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L’Alta Velocità batte gli aerei, ma al sud... Cristo continua a fermarsi ad Eboli

L'Alta Velocità batte gli aerei, ma al sud... Cristo continua a fermarsi ad Eboli

La nube eruttiva del vulcano islandese Eyjafjallajkull (ma perché non proviamo a chiamarlo Pippo, dalle nostre parti?) ha finito per assestare il colpo finale all’aereo nella contingente competizione con il treno ad Alta Velocità.
 
Di per sé il treno aveva il vantaggio di lasciare l’utente/viaggiatore nel cuore delle città, e non a distanza tale da richiedere due ulteriori viaggi supplementari, quello per raggiungere l’aeroporto di partenza e quello per lasciare l’aeroporto d’arrivo; aggiungendo le perdite di tempo per l’imbarco, alla fine il recupero di tempo grazie all’Alta Velocità poneva i due sistemi in forte competizione come mai erano stati. A questo si è aggiunto, dopo l’attentato alle torri gemelle di New York, il dilatarsi delle seccature e dei tempi per l’imbarco per motivi di sicurezza.
 
Sul piano economico, invece, si è assistito ad un decremento del prezzo del biglietto d’aereo grazie alle compagnie low cost; contrastato, però, dai forti costi di permanenza in aeroporto, dove una bibita si finisce per pagarla quanto un pranzo in una trattoria per camionisti. Il confronto economico finale è ballerino, e precisamente a vantaggio dell’aereo se il viaggiatore accetta di partire quando lo decide la compagnia aerea e non quando lo vuole lui.
 
Morale della favola, si è ipotizzato un futuro di viaggi in treno per le categorie economicamente avvantaggiate e disposte a pagare di più per un mezzo più comodo ed affidabile; e viceversa, per la categorie economicamente meno attrezzate, un futuro di voli di compagnie low cost, accettati nella loro incertezza perché meno costosi.
 
Aggiungere a questo la nube di Pippo ed il conseguente divieto di volo nei cieli del Nord Europa, sembra aver fatto volgere l’ago della bilancia in favore del treno. Forse resteranno utenti delle ferrovie coloro che hanno preso d’assalto le stazioni ferroviarie e che hanno potuto riassaporare il viaggio più tranquillo con un mezzo, che non ha certo perso il suo fascino di un tempo.
 
Orbene, da tutto questo è assolutamente estraneo il Meridione d’Italia.
Innanzitutto la nube di Pippo non è di così grandi dimensioni da raggiungerlo; e, poi, neanche l’Alta Velocità riesce a farlo. Perché per l’Alta Velocità è accaduta la stessa cosa verificatasi qualche decennio orsono, quando si sono costruite le autostrade e, giunti a Salerno, si è deciso di non proseguire oltre (che nessuno si azzardi a chiamare autostrada la Salerno-Reggio Calabria! ).
 
Oggi l’Alta Velocità giunge sino a Napoli con i treni ed a Salerno con i binari. E, come allora, si è persa l’occasione per dotare il Meridione di una infrastruttura essenziale per il suo sviluppo. Insomma, parafrasando Carlo Levi, Cristo continua a fermarsi ad Eboli. Certo, dirà qualcuno, però si farà il ponte sullo stretto di Messina; che magari entrerà in funzione fra qualche decennio, mentre l’Alta Velocità lo è già sino a Venezia, sino a Milano, sino a Torino.
 
E poi qualcuno si meraviglia che il Sud è arretrato e fiorisce il mercato dei saggi destinati a sviscerare le mille cause che hanno portato all’arretratezza meridionale, riprendendo sinanco le teoria razziali del Lombroso. L’idea che a causarla siano le Italiche Istituzioni con i loro malfunzionamenti e con la loro sistematica stracafottenza (direbbe il commissario Montalbano), questa non viene in mente a nessuno.
 
Pippo, invece, risulta molto simpatico al Sud; in fondo è un fratello maggiore dell’Etna, dello Stromboli, del Vesuvio, tutti italici rigorosamente mediterranei e meridionali. Ed anche sull’Etna, in inverno, vi sono tre metri di neve.

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