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Italia Romania, razzismo e incidenti diplomatici

Nel mirino del Ministro degli Affari esteri romeno Diacomescu pure le dichiarazioni razziste del senatore leghista Stiffoni ed alcuni articoli xenofobi apparsi anche su giornali di sinistra.

“Sono rammaricato del fatto che in Italia, oltre la giusta richiesta di giustizia nei confronti di certi romeni che si sono macchiati di gravi reati, anche a seguito del comportamento xenofobo di certi ministri stia montando una campagna d’odio nei confronti dei miei connazionali”: questo il succo della missiva che l’ambasciata di Romania in Italia ha inviato al nostro Ministero degli Affari Esteri e si appresta ad indirizzare pure alle varie amministrazioni regionali e comunali dislocate nella penisola.

Secca la replica del Ministro degli Esteri italiano Frattini che si dichiara sorpreso da certe affermazioni ufficiali fatte dal suo omologo rumeno e giura che mai nessun esponente del governo italiano ha espresso parole incitanti all’odio anti- romeno. Cristian Diaconescu, il capo delle feluche del paese danubiano, però ha confermato esattamente il contenuto del documento diplomatico riferendolo a tutto il popolo romeno in un’intervista radiofonica.


Subito dopo certi gravi fatti di cronaca nera che hanno visto nella veste di protagonisti in negativo i romeni, come lo stupro di Guidonia, è pur vero che vari commandos, composti da gente mai identificata, hanno dato alle fiamme almeno tre negozi, gestiti da immigrati da Bucarest, nelle immediate vicinanze di Guidonia e che in altre due occasioni inermi cittadini romeni, anche minorenni, sono stati brutalmente aggrediti. Il senatore Pierluigi Stiffoni, della Lega Nord, poi, ha pubblicamente dichiarato che “…se un extraterrestre scendesse sulla terra e mi chiedesse chi sono i romeni io gli risponderei dicendo che sono tutti una razza di stupratori assassini”.

Immediatamente Stiffoni, ad onor del vero, è stato zittito pure dai suoi compagni di partito della sezione della Lega Nord di Portogruaro, mentre alcuni quotidiani, anche di sinistra come “Il Riformista”, con parole maggiormente edulcorate, ribadivano il concetto espresso dal parlamentare padano. Tutti questi elementi hanno fatto saltare i nervi al governo di centro - sinistra che regge attualmente le sorti della Romania, sotto la guida del democristiano Emil Boc. Sabato sera, poi, il social network “Facebook” è stato paralizzato da migliaia di estremisti che si sono dati appuntamento per organizzare ronde anti - romene in molte città della penisola, inneggiando alla Shoah. La gran parte di essi erano italiani ma tanti anche erano gli extra - comunitari, albanesi, marocchini, ucraini, che sostenevano il progetto di creare pattugliamenti per andare a cacciare gli immigrati rumeni. 

Per una diabolica coincidenza pochi giorni prima il Senato della Repubblica aveva istituzionalizzato in Italia le ronde civili disarmate per garantire maggiormente la sicurezza degli italiani e dare una mano alle forze dell’ordine. Con questo quadro molto preoccupante, ieri, su impulso della Presidenza della Repubblica romena dunque Diaconescu ha rotto gli indugi ed ha apertamente accusato certi settori del governo italiano di xenofobia. Se da un lato, infatti, sindaci anche di destra come quello di Roma, Alemanno, nell’immediatezza dell’arresto degli autori del grave crimine di Guidonia hanno invitato a non criminalizzare tutti i romeni, dall’altro non possono essere passate sotto silenzio le allucinanti affermazioni di alcuni albanesi aggrediti in quei giorni perché scambiati per romeni. Questi dissero ai giornali: “…gli italiani, pur avendoci fatto del male, hanno ragione. I romeni sono una razza da eliminare dall’Italia”. L’odio e la diffidenza che negli ultimi tre anni hanno creato un solco tra le due nazioni latine, e dell’Unione europea, dunque promette di continuare. Probabilmente Bruxelles dovrà intervenire con decisione.  

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