• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca Locale > Abdou Lahat Diop: internato in un O.p.g. per la sua preghiera

Abdou Lahat Diop: internato in un O.p.g. per la sua preghiera

Strana vicenda quella di Abdou Lahat Diop (tutto a destra nella foto), da tutti conosciuto come Baye Lahat (Padre Lahat), 31 anni di origini senegalesi, residente in Lazio ma domiciliato a Ghilarza. Il ragazzo, in Italia ormai da 5 anni con un regolare permesso di soggiorno in quanto rifugiato politico, è stato fermato dalle forze dell'ordine nella zona di Abbasanta (Sardegna) mentre pregava [Baye appartiene alla confraternita dei murid, il ramo sufi dell’Islam senegalese, più in particolare è un baay fall soldato murid, che ha consacrato la sua vita a Dio]. Era arrivato a uno stato estatico di unione mistica, con pratiche ascetiche di autoinduzione del dolore mediante un bastone...

Gli avvenimenti successivi sono poco chiari: pare che la situazione sia degenerata, tanto che Lahat viene immobilizzato con la forza, arrestato per resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale, rifiuto e indicazioni sulla propria identità personale, e portato infine al carcere di Oristano. Alla scena avrebbero assistito dei cittadini che, quando interpellati, hanno riferito di aver notato da prima Abdou seduto per terra, probabilmente pregando alla maniera islamica, mentre altri cittadini hanno avvertito i Carabinieri. Il 17 dicembre viene disposto il rito direttissimo dove viene nominato un perito psichiatrico, il quale effettua una perizia in cui descrive Lahat come pericoloso socialmente e incapace di intendere e di volere. Nell'udienza del 9 gennaio 2012 il giudice sospende il processo - decisione dovuta alla perizia specialistica compiuta senza un etnopsichiatra e tanto meno un interprete - in quanto Lahat viene giudicato attualmente incapace di affrontarlo e si dispone il trasferimento immediato nell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Castiglione delle Stiviere. Nel contempo vi sono alcune indiscrezioni, una tra tutte la più rilevante è quella inerente alla perizia psichiatrica del giovane Abdou dalla quale si apprende che l’abbigliamento indossato dal giovane secondo gli esperti sarebbe stato “stravagante” e poco idoneo.

Immediata la reazione del comitato sardo Stop Opg che ha subito diffuso una nota nella quale si legge: "Le dinamiche del suo arresto, il processo per direttissima, l’invio in carcere e la successiva perizia psichiatrica, presentano molti lati poco chiari. Rivolgeremo un appello al Capo dello Stato per un intervento immediato, ricordando le sue parole di dura condanna per l'orrore che l'inchiesta della Commissione Parlamentare guidata dal Senatore Marino ha messo drammaticamente in luce e le cui immagini tutto il Paese ha potuto vedere". Anche Caterina Pes, deputato eletto in Sardegna tra le fila del PD, vuole vederci chiaro e capire come si è svolta la vicenda. Intanto degli avvenimenti legati ad Abdou e delle azioni che intraprenderà il comitato sardo Stop Opg se ne parlerà in un incontro pubblico fissato a Cagliari per stamattina, lunedì 16 (ore 11) presso la sede dell’Asarn in via Romagna, Cittadella della Salute al padiglione E.

La situazione di Abdou ricorda quella del cittadino ungherese che, anni fa, fu portato in manicomio negli States in quanto gridava e piangeva nella sua lingua a causa della morte della moglie, comunicatagli pochissimo tempo prima. Intervenne il dottor Szasz, antipsichiatra di origini ungheresi e in seguito fu decisa, anche con l’apporto di “Scientology”, di costituire il “Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani”(CCDU), un avvenimento spesso ricordato anche da Giorgio Antonucci, un vero testimone sia per lotta contro la psichiatria pratica di potere sia per i diritti umani nel loro complesso. Come si vede anche nel caso del giovane senegalese tutto si tiene: l’abuso è a livello di diritti umani, con l’apporto determinante di “forze dell’ordine”, magistratura o almeno codice penale applicato arbitrariamente, psichiatria e altro. L’intolleranza, ancora una volta, si serve di strumenti diversi, ma finalizzati a un solo scopo, quello di comprimere la (e le) libertà del singolo quale persona e quale cittadino.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares