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L’Italia pronta ad investire in India

Tra un paio di decenni l'India si candida a diventare la terza economia del mondo, come ha previsto Anand Sharma, il ministro del commercio.

Oltre ai ritmi di crescita sostenuti, il governo ha predisposto 640 miliardi di euro da investire in infrastrutture nel periodo 2013-2017.
 
L'Italia può giocare una sua parte, considerato che i volumi di interscambio con l'India, poco più di 6 miliardi di euro, possiedono ancora un notevole margine di miglioramento.
 
Gli indiani sono sensibili al fascino del made in Italy, attratti dalla nostra tradizionale capacità di innovazione nell'impiantistica, nell'energia, nelle telecomunicazioni e nel design.
 
Sarà per questo che negli ultimi giorni il ministro Sharma è atterrato nel nostro paese, poche settimane dopo la visita del suo collega per le infrastrutture Kamal Nath, insieme ad una delegazione di imprenditori, da Bharti Enterprises (tlc) ad Hinduja (costruzioni, energia), MW Corp (rinnovabili), ;Satya PaulGurgaon (moda), e Bharat Hotels (turismo).
 
Tappa romana all'università Luiss e poi in Confindustria, ricevuto dal presidente Emma Marcegaglia e dal ministro per lo sviluppo Paolo Romani, insieme ad alcuni imprenditori, da Maire Tecnimont ad Angelantoni, Astaldi, Magneti, Marelli, Lavazza, Ferrero.
 
"L'obiettivo di questo incontro è proprio aumentare il lavoro da fare insieme", ha dichiarato il leader degli industriali, ricordando che con la Cina il valore di interscambio è arrivato a 20 miliardi di euro.
 
Il 2011 sarà l'anno dell'India e l'Italia è pronta ad andare "in missione" con un viaggio ad ottobre di Confindustria, Governo, Abi e Ice.
 
Tra i progetti in cantiere, la nascita di un Business Council tra le rispettive Confindustrie, che sarà ufficializzato in quell'occasione e si riunirà almeno una volta all'anno.
 
"I rapporti politici sono ottimi", hanno dichiarato insieme Sharma e Romani, che ha anche annunciato per la prossima trasferta in India la firma di 10 memorandum of understanding su 10 punti: infrastrutture, manifatturiero, automotive, farmaceutico, tessile, ict, cuoio, design, agroalimentare e turismo.
Sull'agroalimentare, Romani ha sottolineato che rappresenta il 16% del pil indiano, assorbendo il 75% della forza lavoro, ma all'India manca la tecnologia del processo produttivo per sfruttare al massimo il settore.
 
Per quanto riguarda il turismo, il ministro Sharma incontrerà a Milano anche i vertici di Alitalia, con l'obiettivo di aumentare i collegamenti tra i due paesi.
Da dicembre infatti è operativo un accordo con la compagnia Jet Airways con voli giornalieri diretti Milano Malpensa-Nuova Delhi.
 
Rimane ancora in sospeso sul tavolo il problema dei dazi, che penalizza non poco l'export italiano. Sharma ha ricordato però il negoziato di libero scambio in discussione tra Europa e India, che dovrebbe concludersi tra pochi mesi (entro marzo, ha precisato un ottimista Romani), sottolineando che non ci sono restrinzioni agli investimenti esteri, favoriti anzi da procedure semplificate.
Va ricordato inoltre che il sistema economico e imprenditoriale indiano è molto simile a quello italiano, com una forte presenza di Pmi (26 milioni in India).

Commenti all'articolo

  • Di Mr. Hubbert (---.---.---.240) 10 febbraio 2011 15:29

    tutti che fanno i conti senza l’oste.
    Outlook IEA 2010 ’entro i prossimi 3/4 anni il mondo entrera’ in una crisi energetica strutturale’ e ancora da wiki..’cablogrammi dal 2007 al 2009 diretti al governo USA dalla sua ambasciata in Arabia Saudita, riportano forti dubbi sulle reali riserve petrolifere sudite, secondo tali documenti la sovrastima sarebbe del 40%’....siamo al di la del plateau e crescite fantasmagoriche del pil rimarranno sogni nel cassetto, non c’e’ india o cina o chiunque altro che possa sfuggire.
    Preparatevi, perche’ sarete spettatori dell’implosione catastrofica dell’economia globalizzata, fortunati coloro che, rinunciando all’avidita’, hanno mantenuto le strutture nei propri paesi di origine, ne saranno ampiamente ripagati.

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