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Italiani: un popolo di ignoranti che ha permesso il crollo del sistema paese

Il popolo italiano è ignorante. Certo, genericamente parlando. Non solo: soffre di dispercezione della realtà. Non sono io a dirlo, ma l’annuale classifica realizzata da Ipso Mori, e che ci colloca al primo posto in Europa come popolazione più ignorante e solo al dodicesimo a livello mondiale.

Che piaccia o meno è una realtà, e non è nemmeno necessario andare a verificare questi dati leggendo studi e classifiche: basta viverci in Italia, e avere a che fare con certi italiani per apprendere il livello generale di incultura e anche quello sulla dispercezione della realtà, sempre confermata da studi e ricerche.

Purtroppo, però, il basso livello culturale dell’italiano medio non significa solo una popolazione di incolti. L’ignoranza genera disastri a iosa, e di vario genere e livello. Essa non permette di comprendere gli accadimenti, ed è per tale ragione che la gente non è in grado di reagire a essi.

Non è un caso se nelle nazioni orientali si scende in piazza già solo quando vengono proposte leggi che, qualora venissero ratificate, porterebbe a un diverso assetto del sistema politico e sociale. Le manifestazioni che, dallo scorso aprile, incendiano le strade di Hong Kong sono una prova concreta di come altrove le cose vadano in maniera diversa rispetto all’Italia. La gente comprende cosa accade e reagisce di conseguenza. Non ci stanno a farsi trattare da pecore perché pecore non sono.

La stessa reazione l’abbiamo verificata in Francia, quando una fetta di popolazione ha alzato il culo e per mesi ha condotto una delle più grandi manifestazioni popolari della storia europea degli ultimi decenni. Anche da quelle parti la gente si rende conto di ciò che accade (non soffre quindi di dispercezione della realtà) e si interessa anche all’apprendimento delle tematiche riferite ai propri diritti di cittadini e di contribuenti. Ecco perché arrivano a manifestare platealmente contro la politica e il sistema che vorrebbe rendere impraticabile qualsiasi forma di democrazia.

Da noi? Un vero disastro. Troppa gente non sa un fico secco di politica, di economia, di Costituzione e di diritti civili. Passano il tempo pontificando su ogni argomento non conoscendo nulla di ciò su cui pretendono di argomentare.

Non basta: la dispercezione della realtà rende molti italiani incapaci di andare oltre il loro naso. Si convincono di cose irreali per poi non credere alle cose reali.

Se a tutto questo aggiungiamo una tendenza all’arroganza, che rende impossibile per alcuni il rispetto dei diversi livelli di cultura e di intelletto, ecco che la frittata è fatta: “L’uno vale uno” molti lo hanno assimilato col significato di “Tutti siamo pari livello culturale e di esperienza”. Una minchiata col botto.

Ora siamo arrivati a un livello ancor più basso, con l’arrivo di personaggi a scaldar poltrone di governo che non hanno competenze valide, non sono preparati per l’altissimo e difficilissimo compito di amministrare una nazione in crisi, non possono vantare livelli culturali di prestigio e nemmeno capacità diplomatiche, gestionali ed esecutive di tutto rispetto.

Non cito nomi perché la situazione è generalizzata. Così come generalizzato è il livello di profonda ignoranza tra la popolazione e che ha permesso di smontare, inderogabilmente, qualsiasi speranza di un assetto democratico nazionale.

Ormai si parla solo di potere, di poltrone e di denaro, meglio se quello degli italiani su cui tutti nutrono notevole interesse, in special modo per ciò che riguarda ogni metodo atto a sfilarcelo dalle tasche. Sta accadendo di tutto e la popolazione dorme un sonno profondo. Si parla di tassare i prelievi di contante, di ficcare il naso in tutte le azioni dei cittadini, di aumentare le imposte e diminuire i diritti civili. Tutti muti. Nessuno che scenda in piazza a urlare "Basta"!

Macché, reazioni della popolazione? Zero. O meglio, sui social network, su cui vengono riversati rabbia, sconcerto, sterile indignazione, false informazioni, dibattiti basati sul nulla e chiacchiere da bar.

Siamo destinati a precipitare negli inferi ancor peggio di come siamo messi oggi. Il tutto accade senza un minimo di reazione da parte della popolazione, che sa solo lamentarsi sterilmente, senza sapere troppo bene perché. Altro che "Popolo sovrano". Questa è sempre stata, e resta, una popolazione di pecore belanti. Non me ne vogliano i lettori, ma accettare la realtà dei fatti è un buon primo passo per cambiare. Ma cambiare davvero. L'aria del cambiamento in atto è infetta, e rischia di ucciderci tutti. Proprio sicuri che il lassismo e l'ignoranza siano ancora la scelta migliore?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.134) 15 settembre 2019 19:18

    BONG > Nel bene e nel male i partiti (quelli con tanto di background politico) erano capaci di coinvolgere le masse, Cambiavano le forme di espressione, più o meno eclatanti, ma vigeva il concetto di un filone identificativo condiviso.


    Da qualche tempo il primo obiettivo è “apparire”, lanciando slogan di facile presa e/o impatto emotivo. Il SUCCESSO è misurato sul seguito di like.


    Si moltiplicano così le “libere” ricette di civismo pronte a cavalcare l’onda più possente.

    Fino a quando non verrà presentato il conto da pagare. Quello vero e davvero salato.

    Offrire tale sorta di “bong” è blandire la PESCITUDINE di chi …

  • Di Enzo Salvà (---.---.---.64) 16 settembre 2019 15:59
    Enzo Salvà

    Su dispercezione. social network, sterile indignazione sono d’accordo con Lei.

    Di Hong Kong so poco ma lì si vive una situazione di passaggio da un modo di vivere ex coloniale della cultura e pratica inglese ad una Cina che, in quanto a diritti umani e opposizione, non è certo un modello.

    I francesi hanno fatto un mezzo casino partendo dai Social: probabilmente l’aumento delle accise sui carburanti è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso di una mutazione di condizione sociale ritenuta ingiusta: in Italia, a quelle condizioni, non ci siamo mai nemmeno arrivati, ma tant’è.

    La classifica IPSOS è molto interessante, il risultato finale ci dice che i Paesi dove la corretta percezione è più elevata, sono anche quelli dove anche il dubbio sulla propria percezione, è più elevato. E’ un segnale di intelligenza e di elevazione culturale? Mi sembra di sì.

    Siamo provinciali, non conosciamo la condizione sociale di altri Paesi che hanno, come noi, polpa e osso, magari diversamente suddivisi. Condizioni che non vengono mai raccontate/analizzate contemporaneamente. Sempre e solo una faccia della medaglia e a casa ci beviamo tutto e deroghiamo addirittura sulla dignità personale.

    Il Suo articolo mi fa però tornare alla mente la lectio magistralis di Umberto Eco che parlava “anche” dell’invasione degli imbecilli, e va bene, ma anche di chi approfitta della rete, tabloid sensazionalistici, partiti politici, notizie false non filtrate, ecc.

    Assegnava un ruolo alla stampa ed alla rete: un servizio di verifica dei dati, opportunità non sfruttata né dagli utenti della rete né dai giornalisti. Trovo più interessante questo che l’abbinamento social/bar, azzeccatissimo.

    C’è una grande responsabilità dei media, del mondo dell’informazione. Il quarto potere, che sempre più spesso e volentieri assomiglia ai social, diffonde tanta propaganda a scapito della correttezza della notizia, altro che le cinque regole del giornalismo inglese,

    Mi rendo conto che anche la demagogica legge sull’editoria ha fatto danni, Le auguro buona fortuna, ma non credo cambierà molto. Anche il Suo mondo è abbastanza portato verso gli slogan e le mezze verità. Così si alimentano gli equivoci ed in questo mare di informazioni diventa difficile per gente comune capire ed orientarsi, anche per coloro che, come me, sarebbero interessati.

    Tenga presente che la maggior parte della gente ricava notizie dalla televisione: TG e Talk, Le sembrano di qualità? Io spero che i programmi di approfondimento siano altrettanto seguiti, non lo credo.

    Se la gente, non sa un fico secco di nulla ma tutti “siamo diventati tuttologi”, non è “solo” colpa nostra, non è solo nostra responsabilità: l’ignorante rimane tale se chi ha conoscenza non si sforza di diffonderla in maniera comprensibile, la più completa possibile, tentando di suscitare interesse e curiosità: i media hanno una funzione di divulgazione estremamente importante in questo.

    Ma i media, tutti, devono cercare di dividere la pula dal grano, i fatti dalla propaganda: col cavolo che un comune cittadino può farlo da solo.

    In politica, anche solo per eleggere i tuoi rappresentati, in un certo senso, tuttologo devi esserlo comunque. Certo è che, se si parla di politica e non si partecipa nemmeno al Consiglio Comunale del paese o della cittadina in cui abiti, vai poco distante.

    Eppure da imparare ce ne sarebbe: è sufficiente partecipare per comprendere la complessità della conduzione della cosa pubblica e confrontare le parole dette in Consiglio con quello che leggerai sui social degli stessi protagonisti o i notiziari il giorno dopo. Oggi non serve nemmeno essere presenti, quasi tutti i Comuni registrano le sedute e le trovi su internet.

    Ma come possiamo rimediare? Tramite i partiti che hanno perduto ogni valore ideale e principio, tutti tesi a “vincere”? Partecipando alla vita locale? Si, se non fossimo così presi a renderci conformi all’atteggiamento del più forte, bullo grullo.

    Come si rimedia? Probabilmente solo sbattendoci le corna e facendoci del male.

    Un Saluto

    Es.

  • Di Emilia Urso Anfuso (---.---.---.241) 16 settembre 2019 16:08

    Buonasera e grazie per il suo commento e la sua analisi

    Tutto ciò che ha riportato è ciò che sostengo da molti anni, compreso ciò che ha scritto sul mio settore professionale

    Posso parlare per me: da anni faccio il mio mestiere senza mai dimenticare quale sia la mia missione centrale, quella di informare, rendere edotti, far emergere realtà e dati che, altrimenti, i cittadini stenterebbero a conoscere.

    Per il resto, ribadisco: concordo su tutta la linea.

    Un caro saluto e a presto

  • Di Sardine in barile (---.---.---.252) 22 novembre 2019 16:06

    Evocare però il Fascismo, come Vauro e tanti altri, è offensivo nei confronti di chi ha vissuto il Fascismo sulla propria pelle. Perché il Fascismo è un’altra cosa..

  • Di angelo umana (---.---.---.37) 19 febbraio 2020 18:07
    angelo umana

    Per "l’altissimo e difficilissimo compito" di amministrare la cosa pubblica e legificare per il bene dei più, è sicuro che di persone ne abbiamo avute, qualificate colte istruite: il punto è che in molti casi sono state queste stesse ad agire pro domo sua. L’ignoranza del popolino è diffusissima come lei dice, ma come si fa ad avere talmente tanta istruzione da fare noi tutti i watch-dogs della politica? O da informarsene puntualmente? Quanto si dovrebbe leggere? Già avere però delle regole di incensuratezza, di pubblicità dei loro atti, della misura del loro patrimonio ad inizio e a fine mandato, sarebbero delle protezioni.

  • Di Reno (---.---.---.166) 5 marzo 2020 18:12

    visto come il governo ha confrontato il coronavirus cinese, questo articolo è cento per cento giusto.

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