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Kosovo, and the winner is...

Behgjet Pacolli, imprenditore miliardario e leader del partito Alleanza per il nuovo Kosovo (AKR), è stato eletto Presidente. Con i voti di appena 62 deputati e nussun voto da parte dell’opposizione il tanto ricco e tanto discusso ex marito di Anna Oxa rappresenterà per i prossimi cinque anni, dentro e fuori i piccoli confini del Kosovo, tutti i suoi connazionali.

Kosovo: la voce del coniglio

Martedi 22 febbraio, a Pristina si è consumata una storica ma movimentata giornata, con l'Assemblea impegnata ad eleggere il Presidente del Kosovo. Da diversi giorni il nome più accreditato era quello di Behgjet Pacolli. La certezza si è materializzata quando, nella serata di lunedì, Hashim Thaci ha raggiunto l'accordo di governo tra il suo partito, il PDK (Partito Democratico del Kosovo), e quello di Pacolli, l'AKR (Alleanza per il nuovo Kosovo).

L'opposizione, intenta a rovinare la festa al nuovo Primo Ministro Thaci, ha avuto la peggio. Il ricco magnate sessantenne è stato eletto terzo Presidente della neonata Repubblica. Per la costituzione del Kosovo, e precisamente per il comma 4 dell'articolo 86, "il Presidente della Repubblica del Kosovo viene eletto con la maggioranza dei due terzi (2/3) di tutti i parlamentari che compongono l'Assemblea". Il comma 5 dello stesso articolo, invece, recita testualmente che "se nei primi due turni la maggioranza dei due terzi (2/3) non viene raggiunta da nessun candidato, un terzo scrutinio viene svolto tra i due candidati che nella seconda votazione hanno raggiunto il maggior numero di voti. Il candidato che ottiene la maggioranza dei voti dell'Assemblea verrà eletto come Presidente della Repubblica del Kosovo".

Per la cronaca della giornata è il caso di ricordare che al primo turno nessuno ha ricevuto i voti sufficienti per essere eletto. Al secondo turno neanche. Si è proceduto fino al terzo scrutinio (art. 86, comma 5). Ma è a questo punto che per molti si è consumato uno strappo costituzionale. Prima dell'avvio della terza votazione, Hashim Thaci chiede e ottiene dallo speaker dell'Assemblea una pausa per delle consultazioni. Il break ha avuto successo. Al terzo turno si è avuta la fumata bianca. Si è evitato il peggio, ovvero quanto riportato nel comma 6 dello stesso articolo 86, che recita "se al terzo scrutinio nessuno dei candidati viene eletto Presidente della Repubblica del Kosovo, l'Assemblea si scioglie e nuove elezioni avranno luogo entro quarantacinque (45) giorni".

Molti gridano allo scandalo, altri affermano che si è violata la costituzione ed insieme le regole e le procedure dell'Assemblea. Poco importa. Behgjet Pacolli, imprenditore miliardario e leader del partito Alleanza per il nuovo Kosovo (AKR), è stato eletto Presidente. Con i voti di appena 62 deputati e nussun voto da parte dell'opposizione il tanto ricco e tanto discusso ex marito di Anna Oxa rappresenterà per i prossimi cinque anni, dentro e fuori i piccoli confini del Kosovo, tutti i suoi connazionali.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.127) 26 febbraio 2011 10:24
    Damiano Mazzotti


    Dove vuoi andare oggigiorno senza i miliardi in tasca...

    Che futuro globale triste per la politica...

    Però forse nel caso del Kosovo potrebbe essere il classico caso di eccezione positiva che conferma la regole...

    Speriamo bene... In bocca al Kosovo, che come l’Italia pullula di voraci lupi mafiosi...

  • Di Raffaele Coniglio (---.---.---.0) 26 febbraio 2011 10:32
    Raffaele Coniglio

    Ciao Damiano,
    anch’io credo che l’eccezione Kosovo possa esistere. Penso che Pacolli sia un uomo che possa far crescere in positivo l’immagine del Kosovo all’estero. In questo senso gli va dato il merito di aver spinto, direttamente o per il tramite delle sue tante conoscenze, vari paesi affinchè riconoscessero l’indipendenza del Kosovo. Ha poche ombre, ricollegabili ai suoi giri di affari, ma non al passato da guerrigliero.
    Non è da escludere che dalla posizione di presidente possa fare di più anche sotto l’aspetto della distensione dei rapporti con la Serbia e la Russia. Quello che registro sono le torbide manovre di potere orchestrate da Thaci, il risicato numero e le modalità, seguite dalle proteste dell’opposizione, con cui è stato eletto. Ma questi sono piccoli dettagli per un paese che "come l’Italia pullula di voraci lupi mafiosi..."

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