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Italia e Mondo. Perché il Male vince sempre sul Bene?

Tempi duri per chi è in cerca di logica e raziocinio. Viviamo un’epoca del tutto bizzarra, almeno nel pensiero di coloro che vedono la differenza fra giusto e sbagliato, fra il bene ed il male, fra ciò che è consentito e ciò che non lo è.

Chiaramente, i parametri di riferimento sono quelli universalmente riconosciuti. Di conseguenza, parlando di differenza fra il Bene ed il Male, mi riferisco a quelle dinamiche che tutti riconosciamo come tali, nei comportamenti, nelle ideologie, nei modi di fare e di vivere.

Da sempre, da che l’Uomo ha iniziato a vivere in Comunità organizzate e da che si sono create le Classi sociali e le dirigenze, il termine “potere” ha avuto contenuti foschi, che parlano di prepotenza, arroganza ed abuso. Verso le persone considerate “minori”. Minori però, forse per il ruolo riconosciuto nelle classi sociali. Perché ad esempio numericamente, queste “minoranze” nella realtà non lo sono.

Ma si sa: piegare i popoli alla volontà di pochi, è parte integrante della nostra Storia. Già questo deve farci riflettere sull’ammissione che ovunque vi sia qualcuno chiamato a gestire un territorio, immediatamente il concetto di gestione si tramuta in comando e di conseguenza, in Potere.

I criteri di accettazione di componenti umane che si ergono al di sopra delle masse per espletare ruoli che di molto si discostano dal popolo, sono condivisi da millenni a livello mondiale. Non che i Popoli non se ne lamentino. Ma vi è insito nell’essere umano, una sorta di convinzione a valere poco o almeno meno di chi è stato solo posto nella condizione di decidere per gli altri.

Ricordare che tali posizioni privilegiate sono "regalate" da sempre dallo stesso popolo che ne diviene vittima, è ormai argomento ampiamente dibattuto. Se tutto si fermasse a questo, al fatto cioè che chi gestisce un Paese abbia di conseguenza un ruolo dominante sulla Massa, andrebbe ancora bene.

Il problema nasce però, dal fatto che – a livello internazionale – le posizioni di gestione delle nazioni assumono subito e contemporaneamente quelle componenti che facilmente vengono deviate verso comportamenti di sopruso verso – addirittura – il proprio elettorato. Verso quegli “amici” sconosciuti, che hanno messo una croce sul nome di questo o quel personaggio politico, trovandosi poi nella condizione postuma, di aver creato una sorta di mostro: colui al quale abbiamo dato la nostra fiducia e le sorti della nostra esistenza, diviene nemico nello stesso istante in cui viene eletto grazie al nostro supporto.

E questo, è solo l’inizio di un discorso che meriterebbe pagine e pagine di riflessioni, approfondimenti e cenni storici a trecentosessanta gradi. Volendo sintetizzare il discorso, ci ritroviamo oggi in un Sistema che è basato sul Male. Il Male è ciò che l’Umanità “comune” riceve e percepisce da parte di coloro che hanno la possibilità di decidere delle grandi cose della vita umana.

Ci siamo così abituati al fatto che al peggio non c’è mai fine. Che è possibile fare tutto contro i cittadini. Che gli scandali non sono scandali e se lo sono non sono mai gravi. Che chi legifera, non segue mai le leggi create ed approvate. Che chi detiene una posizione di “dirigenza” possa consentirsi ogni infamia contro le cittadinanze del Mondo.

Ci siamo anche abituati, al fatto che noi cittadini comuni, dobbiamo sempre pagare qualche prezzo. Che i bei progetti non verranno mai presi in considerazione. Che le cose in vari ambiti devono solo volgere al peggio. Le infrastrutture possano crollare su morti incolpevoli. I sistemi sanitari possono fallire al punto da non consentire diritti alle cure. Che i disabili abbiano ancora meno di ciò che possa essere appena sufficente per sopravvivere. Che gli anziani non possano mai sperare nella dignità che meriterebbero e così via.

Nulla deve funzionare. Nulla o quasi, deve promettere qualcosa di veramente buono e che vada bene – se non per tutti – almeno per molti. Vi porterò un esempio: la fame nel mondo.

Ogni anno sono milioni i bambini ed adulti che nei Paesi denominati del “Terzo Mondo” perdono la vita per mancanza di quei sostegni elementari quanto fondamentali dell’esistenza. Muoiono di sete e di fame. Di malattie debellate da anni nei paesi cosiddetti “evoluti”. Vivono in territori difficili da abitare. Conosciamo bene tutti la situazione che descrivo.

Ebbene: per quantro esistano decine e decine di organizzazioni più o meno “umanitarie” a livello planetario, la percentuale di cose tangibili e risolutrici verso queste popolazioni è calcolabile nell’ordine di millesimi rispetto a ciò che le stesse organizzazioni percepiscono attraverso le donazioni economiche di anno in anno.

Non sto dicendo che non fanno nulla. Dico semmai che a nessuno interessa realmente portare avanti progetti che “salvino” il terzo mondo e che possano renderlo persino indipendente in quanto a risorse alimentari ed economiche.

Perché? Perché se si debellasse la fame nel mondo, crollerebbe una grossa parte di Sistema basato sul Male e sulla percezione che, finché nel mondo ci saranno ampi canali di criticità umana, la stessa potrà da un lato essere maggiormente controllata, dall’altro ampiamente sfruttata per gli scopi più poliedrici. Non ultimo, quello che fa esistere Onlus internazionali che con gli anni sono divenute più simili ad imprese lucrative che di sostegno umano.

Per ricondurre il discorso al tema principale: tutti abbiamo sotto gli occhi la tendenza al Male sopra ogni cosa. Sembra sempre che a nessuno vengano buone idee per migliorare la condizione umana o per mettere in atto sistemi che possano aumentare il livello di benessere dei cittadini e non solo per ciò che riguarda l’economia individuale, bensì per ciò che riguarda la qualità globale della vita.

Ma in realtà, non è che non esistano le buone idee, condivisibili ed apprezzabili. La realtà – mostruosa – è che nessuno ha intenzione di mettere in atto quelle soluzioni che spesso sarebbero più facili per tutti, rispetto al gran casino che invece sembra essere sempre messo in atto prioritariamente.

Nel caos – si satutto è possibile. E se si riesce ad abituare le cittadinanze al caos generale, ecco che quel popolo pian piano perderà di vista il senso dellla gravità di certi eventi, di certi misfatti, di certi censurabili comportamenti.

Alcuni tentano di convincerci che dobbiamo uscire da certe “ipocrisie” morali. Io dico invece, che tornare a stupirsi, vergognarsi, indignarsi ed anche esprimere il proprio dissenso verso comportamenti lontani sia dalla leicità che dalla morale, è l’unico passo da compiere verso una traduzione dell’esistenza civile che dal male possa passare al bene che se non del tutto almeno in larga parte, da sempre coesistono nell’esistenza umana.

Spesso albergano più nell’immaginario, facendo però così perdere il metro della realtà a molti. Ricordiamo sempre che non esistono mezze misure in certi campi. Fare bene – in tutti i sensi – non solo è possibile ed auspicabile.

E’ il Diritto di tutti. Che diviene Dovere per alcuni. Ed è di questo Diritto che dobbiamo riappropriarci, fino al punto da farlo divenire la consuetudine. Sarà possibile questa inversione di marcia, solo se in molti capiremo l’errore fondamentale in cui siamo stati trascinati da chi dal male altrui, trae sempre del bene per se stesso. Pensiamoci...

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