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L’Aquila, mala ricostruzione: quando lo sdegno è per le intercettazioni degli altri

Prima delle intercettazioni telefoniche che News-Town ha deciso di pubblicare, soltanto un infuocato e improvviso diverbio tra il Sindaco Cialente e il suo ex capo gabinetto avevano osato rivelare una realtà aquilana infestata da ricatti e metodi “mafiosi”. Ora sono passati cinque giorni ma ancora nessuna reazione da parte del Sindaco così come dalla senatrice Pezzopane, onnipresente sulla scena politica ma soprattutto sui social media. Per non parlare della minoranza in consiglio comunale la cui assenza comunicativa pesa come un macigno su questo capitolo di mala ricostruzione.

"Siamo scioccati, trattengo a stento la voglia di gridare. Non è immaginabile, fa parte di un mondo distante dal nostro. Corvi e sciacalli, provo un disprezzo enorme... e che gente di questo tipo sia accredita nelle stanze dell’istituzioni ma fa venire i brividi”: così Stefania Pezzopane in un’intervista telefonica rilasciata a La Repubblica commentava i contenuti delle intercettazioni della “cricca” che la notte del 6 aprile 2009 rideva pensando agli affari e agli appalti. Non da meno, il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, esternava senza mezzi termini tutta la sua indignazione: “Fanno rabbrividire e fanno schifo, si tratta di due sciacalli.

Bisogna chiarire che Anemone e Balducci, i due imprenditori che secondo la procura erano a capo del “sistema gelatinoso” legato agli appalti della protezione civile, non furono affatto arrestati per il contenuto di quelle intercettazioni che finirono agli atti come elementi dell’indagine in corso. Tantomeno furono accusati di aver perpetuato affari illeciti nella ricostruzione dell’Aquila. Ma l’11 febbraio del 2010, quando il contenuto moralmente deprecabile di quelle intercettazioni finì sulle pagine di tutti i maggiori quotidiani nazionali, sia il Sindaco Cialente che la senatrice Pezzopane si unirono all’opinione pubblica non esitando un solo minuto a manifestare tutto il loro disprezzo. E quando un anno fa la Procura dell’Aquila ordinò l’arresto del dirigente della Provincia Valter Specchio, sempre la Pezzopane non esitò a commentare: «Quadro inquietante. Un "Berlusconi de noantri" che non era certo arrivato per caso nella provincia dell' Aquila», individuando immediatamente la responsabilità morale in Berlusconi e quella politica in Antonio Del Corvo, appena eletto Presidente della Pronvicia dell’Aquila al suo posto.

Adesso che delle intercettazioni altrettanto imbarazzanti, seppur penalmente irrilevanti, riguardano gli stessi amministratori e i dirigenti del Comune dell’Aquila, amici e conoscenti, i due non sentono più il bisogno di gridare. Anzi, tacciono proprio come tace la maggior parte della stampa. Mentre il diretto interessato minaccia querele e denunce contro chi ha osato pubblicare e commentare quelle intercettazioni.

Tra i politici aquilani, l’unica voce chiara che si è alzata è stata quella della senatrice Enza Blundo del M5S. “La pubblicazione di alcune intercettazioni telefoniche e ambientali tra alti responsabili dell'amministrazione del Comune dell'Aquila e alcuni imprenditori rivelano a tutti noi degli scenari inquietanti davanti ai quali il Sindaco Massimo Cialente non può rimanere silente”, ha detto la Blundo. Ma anche il comunicato di una senatrice della repubblica ha avuto poco successo sugli organi di stampa che, tranne in qualche caso, hanno preferito soprassedere.

E oggi (14 dicembre, ndr) il consigliere Comunale di Appello per L’Aquila, Ettore Di Cesare, nella conferenza stampa tenuta in Comune su questi argomenti, si è dichiarato sinceramente stupito dall’assordante silenzio della Stampa intorno questa vicenda. Anche Di Cesare non pretende di dare valutazioni a livello legale e di legittimità, ma chiaramente un valore etico e morale deve essere pur dato su queste vicende. E nessuno pretende che sia sempre e solo un giudizio della magistratura, o solo i comunicati della Pezzopane, a decidere cosa sia la buona e la cattiva politica.

Sappiamo che le ordinanze del Governo, al fine di favorire e accelerare la ricostruzione, hanno permesso al Comune di agire legittimamente con molta più discrezionalità e senza seguire le normali procedure. Come nell’affidamento diretto degli appalti urgenti per milioni di euro. Nelle intercettazioni pubblicate da NewsTown sono quegli stessi amministratori del Comune a ipotizzare un giro di affari non proprio puliti. Così come, l’estate scorsa, fu proprio il sindaco Cialente a parlare di “metodi mafiosi” all’interno del Municipio.

Tutto questo non dovrebbe quantomeno indignarci e pretendere che venga fatta chiarezza? Davanti a una ricostruzione rimasta al palo e all’apparenza improvvisata, dobbiamo ancora credere alla “teoria del complotto” che ha visto prima il Governo Berlusconi, poi quello Monti e oggi quello del “leone” Letta ordire ai danni della nostra città per vederla finalmente distrutta e abbandonata? Oppure dobbiamo credere che l’unica vera colpa della “cricca” era, più che ridere, quella di non conoscere il dialetto aquilano?

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