scuole in fondazioni e l’eliminazione della scuola tecnica attraverso la istituzione dei famosi sette licei.
 
Ricordo che diversi mesi fa nel corso di un convegno organizzato dall’Anp, ho ribadito ed evidenziato la gravità del processo mascherato da “riforma”, ricordo anche che in quella occasione un soggetto non meglio definito (presidente di un sindacato che difende a spada tratta i 426 “vincitori” di un concorso annullato) inviò a tutti i presidi una e-mail per non farli venire al convegno.
 
Oggi assistiamo sgomenti ad un’azione continua, incessante e pressante posta in essere da tutti i sindacati e dai politici di tutte le forze politiche, prime tra tutte quelle della sinistra, a difesa di un gruppo di persone che pur non precarie, pur inquadrate nei ranghi della Pubblica amministrazione e chiamate a svolgere delle funzioni dirigenziali, rifiutano di accettare le stesse disposizioni dello Stato che dovrebbero insegnare nelle loro scuole.
 
Questi politici e questi sindacati, prediligono l’interesse di 426 individui e tralasciano, mostrando tutta la loro indifferenza, quello delle migliaia di docenti e personale "ata" che drammaticamente saranno privati del posto di lavoro travolti da una azione ingiustificata quanto ingiustificabile mascherata da “riforma”. Qual è la ragione che spinge sindacati rispettabili e politici certamente qualificati a proporre leggi incostituzionali, a cavalcare pretese e ad assecondare proteste che non possono assolutamente trovare alcuna cittadinanza all’interno di uno Stato democratico?
 
Perché privilegiare l’interesse di 426 persone, mentre dall’altra parte ce ne sono almeno tre volte tanto (cosiddetti bocciati) che hanno subito il grave danno di un concorso illegittimo e per questo annullato?
 
E, ancora, perché prediligere questo interesse e non adoperarsi per dare alla scuola quello che l’azione di risparmio e di tagli indiscriminati sta togliendo, e cercare di contrastare primo tra tutti, il più grande licenziamento di massa della nostra storia?
 
Ora si leggono qui e là dichiarazioni, come quelle della Francesca Puglisi responsabile scuola del PD, che non ha mai dato alcun riscontro alle osservazioni ripetutamente sottoposte alla sua attenzione, di denuncia delle azioni di Governo.
 
Solo ora la sinistra scopre questo processo di distruzione? Mi chiedo dov’era questa sinistra quando Berliguer ipotizzò la riforma? Mi chiedo dove fosse quando Fioroni e la Bastico dichiararono che c’èrano troppi docenti, che ben 20.000 non insegnavano e che le scuole dovevano essere trasformate in fondazioni. Dov’era la sinistra quando si proponeva la sparizione della scuola tecnica?
 
Dov’era Fioroni, dov’era la Bastico quando gli ispettori comunicavano al Ministero che il concorso del 2004 era inficiato da vizi insanabili?
 
Ve lo dico io dove erano! A predisporre la proposta di legge per dare la pensione anche ai consiglieri comunali che, in alcuni casi, percepiscono emolumenti di tale entità da scandalizzare anche un Emiro arabo.
 
Ad maiora.

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