• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Caso Cucchi: ancora una volta, la legge non è uguale per tutti

Caso Cucchi: ancora una volta, la legge non è uguale per tutti

L'ennesima conferma che in Italia la giustizia funziona male, anzi a comando, è arrivata il 4 maggio con l'assoluzione del funzionario del Prap, condannato in primo grado a due anni di detenzione lo scorso 25 gennaio per la morte di Stefano Cucchi e oggi assolto perché "il fatto non sussiste".

Abbandono di incapace, falso, abuso d'ufficio, favoreggiamento, omissione di referto e di atti d'ufficio e lesioni. Queste le accuse che pendevano e pendono tuttora, visto che il processo ordinario è ancora in corso, sulle teste dei 12 imputati, compreso il suddetto funzionario, reo di aver concorso alla falsa rappresentazione delle reali condizioni di Stefano per consentire il suo ricovero al Pertini e di aver abusato del suo ufficio aiutando anche gli agenti della penitenziaria a eludere le investigazioni.

Queste accuse che peraltro erano state ampiamente verificate da perizie nel corso di tutto il processo sono crollate inspiegabilmente lasciando, almeno per ora, una famiglia senza giustizia e dando la conferma che le istituzioni possono ciò che vogliono, ma non è una novità.

Purtroppo qui ci ritroviamo a parlare di un qualcosa che in Italia succede spesso, ma di cui si parla sempre troppo poco, quasi che tutti vogliano coprirsi gli occhi, vogliano far finta di niente: stiamo parlando dell'abuso di potere. Stefano purtroppo non è stato il primo e non sarà neanche l'ultimo .

Ricordiamo ora alcuni precedenti storici, prendendo in considerazione i casi Aldovrandi, Sandri e Uva. Per il primo c'è stata, solo nel 2010, una parziale giustizia con il risarcimento di un milione di euro alla famiglia e l'anno dopo con la conferma delle 3 condanne ai vari imputati (8,10 mesi e un anno), un po' poco per un omicidio.

Mentre per il caso di Gabriele Sandri, chiusosi il 14 febbraio, la cassazione si è spinta più in là; 9 anni e 4 mesi di detenzione, ma qui le prove erano schiaccianti. Un agente di polizia che spara ad altezza d'uomo da una carreggiata all'altra dell'autostrada fa veramente troppo rumore.

Rumore che non ha fatto, invece, il caso di Giuseppe Uva, morto in circostanze "fumose" nella caserma di Varese per aritmia cardiaca, causata secondo il pm da farmaci somministratigli dallo psichiatra; dose di farmaci che poi si è rivelata inidonea al decesso. Ricordiamo che in varie testimonianze la sorella di Uva, racconta di aver visto il cadavere del fratello con numerose ossa scomposte e con una perdita di sangue dal retto, ma, non si sa come, nessuno ha chiarito fino ad ora queste circostanze a dir poco disumane.

Citando queste tre storie si arriva a porgersi diverse domande: perché funzionano così male le istituzioni italiane? Perché non ci sono più controlli? Sono domande che altri si sono fatti prima di me ma a cui sono arrivate scarne risposte; e intanto, numerose famiglie attendono giustizia, ma al massimo arriveranno al classico "contentino".

E' evidente, in Italia la legge NON è uguale per tutti.

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.224) 8 maggio 2012 13:15
    Sandro kensan

    Fanno molta rabbia casi come questi dove le torture attuate dalla polizia sono un malcostume tollerato. Poi si leggono di paesi in cui la tortura è pratica più diffusa di quanto avviene in Italia e allora ci si scandalizza ancora di più e ci si tranquillizza per il fatto che i livelli dei peggiori paesi non sono stati ancora raggiunti.

    E chiaro che se la situazione sociale dovesse farsi molto calda l’infrastruttura per torturare i dissidenti o malcapitati è pronta e operativa. La legge contro la tortura in Italia non c’è e il motivo è che non vogliono smantellare l’infrastruttura che ritengono di grande utilità.

  • Di (---.---.---.238) 8 maggio 2012 23:45

    Per quanto riguarda il dolorosissimo caso Cucchi, abbiamo un precedente famoso: il caso Tortora. Purtroppo più che un fenomeno di istituzioni è un fenomeno culturale. La gente criminalizza allo stesso modo gli spacciatori e le povere vittime della droga che invece come tali andrebbero aiutate e confortate con tutta la solidarietà umana possibile.
     Ricordo benissimo il caso Tortora , tutti lo condannavano anche le persone più miti. Mi battevo da solo contro tutti in sua difesa.
    Cesare Zaccaria

  • Di Armando Giubilei (---.---.---.250) 9 maggio 2012 12:30

    Cosa verissima, purtroppo in italia tendiamo a generalizzare sempre. Ma la cosa più importante sono i frequenti abusi di potere delle forze dell’ordine , a volte il comportamento da delinquenti lo assumono proprio loro per primi, ma nessuno ci fa caso, portano una divisa...

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares