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L’Ucraina e la guerra amerikana

Complice la guerra in Ucraina, Lucio Caracciolo ha un ruolo di primo piano nel panorama informativo italiano (e non solo, come vedremo).

Un suo articolo (“Liquidare la Russia e isolare la Cina”) risalente al 12 aprile del 2021, pubblicato da un piccolo settimanale di una sconosciuta associazione della Svizzera italiana, ha avuto un notevole successo in questi giorni perché sembrava “profetizzare” (quasi) esattamente quello che è poi successo.

In sintesi, scriveva “Gli Stati Uniti hanno deciso di buttare fuori pista la Cina entro questo decennio” e, per non trovarsi a fronteggiare due nemici potenti nello stesso momento, avrebbe deciso di “liquidare prima la Russia per poi chiudere il match con la Cina”. “E la Russia? – si chiede - Non va troppo per il sottile. In caso fosse alle strette, Mosca sarebbe pronta alla guerra. Perché ne andrebbe della sua stessa sopravvivenza”.

Esattamente la lettura del conflitto data da Vladimir Putin sulla Piazza Rossa nel Giorno della Vittoria e acqua abbondante al mulino degli ambienti (sinistra radicale e grillo-travagliani) che da tempo cercavano affannosamente le prove che questa guerra (palesemente iniziata, ahiloro, da Putin) fosse in realtà un’altra guerra amerikana.

E dopo aver annaspato su allargamento della Nato a est, la guerra c'era già per via del golpe del 2014, i nazisti dell'Azov eccetera, finalmente avrebbero trovato in questo articolo la prova definitiva che cercavano: è stato Biden!

Niente di scandaloso, s’intende, i presidenti Usa (soprattutto democratici, ma anche qualche repubblicano) non hanno mai avuto remore a indossare la divisa e bombardare qui e là nel mondo.

Ma in questo caso, la situazione pare un po’ diversa. Non solo perché, come abbiamo visto tutti, la pistola fumante era ed è ancora in mano al leader russo, ma anche perché le “profezie” appaiono alquanto contraddittorie.

Esattamente un anno dopo infatti (18 aprile 2022, a guerra in corso ormai da un mese e mezzo) lo stesso Caracciolo pubblica un altro articolo sulla stessa sconosciuta testata (“Un’Alleanza che si consolida” https://www.azione.ch/attualita/det...) in cui scrive “le onde lunghe del conflitto continueranno a battere le coste un tempo stabilite e oggi erose dalla più inattesa delle guerre. Il grado di impreparazione dell’Occidente all’attacco russo è tale da costringerci a risposte improvvisate”. Il corsivo è mio e vuole evidenziare due termini sorprendenti per chi avesse letto nel frattempo l’articolo “profetico”.

Come è possibile, potrebbe chiedersi il lettore più attento, che un leader americano dalla lunghissima esperienza internazionale, elabori nei due-tre mesi della sua presidenza una strategia globale così impegnativa da portare il paese in guerra per anni contro le due superpotenze nucleari avversarie, scegliendo - anziché l’opzione di farsene amica almeno una – la tattica dell’ultimo degli Orazi, che lo costringerebbe a scontrarsi prima con la Russia (5-6mila testate atomiche di cui 2mila già pronte all’uso schierate sul territorio europeo) e poi anche con la Cina?

E com'è possibile che, poi, nella realtà – dopo aver già bruciato un anno e mezzo dei suoi scarni quattro anni di governo (e con la reale possibilità che fra pochi mesi perda il controllo della Camera o del Senato o di tutti e due a favore dei repubblicani) – venga sorprendentemente trovato ancora del tutto “impreparato” a scendere in campo anche indirettamente – prova ne sia che le armi da mandare in Ucraina hanno dovuto essere rastrellate nei paesi ex-Patto di Varsavia perché il personale militare ucraino non è stato addestrato nel frattempo a usare quelle in uso nei paesi Nato – e così distratto da non aspettarsi affatto una guerra preventiva da parte russa, al punto che Caracciolo stesso l’ha definita “la più inattesa delle guerre”?

Insomma la guerra è “profetizzata” se la fanno gli occidentali, ma “inattesa” se la fanno i russi?

Cos'è, una barzeletta?

L’amministrazione Usa pensava di far guerra a mezzo mondo entro i prossimi dieci anni (ormai nove) e non si aspettava una qualche reazione dal nemico designato e dichiarato così apertamente che Caracciolo ne ha potuto tranquillamente scrivere su un giornaletto svizzero? D’accordo che qualche volta la dimostrazione di stupidità data dagli americani è stata esilarante (vedi la boccetta contenente la prova delle armi di distruzione di massa irachene, sbandierata da un penosissimo Colin Powell all’Onu), ma qui si esagera.

Diciamo piuttosto che Caracciolo le racconta un po’ come gli pare. A qualcuno piacerà comunque e, in fondo, questa è la cosa che conta.

Foto Wikimedia

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