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L’Ombra del Vento

Non direi niente di nuovo se vi dicessi che tra i migliori libri che mi son capitati tra le mani nell’ultimo periodo c’è sicuramente "L’Ombra del Vento", di Carlos Ruiz Zafon. Non sarebbe una novità perché, dall’alto delle 8 milioni di copie vendute in tutto il mondo e dalle 36 lingue in cui è stato tradotto, "L’Ombra del Vento" è diventato dal 2001 (anno della sua uscita) fino ad oggi, un vero successo editoriale.

Il tutto è ambientato nella Barcellona del 1945, la quale si prepara, avvolta in un desolante silenzio, ad entrare in 30 anni di regime franchista. La storia inizia quando un negoziante di libri conduce il figlio, Daniel, al tempo ancora bambino, nel Cimitero dei Libri Dimenticati, con l’idea di permettergli di far suo uno dei tanti vecchi volumi contenuti al suo interno. Daniel sceglierà tra tutti proprio "L’Ombra del Vento", il quale lo accompagnerà nel corso di tutta la sua vita e durante la lettura riscontrerà inquietanti similitudini tra la sua storia e quella dello scrittore del libro, Julian Carax.


Da qui si snoda tutto il racconto, fatto di colpi di scena e di un’atomosfera fantastica che segue il lettore fino alle ultime pagine. Tra i punti forti del libro, infatti, in primo luogo si ha sicuramente l’atmosfera gotica, quasi surreale, che Zafon riesce a descrivere man mano che si passeggia per le strade e lungo gli edifici della città, dando a chi legge l’impressione di essere costantemente avvolto dalla nebbia, quasi tangibile la notte, e dal freschetto mattutino nella descrizione delle prime ore all’alba.

La costruzione della trama risulta molto intrecciata ma mai incomprensibile, grazie anche alle doti tecniche dello scrittore che semplificano e delineano perfettamente gli avvenimenti e le caratteristiche fisico-caratteriali dei personaggi, a cui risulta molto facile affezionarsi nel corso della lettura. Per buona parte del libro, decisamente più della metà, risulta davvero impossibile staccarsi dalla storia perché lo scrittore riesce, con la maestria che pochi hanno, a catturare l’attenzione del suo interlocutore, lasciando pochissimo spazio a zone morte e inserendo alcuni colpi di scena, almeno tre molto importanti, capaci di spezzare letteralmente il fiato a chi legge. La fine del libro, quando ormai tutto ha preso forma, perde un pò questa caratteristica ma continua a incalzare, attraverso uno stupendo finale, tutta la magia che è alla base dell’opera di Carlos.

Una particolare che mi ha molto incuriosito di questo romanzo è che non è possibile categorizzarlo sotto alcun genere, sotto alcuna etichetta: "L’Ombra del Vento" lo oserei definire infatti un libro con diversi livelli di lettura, che vanno dal thriller al racconto romantico, fino alla parabola di vita. L’unica pecca, nonostante come ho già detto non lasci pagine spente e sia decisamente scorrevole, è che in alcuni punti si dilunghi un pò troppo in alcune descrizioni e che qualche pagina in meno lo avrebbe reso più leggero senza intaccare la sua meraviglia.

Commenti all'articolo

  • Di ellis (---.---.---.216) 9 febbraio 2009 15:14

    Concordo col fatto che ’’L’Ombra del vento’’ sia un romanzo pregevole sia dal punto di vista narrativo che da quello descittivo.
    Consiglio vivamente la lettura del secondo romanzo di Zafon, ’’Il gioco dell’angelo’’, che riprende alcuni personaggi del romanzo precedente, sottolineandoli e ampliandone la visione.
    Se avete apprezzato il primo, apprezzerete anche il secondo per gli stessi motivi.
    Elena

  • Di (---.---.---.89) 9 febbraio 2009 15:29

    in verità è una porkeria

    • Di ellis (---.---.---.216) 9 febbraio 2009 15:49

      Spero che tu l’abbia letto prima...
      E spero anche che tu che dai della ’’porcheria’’ (meglio con ch in italiano...), poi non vada a leggere i libri di Marcello Veneziani, o peggio di Bruno Vespa... lo spero per te e per il tuo buonsenso...
      Comunque, potevi benissimo dire che non ti è piaciuto... Perchè questa aggressività?

  • Di Riccardo Scano (---.---.---.249) 9 febbraio 2009 23:55

    Me l’hanno regalato ma non ho ancora avuto modo di leggerlo perchè occupato in altre letture (tra cui quelle universitarie), ma spero di poterlo fareal più presto. Pare affascinante anche la trama del primo di Zafon, quello che non ha avuto la giusta notorietà: "Il Principe della Nebbia". Comunque credo che sia una questione di gusti, anche se sotto gli aspetti che ho provato a descrivere io nella recensione è decisamente ben fatto.

  • Di Kyary (---.---.---.87) 1 marzo 2009 14:15

    Io ho 15 anni e ho letto questo libro perchè me l’hanno assegnato a scuola, devo dire però che non pensavo fosse così bello..io amo leggere ma difficilmente un libro è riuscito a stregarmi in questo modo..credo sia stato un pò tutto: l’intreccio degli avvenimenti, dei legami dei personaggi all’interno della storia, il rispecchiarsi in un certo senso nel protagonista di un libro e trovare in esso così strane coincidenze..
    Bellissimo..spero di leggere presto il prossimo!!

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