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(In)ter(per)culturando EXTRA: ’verso’ Italian Sharia di Paolo Grugni

Paolo Grugni, milanese nato nel’62, ha pubblicato fin ora quattro romanzi (Let it be, Mondoserpente, Aiutami e Italian Sharia di prossima uscita), e un racconto (nell’antologia ’Anime nere reloaded’, Mondadori, 2008).
Storie molto diverse tra loro, linguisticamente vicine e lontane, caratterizzate dall’attenzione ’per’ e ’verso’ il sociale quanto la natura umana in sé, l’individuo. Storie capaci di coinvolgere, sospese tra il noir, il thriller, varianti ’gialle’ e miscelazioni difficilmente catalogabili. In generale, ciò che dalla scrittura di Paolo Grugni ’arriva’, tenta affondi, scavi, riflessioni; è difficilmente catalogabile.
L’impressione, almeno fin ora, è che Paolo Grugni non racconta storie. Non solo. Personaggi, trame, ricerche stilistiche, approfondimenti, tratteggi sensoriali; le tracce non sono mai casuali, non intrattengono soltanto, piuttosto celano ’zampate’ che sono ’cose da dire’, sono fratture, buchi, annegamenti riproposti senza abbellimenti. Il male, i dolori, le fatiche, le fragilità dell’umano quanto contraddizioni, eccessi, odio, ossessioni, strumentalizzazioni, sono tutte macro tematiche ricorrenti quanto le diverse fedi religiose, la politica, i degradi urbani, le relazioni in dis-equilibrio tra affezioni spontanee ed egoismi. L’impressione, fin ora, è che Paolo Grugni è capace di indurire le spennellate, renderle feroci, veloci, rabbiose, nude e allo stesso tempo, ogni tanto, quegli stessi tratti rallentano, carezzano. 
 
 
Seduto in poltrona mi taglio le unghie dei piedi. Ieri a New York gli scacchisti del male hanno mangiato le torri. Sul loro tavolino, le parole crociate sono quelle dei templari a Gerusalemme.
Mai fare affari con Dio.
Me lo diceva mia madre che con lui c’è sempre da rimetterci, che quando ti deve un favore non risponde alle lettere di sollecito. Già, lui. Perché Dio è maschio. Mai visto, però sappiamo che ha il cazzo e sappiamo dove abita.
Padre nostro che sei nei cieli.
(Estratto da ’12/9’, racconto nell’antologia ’Anime nere reloaded’)
 
 
Let it be
 
Il problema era capire cosa e perché lo avesse fatto. La traccia da seguire sembrava obbligata, la vernice azzurra, così telefonai ad Arturo Ricordi, il chimico incaricato dell’analisi. Alla domanda quali fossero i risultati, rispose: <Sulle mazze da baseball vengono utilizzate solo vernici laccate, in questo caso si tratta di una comune tempera acquistabile in qualsiasi colorificio. Sotto c’è ancora la laccatura originale.>
<E’ stato quindi l’assassino a colorare la mazza.>
<E’ probabile.>
Poi capii. Se Matteo aveva voluto dirmi qualcosa, me l’aveva detta attraverso la chiave di interpretazione che mi apparteneva, quella semiontica. Quindi la soluzione non stava nella vernice, stava nell’azzurro in quanto colore: prima il rosso dell’omicidio Lastella, ora l’azzuro e già temevo per quello che avrei potuto trovare.
(pag. 61 -  Let it be, edizione Giallo Mondadori)

Let it be, pubblicato nel 2004, attira l’attenzione anche verso il suo autore che inizia a scriverlo nel 2002 (da un’intervista rilasciata a Lib(e)ro libro del 09 gennaio 2010, link tra le fonti - n.d.r.).
Paolo Grugni, che ha lavorato per ’Sorrisi e canzoni ’, ’GQ’ e altre testate, con ’Let it be’ esordisce. Attualmente è stato pubblicato in quattro edizioni: Mondadori, 2004; Alacran, 2006; Jackson Libri, 2008; Giallo Mondadori, 2009. Di questo romanzo si è detto e scritto molto. Una storia coinvolgente, la sfida tra il serial killer del momento e un semiologo con la passione per i Beatles, il Bene e il Male che si mischiano, giocano tra loro, ammiccano al lettore tra tessuti abilmente costruiti per scatenare tensione, suspance, punzecchiando poi con riflessioni improvvise. La natura umana che inizia a perdere strati di pelle.


Mondoserpente
 
La mia testa è come un preservativo, ogni tanto ci viene dentro una donna, la riempie prima di andarsene come l’orizzonte allo svenire del sole e io rimango solo a raccattare la poltiglia del mio amore, mi sento vivo e morto, mi sento trovato e perduto, mi sento preso e lasciato, alla fine chiamai Nadia – ciao, sono Mich – eih Mich come vai – ci incontriamo che non è andata un’ora, ha i vestiti stropicciati dalla fretta e un corpo da guardare un fotogramma per volta, lo so che è un tetto da cui si cade ma le getto l’esca del mio amore, lei la inghiotte e per noi Hector è morto torturato in una prigione cubana, il resto è mare da percorrere insieme, un mare breve, lei non sa dove e come vivere, ogni luogo momento gesto è quello sbagliato, ogni strada è quella che porta nel bosco dal quale non si torna, Nadia entra ed esce da cliniche che iniettano calma e sterilizzano l’angoscia, Nadia si ammazza un anno dopo, Nadia è un film dove ogni cosa è ricordo e io sono qui che aspetto di essere investito da un’auto e da un nuovo amore per vedere cosa fa più male.
(pag. 38 – Mondoserpente, Alacran Edizioni, 2006
 
Mondoserpente è il romanzo della rottura linguistica. Quello dove Grugni miscela linguaggi, pensieri, dialoghi e strutture narrative. E’ una storia che fa l’occhiolino a quei generi che in Italia riscuotono consensi di vendita e dissensi dai salotti intellettuali. E’ una storia che ne contiene diverse, dove la carne è tangibile anche nelle pagine più nebbiose, dove le voci sono immerse in quel reale che ha sapori, odori, aromi, colori precisi, in quella Milano che l’autore conosce e smonta pezzo dopo pezzo. Mondoserpente è intreccio di strati differenti. Lo stile ha bisogno di comprensione, è necessario entrare in un ritmo che rinuncia a numerose convenzioni non solo di punteggiatura ma anche di identificazione strutturale, i dialoghi sono proposti in diverse modalità, ad esempio, ci sono poesie, intere pagine con appena un punto. E’ questo, probabilmente, il libro meno compreso fin ora, quello dove si è scavato con fatica, fors’anche per questa struttura ‘a domino’ che coinvolge lingua, snodi, approcci, sensi, angoli di visuale e trama.
(Per ulteriori approfondimenti: Mondoserpente su ThePopuli, link tra le fonti - n.d.r)
 
 
Aiutami
 
Giulia tornò a letto, gli occhi senza sonno, marmellata di luce a scivolare dentro la stanza. Mamma, che cazzo di fine hai fatto. Forse nessuna fine se non hai mai iniziato a essere. Tradivi papà e gli dicevi ti amo ogni volta che portava fiori sulla toma del vostro amore. Lui che ci sperava ancora e tu che promettevi non succederà più, mai più, perdonami, e lui ti perdonava, diceva ti credo, ma succedeva ancora, come quando le cose si succedono. Una due cinque sette volte e papà che perdeva i pezzi e tu mai a raccoglierli. Briciole di papà se ne sono andate a morire dentro un crepaccio, l’hanno trovato con una gamba in meno, di anni sembrava ne avesse venti in più, anticipati per allontanare prima il dolore. Mamma, hai aspettato diventasse maggiorenne e mi hai lasciato, sei grande ormai, io vado a vivere con un altro uomo, un altro uomo da tradire e io qui da sola in questo appartamento così grande, le stanze che non vivono più di parole e i colori alle pareti che evaporano, il telefono che squilla lontano quando chiami, ciao come stai arrivati i soldi hai un fidanzato passato l’esame ci sentiamo presto, e quando chiedo a te, tu hai già messo giù, forse anche tu sei morta e le telefonate mi arrivano come la luce dalla fine dell’universo, anni dopo essere partite.
(pag.57-58 – Aiutami)

Aiutami esce nel 2008 per Barbera Editore. Un romanzo intenso, incentrato sulla causa animalista, più in generale sulla difesa degli animali in quanto creature non inferiori all’uomo ma costrette a subirne la supremazia. Un romanzo che colpisce nervi scoperti legati ai giovani, gli entusiasmi frantumati, gli ideali e l’esecuzione, il metterli in pratica. Una storia che non perdona nessuno, di una durezza disarmante, finale compreso. Una lingua che ancora sperimenta, alterna voci, spezza le strutture ’classiche’ dei capitoli, gioca sui sensi avvalendosi di sottotracce all’apparenza innocue come la passione del protagonista per Ennio Morricone. Una storia che parla, di ciò che l’autore urgentemente e dolorosamente ha bisogno di vomitare, ma lo fa con abilità, attirando il lettore in tessuti cadenzati, ritmi serrati, tratteggi sensoriali.
Stilisticamente si mantengono la maggior parte delle ‘rotture’ di Mondoserpente, l’amalgama tra discorsi diretti, pensieri e azioni si alterna alla corrispondenza epistolare con Morricone e le narrazioni in terza persona. 
(Per ulteriori approfondimenti: ’Aiutami’ su AgoraVox, giugno 2009, link tra le fonti - n.d.r.)
 

Il 3 Febbraio 2010 uscirà ’Italian Sharia’, Perdisa Editore, collana Corsari (scheda del libro dal sito dell’editore, link tra le fonti - n.d.r.), una storia che, come si intuisce dal titolo, affonda in tematiche attuali e delicate in una nazione sfasciata e contradditoria, dove italiani e mussulmani si sfiorano per esigenze territoriali ma restano evidenti, destabilizzanti e crudeli le differenze nel vivere, nell’essere, rispettare, onorare, credere. Negli odi. Ma è anche, semplicemente, la storia di persone spezzate, tra usi e costumi, battaglie personali, doveri, generi e credi.
Dal comunicato stampa:
 
Nella provincia toscana, una ragazza marocchina viene uccisa dal padre. Il motivo? Non era una buona musulmana. Durante i giorni che succedono al decesso di Michael Jackson, un italiano scopre che anche la sorella della defunta è stata condannata a morte e per questo ricondotta a Marrakech. Sarà per lui inevitabile tentare di salvarla.
Negli ultimi anni l’opinione pubblica italiana è stata colpita dalle vicende di Hina e Sanaa, uccise dai familiari in provincia di Brescia e di Pordenone, con l’accusa di non aver rispettato le leggi dell’Islam. Eccezionalmente documentato, Italian Sharia racconta un’inedita quanto terribile verità: altre ragazze sono state ricondotte nei loro paesi d’origine per subire la stessa condanna sotto silenzio. La scoperta sconvolgente è il perno di un’indagine letteraria su un tema di straordinaria attualità. Nella critica a ogni estremismo, sia esso religioso, politico o ideologico, il confronto tra culture mostra di fatto quanto l’una non sia meno irragionevole dell’altra. L’Italia stessa affiora così in una nuova prospettiva, come un Paese retrogrado e paradossale, dove vige una laicità solo apparente.
 
 
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Giovedì 4 Febbraio la prima parte dell’analisi di ’Italian Sharia’.
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Fonti

Intervista a Paolo Grugni su Lib(e)ro Libro, di Lucia Cucciolotti, 09-01-2010.
Mondoserpente, da ThePopuli. 
Aiutami, parte I e II (assieme a ’Chi c’è nel tuo piatto’ di Jeffrey Moussaieff Masson) su AgoraVox. 
Paolo Grugni su Ibs
Italian Sharia sul sito di Perdisa.

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