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 Home page > Attualità > Economia > L’Italia è messa meglio della Spagna, ma il mercato non ci crede

L’Italia è messa meglio della Spagna, ma il mercato non ci crede

Solo pochi mesi fa la Spagna, lacerata dalla grave crisi economica e dallo scoppio della bolla immobiliare, rientrava a pieno titolo nella lista dei Pigs, i paesi periferici della zona euro, mentre l'Italia tutto sommato era considerata immune dal rischio contagio dei debiti sovrani.

Sono trascorsi pochi mesi, appunto, e la musica è cambiata. 
Oggi la penisola iberica è considerata più affidabile del Bel Paese, almeno secondo gli umori della Borsa e dei mercati finanziari.
 
I nostri Btp decennali rendono il 5,50% contro il 5,08% offerto dai titoli di stato spagnoli
 
Dal 30 giugno il listino azionario di Milano ha perso il 25%, quello spagnolo il 16%. 
 
Le banche italiane hanno bruciato il 31,7%, quelle spagnole "solo" il 19,1%. 
Le aziende industriali made in Italy hanno ridotto le quotazioni del 28%, le iberiche del 16%. 
 
Piazza Affari ha visto volatilizzare negli ultimi tre mesi ben 200 miliardi di capitalizzazione a fronte dei 180 miliardi della Borsa di Madrid
Anche lo spread tra i titoli italiani ed il Bund tedesco (differenziale di 3,72 basis point) è maggiore rispetto a quello con gli spagnoli (3,29).
Ne consegue una triplice difficoltà per l'Italia: il Tesoro è costretto a pagare interessi più alti per finanziare il proprio debito, al sistema bancario si impongono costi più elevati per il finanziamento e le imprese subiscono il rischio di una maggiore stretta creditizia
 
LA REALTA' ECONOMICA
 
Se i mercati finanziari penalizzano l'Italia rispetto alla Spagna, analizzando i fondamentali economici sembra che il nostro paese sia in realtà messo meglio
Abbiamo un deficit di bilancio più contenuto: 4% nel 2011 contro il 6,3% spagnolo (dati Rbs). 
La disoccupazione giovanile è più pesante in Spagna (41,6%) rispetto all'Italia (27,8%). 
 
La vera differenza la fa il debito pubblico, eterno macigno di casa nostra: 120,3% in rapporto al Pil, rispetto al 68,1% della Spagna.
 
Discorso diverso per il debito privato. 
Le famiglie italiane hanno un debito/Pil del 45,4% contro l'83,1% di quelle spagnole ed una ricchezza superiore (secondo una stima di Credit Suisse, a fine 2010 le famiglie italiane avevano una ricchezza pro-capite di 183mila dollari, più del doppio degli 81mila dollari dei cugini spagnoli).
 
Anche le aziende sembrano più sane: il loro debito (pari all'81,6% del Pil) è più basso di quello che grava sulle imprese spagnole (111,7% del Pil). 
 
Insomma a livello economico nulla sembra giustificare un timore maggiore nei confronti dell'Italia rispetto alla Spagna, eppure i mercati ci penalizzano.
Le motiviazioni in realtà non mancherebbero: la tormentata manovra di agosto, che ha evidenziato enormi crepe nelle capacità decisionali e di governo della classe politica, le difficoltà del ministro Tremonti, in Europa visto spesso come un baluardo per la difesa dei conti pubblici, la scarsa capacità comunicativa ed i continui scandali pubblicati sui giornali
 
Oppure l'unico motivo del "sorpasso spagnolo" potrebbe essere quello evidenziato dallo stesso ministro dell'Economia Giulio Tremonti: "In Spagna hanno annunciato le elezioni anticipate"
 
Un semplice lapsus o una proposta concreta?

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.186) 5 ottobre 2011 10:09
    Damiano Mazzotti

    In Spagna non ci sono gli stessi politici da decenni, i politici sono più giovani e molte donne sono al potere.. La Spagna è piena di gente poco istruita e poco intelligente come in Italia, ma esiste la meritocrazia... da noi al potere ci sono sempre gli stessi vecchi cretini e ignoranti... chiamarli stupidi è un complimento.. Le leggi della stupidità di Cipolla andrebbero inserite nel programma di studio delle scuole pubbliche e private di ogni genere... e pure nelle università

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