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L’Ilva di Taranto: un affare di famiglia

A parole, dopo aver innescato il solito rito, dicono che il problema è risolto, si è trovata la soluzione per bonificare e non interrompere la produzione, e non si sono toccati gli interessi strategici nazionali, di pertinenza del governo italiano tanto cari al ministro Passera, forse un giorno quando scriverà le sue memorie ci racconterà quali sono. Forse le trivelle selvagge al 4% di royalty per favorire le multinazionali a discapito dei cittadini italiani.

Ma veniamo all’incontro. Il presidente dell’Ilva Ferrante ha subito messo in chiaro che "abbiamo già impegnato e finanziato 90 milioni di euro e abbiamo in animo di finanziarne a breve altri 56: per un totale di 146 milioni che l'Ilva mette per l'ambiente". Poi ha aggiunto: "l’azienda non ha mai distribuito dividendi tra i soci, ma ha investito per l'efficienza e l'ambiente per un totale di 4 miliardi e mezzo di cui 1 miliardo e 100 milioni per l'ambiente".

Alla domanda legata alla seconda inchiesta legata alla collusione e alla corruzione da parte dei dirigenti dell’azienda, Ferrante ha detto: ”Regole rispettate, non siamo fuorilegge, la legge l'abbiamo sempre osservata e rispettata. Ci muoviamo e ci siamo sempre mossi rispettando le prescrizioni dell'Aia - ha insistito - dobbiamo dimostrare la volontà di risanamento e di messa in sicurezza e lo faremo. Se c'è una strada, anche piccola, per far prevalere il dialogo la percorreremo. Al governo abbiamo chiesto certezza e chiarezza normativa e prospettiva, questi sono i presupposti affinché l'azienda continui ad investire su Taranto. Ogni imprenditore ha bisogno di pensare al futuro".
 
Il governatore della Puglia Vendola, invece ha subito voluto fare i complimenti ai saggi rappresentanti del governo presenti, che non hanno voluto aprire il conflitto di attribuzione con la magistratura. Diciamo subito che tra i soldi messi dall’Ilva e quelli del governo, Vendola si troverà a gestire un tesoretto di quasi 400 milioni, ma sentiamo le sue parole "Il governo ha dismesso l'intenzione di proseguire lungo la strada del conflitto di attribuzione con la magistratura: mi sembra questa una prova di saggezza. La novità di oggi - ha aggiunto - è l'indicazione del termine di chiusura dell'Aia e che verrà chiusa entro il 30 settembre, secondo l'impegno del ministro". Anche il ministro Clini è intervenuto su questo punto: "L'ipotesi di un conflitto di attribuzione è stata ventilata come ultima soluzione nel caso in cui non riuscissimo a evitare l'impasse che si stava creando e che io spero sia in fase di superamento".
 
Questo strano ministro dell’ambiente, sono tutti strani gli ultimi ministri dell’ambiente italiani, ha poi detto, parlando del piano del governo che prevede: “l'accordo con la Regione Puglia e il consenso di Ilva. Questo è un fatto nuovo, è la prima volta che questa grande impresa italiana accetta di lavorare con un approccio europeo che prevede la riduzione delle emissioni fino ad azzerarle".
 
L’altro campione di umanità e solidarietà verso i cittadini e verso il magistrato Patrizia Todisco, il Ministro Passera, dimenticando le sue dichiarazioni di qualche giorno fa ha riferito: ”Tappa importante, una giornata utile. Ci saranno altri incontri - ha sottolineato - tutto il governo si sente e si sentirà impegnato fino alla soluzione dei problemi. E' emerso un forte e chiaro consenso su una questione di fondo: nessuno può essere messo di fronte alla scelta tra salute e lavoro". "Auspichiamo - ha proseguito - che non vengano prese decisioni che siano irrimediabili nelle loro conseguenze, la collaborazione con la magistratura è e sarà totale".
 
Il 90 % della diossina prodotta in Italia, si crea a Taranto, è una tra le città più inquinate al mondo, le cinque persone al mondo con il più alto tasso di diossina nel sangue , vivono a Taranto, per non parlare di intolleranze allergie e altro rispetto al 1971, le forme tumorali sono aumentate del 100%.
 
La diossina presente, rispetto a quella di Seveso è di tre volte superiore e rispetto a questo il Governo subito pronto a schierarsi contro quel bravo giudice pronto a fare il suo dovere,perché lo prevede la legge, perché lo prevede la nostra Costituzione, perché lo prevede la vita e invece loro pronti a schierarsi sempre con gli stupratori, i violentatori, i corruttori e pronti a fare la voce grossa verso chi compie il proprio dovere, è l’idea di sud del mondo che non va, è l’idea di questi luoghi, terra di nessuno, dove ognuno si sente autorizzato a fare quello che cavolo vuole e il Ministro Passera si agita pure, minaccia a destra e sinistra, del lavoro non se ne frega niente, cosi come della vita degli altri, poi il Presidente Vendola dovrebbe spiegare che cavolo ha fatto in questi anni, visto che questa situazione dura da una vita invece di autocelebrarsi nella sua torre d’avorio con le sue chiacchere inutili, e tutto questo sempre a scapito dei cittadini italiani. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.224) 23 agosto 2012 22:29

    Vogliamo la chiusura dell’ILVA, vogliamo vivere, non morire. Monitorate anche Eni a taranto, quella puzza di gas la respiriamo giorno e notte, da star male. "Cari politici" e tutti coloro che credono ancora di poter muovere le pedine, la vostra superbia è la vostra vera prigione. Le vostre cattive azioni saranno la vostra condanna, per voi ed i vostri cari. Pirma o poi TUTTO torna.

  • Di (---.---.---.42) 23 agosto 2012 23:38

    io ho vissuto a Taranto 7 anni, ho lavorato in una azienda praticamente sotto l’ILVA, c’è solo da crepare.... non ci sono altre parole... il problema è che la gente che ci lavora o muore lentamente giocando alla roulette russa con i fumi oppure crepa di fame senza lavoro.. i maledetti mettono la gente di fronte a questa scelta da sempre. Capisco i lavoratori che vogliono lavorare per campare, ma pure gli altri Tarantini (e non) hanno diritto di non morire di cancro o di non mangiare diossina... 

    Taranto bella città, gente bella, mare bellissimo, anche se non sono di Taranto questo mi fa soffrire, che la gente e la città debbano essere ricattati in questo barbaro modo da Riva e dal governo corrotto.

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