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Informativa Tarantini, ecco come il premier si occupava dei problemi del Paese

Il rapporto della Guardia di Finanza di Bari, che ha condotto le indagini sull'imprenditore pugliese Gianpaolo Tarantini, descrive il sistema dei festini nelle ville del premier, le cui debolezze venivano sapientemente sfruttate da schiere di faccendieri senza scrupoli. Dalle carte emerge un quadro squallido: sesso di gruppo, giri di soldi e di droga, lussi di ogni genere, ricatti e menzogne, promesse di carriera in tv e la spasmodica ricerca di nuove "reclute" sempre disposte a concedersi al "drago".

 

 

A soddisfare i capricci di un Presidente del Consiglio "a tempo perso", come lui stesso si definisce in una delle tante conversazioni telefoniche intercettate dall'autorità giudiziaria. Vittima della propria miseria umana e morale e del quale in molti, delinquenti comuni e finti amici compresi, approfittano continuamente.

Fra questi Gianpaolo Tarantini, che afferra al volo l’opportunità di entrare nelle grazie dell'uomo più potente d'Italia in cambio di ragazze a pagamento. Giovani sciacquette di quart'ordine che si vendono a un "signore" di quasi ottant’anni, ospitate su aerei di stato e scortate da auto della polizia nelle residenze del premier come se niente fosse.

Colui che sarà ricordato come il peggior governante della nostra storia repubblicana avrebbe dovuto preoccuparsi di risollevare le sorti di un Paese socialmente ed economicamente allo stremo, invece ha deciso di trascorrere ciò che gli rimane da vivere annichilendo la propria dignità. Dice che non mollerà mai, ma gli italiani non possono sprofondare assieme a lui.

Se ancora non lo avete fatto, leggete qui di seguito le 269 pagine dell'informativa che ha concluso l'inchiesta di Bari. Sì, con migliaia di intercettazioni telefoniche che certamente hanno un costo per le casse dello Stato. Ma mai quanto l'irresponsabile sfarzo boccaccesco che circonda un uomo pubblico indecente a spese della collettività sofferente.

Commenti all'articolo

  • Di Giuseppe D’Urso (---.---.---.32) 19 settembre 2011 19:57

    Sarà molto difficile licenziare il premier visto che dovrebbe farlo il Parlamento dove ha la maggioranza e fino a quando i numeri gli daranno ragione non ci sarà nulla da fare. Anche se il consenso iperbolico che aveva qualche tempo fa è ormai sotto le suole, il premier potrà rifiutarsi di andare dai giudici i quali, costretti ad applicare la legge (e meno male), aspetteranno all’infinito, tanto la maggiornaza non concederà mai l’autorizzazione all’accompagnamento coatto, nè nessun altro tipo di autorizzazione.
    Rassegnamoci.

    • Di David Incamicia (---.---.---.40) 20 settembre 2011 09:20
      David Incamicia

      Hai ragione, Giuseppe. In Italia viviamo l’assurdo paradosso per cui chi agisce e opera nella legge è frenato dal sistema delle stesse regole costituzionali e democratiche; mentre chi utilizza la propria posizione di potere, che deriva proprio dalla democrazia, per farsi beffa di ogni dovere etico e civile oltre che appunto della legge, assurge al ruolo di vittima e riesce ad abusare di garanzie non accessibili a moltissimi altri cittadini. Come se ne esce? Anche in questo caso, confido paradossalmente in un estremo scatto di orgoglio della casta rinchiusa dentro il proprio fortino autoreferenziale, e ritengo non improbabile che nel corso di questa maledetta legislatura possa determinarsi una congiura in grado di espellere dal sistema la tossina Berlusconi. Sarebbe il male minore, nel senso che ancora una volta sarebbero gli interessi partitocratici (che sono cosa ben diversa dalla Politica con la "P" maiuscola) a dover rimediare all’incapacità del popolo di esercitare la propria sovranità in modo accorto e proficuo.

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