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Italia, una Repubblica fondata sul lavoro che non c’è

L’Italia, dal punto di vista lavorativo e occupazionale, sta ormai alla frutta. Secondo il Cns entro la fine del 2009 più di mezzo milione di Italiani perderanno il loro posto di lavoro, ma questo è solo una parte di un grave problema che i giovani si porteranno dietro chissà per quanto tempo.

Un problema che affligge milioni e milioni di persone, con o senza famiglia che come ogni santo uomo presente su questa nazione, ha l’esigenza di portare almeno un pezzo di pane a casa per mangiare.

Il lavoro in Italia da strumento di ricchezza e di sostentamento della famiglie, si sta trasformando in un optional. In un paese che secondo la costituzione "è fondato sul lavoro" è difficile pensare che molte persone non ce la fanno ad arrivare a fine mese.

Il lavoro non è solo mancanza di risorse e di occupazione, ma è anche mancanza di meritocrazia: il figlio dell’avvocato diventa anche lui avvocato, il figlio del medico diventa medico, il figlio di un operaio spesso diventa anche lui operaio; non importa se queste persone siano incompetenti o ignoranti, sono i figli dei figli e quindi hanno un vantaggio in più, in barba a persone che con lauree, master e specializzazioni si fanno il sedere quadrangolare senza avere la minima soddisfazione.

Il lavoro è anche questo. Per lavorare, o sei raccomandato o fai la fame, e da questo i nostri politici traggono senza esagerate l’80% dei loro voti. Io, disoccupato, se sento un politico che parla di investimenti, e poco dopo sento uno che dice "se mi dai il voto ti dò il posto fisso" è chiaro che voto a quello che mi promette il posto fisso, che poi è una presa in giro ce ne rendiamo conto sempre dopo.

Che speranze può avere un giovane?

Cosa fa un giovane per trovare lavoro?

Legge gli annunci su internet, sui giornali e chi più ne ha più ne metta, ma si rende conto che le opportunità di un posto fisso sono praticamente nulle. Si leggono cascate di annunci che parlano solo di provvigioni e di rappresentanze, una categoria di lavoro che in Italia difficilmente può trovare torna conto dato che molte persone non si possono permettere quelle cose che rappresentano, e alla fine ci si va più a perdere che a guadagnare.

Tutti parlano di crisi, un mostro che sta divorando le aziende questo lo sappiamo, però credo che la crisi se c’è non deve fare discriminazione meritocratica. La crisi la accusiamo tutti , c’è ed è presente in ogni settore, tranne quella delle raccomandazioni.


I raccomandati il lavoro ce l’hanno sempre, riescono sempre a tenere un buon salvagente, cambiano lavoro in poco tempo, e si permettono anche il lusso di licenziarsi, tanto qual è il problema, paparino e mammina lo inseriscono da qualche altra parte, alla faccia di tutte quelle persone sfigate, che però si impegnano e sono competenti.

Io cittadino, che sono disoccupato, esigo delle risposte dalla classe dirigente politica, ma Berlusconi risponde che la colpa è tutta dei cittadini che sono pessimisti (comunisti), che non comprano. Certo lui con tutti i soldi che si è magnato e si è conservato in conti presenti in tutto il mondo, problemi non ne ha, come tutti i politici d’altronde. Mio nonno diceva "il sazio non capirà mai il morto di fame". Il Papa fa il paladino del Premier dicendo che non dobbiamo scoraggiarci, e secondo lui dinanzi alle statistiche dell’INPS, del CNS e compagnia bella, che mostrano una disoccupazione che aumenterà fino al 9%, dovremo stappare una bottiglia di champagne e essere ottimisti.

Tutti abbiamo il diritto di avere un cavolo di lavoro per poter mangiare quel pezzo di pane ogni giorno.

La disoccupazione aumenta e con essa aumentano anche i furti, gli omicidi, gli introiti della criminalità, e questo mi sembra il segnale lampante che molte persone, essendo arrivate al limite di sopportazione, hanno come unico modo per campare quello di delinquere, e noi li sbattiamo per 15-20 anni in galera (giustamente) quanto poi al governo ci sono persone che truffando si sono meritate un posto in parlamento (ingiustamente).

Di chi è la colpa di questa situazione?
Se poi penso che in quel 9% stimato, non sono compresi i precari, i tanti lavoratori in nero, quelli che hanno contratti ridicoli come quelli a progetto, Co.Co.Pro e derivati, le statistiche si fanno veramente allarmanti. Il controsenso poi è che molte persone ci lasciano anche la pelle; "morti bianche" le chiamano, ma sono tutti omicidi, perchè gli imprenditori, per colpa della loro bramosità di guadagno, credono di trattare i lavoratori come schiavi, minacciando di licenziarli se non fanno questo o quello, ed ecco che ci casca il morto. Questi sono omicidi colposi, altro che morti bianche e colorate.

Avremo mai una speranza? Sono fiducioso, spero che le ultime inchieste sulla mafia faranno cadere questa Repubblica fondata sulle raccomandazioni, sperando che una ventata di freschezza e di menti giovani, possa risollevare questo paese, una volta e per tutte, perchè sono convinto che appena passerà questa crisi, i miglioramenti saranno quasi nulli, perchè questo problema del lavoro, c’era anche prima della crisi e questo bisogna ricordarselo.

C’è molto di personale in questo articolo lo so, come reporter dovrei essere imparziale, però è un problema che tocca da vicino anche la mia coscienza, come quella dei miei amici e di miei parenti, che piangono per il fatto che non si trova lavoro, mentre attorno a noi vediamo gente che inspiegabilmente lo trova solo perchè raccomandata.

Viva l’Italia!!!!

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.41) 2 settembre 2009 21:37

    hai proprio ragione! te lo dice un figlio di operaio che per 13 anni è sopravvissuto in questa giungla a fare l’ impiegato ovviamente peggiorando da contratto in contratto sia come stipendio che come livello con la minaccia non esplicita ma velata di occupare posizioni sempre peggiori. In Italia la meritocrazia non esiste, e se poi non conosci le persone giuste rimani non occupato come me da ben 10 mesi senza ovviamente ammortizzatori sociali. 36 anni e vivo ancora con i miei che ormai ne hanno 77.. che bamboccione che sono.. in fondo un affitto di un monolocale parte soltanto da €500,00... mi viene da cantare: io un giorno crescerò...

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