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L’Europa (e l’Italia) ha bisogno di modelli di sviluppo e non di ricatti

Europa: è da ormai anche troppo tempo un comodo, anzi il comodo capro espiatorio per qualsiasi cosa, eppure è proprio ad essa che dobbiamo il più lungo periodo di pace che la storia ricordi e, nonostante gli americani negli anni settanta ci abbiano scaricato addosso la loro crisi, e nonostante ora ci stiano riscaricando quella successiva, è sempre all'Europa che dobbiamo il più grande periodo di prosperità che la storia ricordi.
 
"A ciascuno il suo" recitava un titolo famoso di Pirandello, e, a ciascuno il suo è a ciascuno la propria responsabilità: quella dell'attuale crisi è americana, dovuta al debito pubblico USA, il primo del pianeta, dovuto ai "derivati" USA - 751.000 Mld di $ -, dovuto alla bolla speculativa bancaria USA, dovuto alla bolla speculativa edilizia USA.
 
In definitiva, l'esito ultimo delle reaganomics che grazie anzitutto alla Thatcher si sono propagate anche da noi. Il problema della crisi è anzitutto un problema di modelli di sviluppo e di comportamenti politici ed economico-finanziari. E qui il ritorno ad esempio al validissimo Glass Steagall Act, cui ci si stava impegnando con il Dodd Frank Act (DFA), è stato parzialmente vanificato dai grandi attori economici e dalle lobby che dietro ad essi si celano, si veda per tutti Jamie Dimmon di J.P. Morgan.
 
In Europa con Basilea 3 ci troviamo praticamente allo stesso punto. L'esito è il mancato tracciamento netto della distinzione tra banche e banche casinò delineato invece dallo Glass Steagall Act. In altri termini: era fatto divieto alle Banche di speculare con i soldi dei loro depositandi. La reintroduzione di questa norma, fortemente sostenuta da "Occupy Wall Street" e dai "Viola People", oggi detta Volker Rule perché proposta da Paul Volker che in parte è riuscito ad introdurla nel DFA, è riuscita solo in parte proprio per il lobbismo della Morgan.
 
I capitali risucchiati dal settore finanziario e bancario sono ovviamente stati detratti a industria, imprese e famiglie: il crac di un settore ha effetto domino. In Europa, e nello specifico in Italia, l'esempio più fulgido è stato il recente atto salva Italia della BCE con il Governo Monti, i miliardi di Euro destinati dall'Europa per industria, imprese e famiglie italiane, grazie all'abile toglimento del vincolo da parte di Draghi, sono finiti direttamente nelle casse delle Banche e da lì nella finanza.
 
L'economia reale non ha avuto niente, laddove niente è una tara in più perché non avere quelle concessioni è significato per molti non poter fare fronte alla drammatica realtà. Come si vede non si tratta di battere i pugni sul tavolo con ricatti tanto estemporanei quanto ridicoli, ma, piuttosto, di portare avanti politiche concrete che possano fare uscire dalla crisi. Ma, su questo, proprio lo stesso "signore" che sbatte i pugni sul tavolo e ricatta, era ed è, guardacaso, in lobby affini (quando non nelle stesse) in cui sono anche Dimmon e gl'altri di J.P. Morgan e compagni: si predica in un modo e si razzola in un altro.
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