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 Home page > Tribuna Libera > Italiani sì, ma solo per il pallone

Italiani sì, ma solo per il pallone

E' da sempre noto come la nostra nazione quando c'è di mezzo il calcio, si esalti. E non ci sarebbe niente da ridire se fosse un periodo come tanti altri. Ma, ahimé, siamo nel bel mezzo di una crisi planetaria senza precedenti, e al nostro belpaese, o meglio, all'italiano medio basta una partita della nazionale per dimenticare i tanto recenti insulti a Monti e compagnia bella e pensare solo alla sua nazionaluccia, quasi assuefatto.

Popolo immobilista per DNA, il nostro; preferisce pensare al suo piatto di spaghetti piuttosto che allo tsunami economico e sociale che ci si pone davanti, ma d'altronde siamo sempre stati storicamente sostenitori della teoria del "finché succede a quello che mi sta affianco va bene, poi se succede a me m'incazzo". Il fatto è che ci sta succedendo da un pezzo quello che è già successo alla Grecia e sta succedendo anche alla Spagna, ma noi popolo buono più per scazzottate da bar che per le rivoluzioni proprio non riusciamo a incazzarci; così nel dubbio, vediamo Euro2012 e parliamo di quanto è stato bello il cucchiaio di Pirlo o condividiamo link su Facebook sui tatuaggi di De Rossi, che pena!

Non ci rendiamo conto di quanto siamo patetici, inconcludenti, e lo siamo da ben 150 anni, non da ieri; lo stereotipo dell'italiano medio si è formato lentamente e oggi la stragrande maggioranza della popolazione è affetta da questo ridicolizzante morbo, sudditi dell'informazione spicciola, dei telegiornali, del "sembra che vada tutto bene" detto dal politicante di turno alle 20.30 in tv mentre tu, proprio tu italiano medio stai inforchettando il tuo boccone di spaghetti e nemmeno fai troppo caso a quanto ti prendano in giro quegli omini tutti uguali che si muovono nella tua tv.

A peggiorare la situazione c'è il fatto che, questa nuova generazione (ossia la mia), si prospetta più ignorante e incline alla manovrabilità delle precedenti; pupazzi omologati dai 15 anni, uno vale l'altro e 2 volte su 4 anche un cervello vale l'altro , purtroppo. Ad un occhio attento il futuro in Italia appare offuscato, senza certezza, all'italiano medio invece ; non appare, fortunatamente per lui ora starà guardando uno dei duecento programmi sugli europei targato RAI.

Spero che qualcosa ci svegli presto di soprassalto, spero che questo popolo intorpidito riprenda coscienza. Ci vuole informazione, ci vuole però, anche voglia di sapere.

A presto,

un italiano

 

Ps: "Mi scusi presidente, lo so che non gioite se il grido Italia Italia c'è solo alle partite!" Giorgio Gaber

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