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(In)ter(per)culturando: Christian Mascheroni - parte II

[La prima parte si rintraccia QUI]

Nel corso del programma Ti racconto un libro hai intervistato decisamente una quantità notevole di scrittori, autori, giornalisti e artisti. Senza voler far torti a nessuno, vuoi raccontarci alcune interviste che più ti sono rimaste impresse (per qualunque ragione)?

“Tra me e Marta, in questi anni, abbiamo intervistato più di 600 autori, davvero tantissimi! Ho nel cuore alcune interviste in particolare e le cito volentieri. La prima è quella a Michael Cunningham, lo straordinario Premio Pulitzer autore del capolavoro “Le ore”. Ho cercato di frenare la mia parte di fan sfegatato per fare l’intervista in modo professionale, ma è stato naturale conversare con lui, perché è un uomo di grandissima modestia, affabile, genuino, grato alla vita. Abbiamo continuato a parlare anche dopo l’intervista ed è stato un incontro indimenticabile. Allo stesso modo ho amato moltissimo intervistare un altro Premio Pulitzer, Elizabeth Strout, l’autrice di “Olive Kitteridge”, una donna strabiliante per quanto sembri non rendersi conto del suo maestoso talento. Sebbene fossimo vicini all’ora di pranzo, lei ed io abbiamo continuato a parlare con entusiasmo sulla scrittura e su quanto i libri abbiano cambiato la nostra vita. Incontro impagabile. Di certo intervistare scrittori come Peter Cameron, Edmund White, Michael Connelly, Joe R. Landsdale e Richard Russo mi ha emozionato enormemente e tutti sono stati splendidi. Con alcuni scrittori italiani ho mantenuto un rapporto di amicizia, come Chicca Gagliardo, autrice del blog di Glamour “Ho un libro in testa” per il quale da mesi scrivo la storia della mia famiglia, “Non avere paura dei libri”; così come con Gabriele Dadati, Luigi Romolo Carrino, Marilù Oliva e altri ancora.”

 

Come si scelgono e gestiscono i contenuti a formare la scaletta di ogni puntata? 

“All’inizio eravamo solo Marta ed io. Ci scambiavamo notizie di eventi, uscite di romanzi, libri che ci sono piaciuti, e ci dividevamo per poter monitorare più festival possibili (ma sia a Pordenonelegge che al Salone del libro andiamo insieme e ci divertiamo tantissimo!). Partiamo sempre dalle nostre stesse curiosità, da idee e spunti che ci vengono anche al momento, ci sentiamo costantemente. Adesso che da un po’ di tempo abbiamo la fortuna di avere nuovi autori al nostro fianco, cerchiamo di discutere con loro di aree tematiche sulle quali lavorare, così che ognuno possa declinare un tema con creatività, con il suo stile, con il suo linguaggio. Da Gionata Agliati che ha fatto una serie di interviste agli autori emigranti che scrivono in lingua italiana, a Sebastiano Guanziroli che si occupa di libri e viaggi, da Fabrizio Lo Presti che ha dato voce alla Genova letteraria a Monica Onore che si occupa di saggistica e filosofia fino a Rossella Basile che si sta occupando di spiritualità. Insomma, un gruppo sempre più grande e che annovera tanti altri nomi che di volta in volta girano per noi nuovi servizi.”

 

Il tuo lavoro per ‘Ti racconto un libro’ ha condizionato le altre attività creative di cui ti occupi, in primis la scrittura?

“Lo ha condizionato in modo positivo e personale. Incontrare e confrontarmi costantemente con scrittori internazionali, oltre che brillanti, talentuosi e umani, mi ha dato spesso una marcia in più per scrivere, anche in momenti in cui ero scontento o svogliato, o ipercritico. Ascoltare le loro storie personali mi ha reso terrestre e tangibile un universo per me paradisiaco, potendo così cogliere il meglio dai loro consigli, dalle loro esperienze, dal modo di scrivere. Una delle cose che non scorderò mai è il consiglio che mi ha dato il grandissimo Colum McCann, che mi ha detto: quando esperisci un momento della vita, non pensare di tradurlo in scrittura. Quando vedi un paesaggio, non pensare subito a descriverlo, così come quando ti guardi attorno non usare la scrittura come strumento. Prima di tutto un grande scrittore, vive.”

 

4.

Sul blog nella piattaforma Style ‘ho un libro in testa’ curato da Chicca Gagliardo, dal 12 maggio 2011 è iniziata la periodica pubblicazione della tua rubrica “Non avere paura dei libri”.

“Quando ero bambino mia madre – la viennese che, negli anni Sessanta, passeggiava per le mormoranti strade di Appiano Gentile indossando la sfacciataggine della libertà – aveva l’abitudine di bruciare i libri. Al suo fianco, mio padre, pompiere, cercava di dormire, nonostante la fiamma che ardeva nella donna che aveva il nome della prima donna, Eva. Se non fosse stato per le sigarette, i libri che mia madre leggeva si sarebbero comunque arsi per autocombustione. Perché mia madre, sveglia fino alle quattro del mattino a leggere libri di Johannes Mario Simmel, Han Suyin o di Chaim Potok, amava godersi le parole con l’ardore che aveva quando ascoltava Satisfaction dei Rolling Stones, o quando ritagliava a forma di cuore le fotografie di Jeremy Irons.”

Inizia così questa rubrica ‘anomala’ dove racconti la storia della tua famiglia svelando “il potere emozionale dei libri”. Com’è nata l’idea di questa rubrica?

“Conoscevo Chicca Gagliardo come scrittrice e come giornalista, ed un giorno le ho mandato il mio terzo romanzo, Alex fa due passi (Las Vegas edizioni) che ha recensito con entusiasmo. Ho poi avuto modo di intervistarla per Ti racconto un libro, e ci siamo presi subito, perché lei è una donna esplosiva, energica, ironica, che guarda alle cose con un occhio magico, come piace a me. Insomma, stima e simpatia reciproca immediata. Siamo rimasti così in contatto e lei mi ha chiesto un giorno di scrivere per il suo blog un dietro le quinte delle mie interviste di Ti racconto un libro, per svelare il lato umano dei personaggi che incontro. Io le ho subito proposto, invece, l’idea di parlare della mia famiglia attraverso i libri che avevamo, più di 4000 e che per me hanno il valore di fotografie. Era un’idea che avevo da tanto tempo, ma non lo avevo mai fatto, e Chicca è stata subito recettiva e sensibile e mi ha proposto di scrivere un primo articolo. Per fortuna le è piaciuto e da lì è nata l’idea di scrivere, ogni due giovedì del mese, una puntata, come se fosse un romanzo in fieri. Il titolo, Non avere paura dei libri, è una frase contenuta nel primo capitolo e che Chicca ha subito proposto come nome. Devo dire che mai nella vita ho avuto modo di scrivere così emozionalmente del mio passato e del mio vissuto. Chicca mi ha fatto un regalo incredibile ed unico, le sono grato a vita.”

 

In apparenza facile, come scrittura, andando a recuperare pezzetti delle tue memorie vissute, è invece a mio parere un processo complesso, articolato e pieno di insidie. È così?

“Esatto, Barbara. Da una parte volevo sentirmi libero di scrivere senza barriere, di essere onesto con chi mi avrebbe letto, senza edulcorare o falsare nulla, ma la storia della mia famiglia è aggrovigliata, complessa, piena di sfumature, raggi di sole ed ombre. Perciò è stato difficile inizialmente capire come e cosa scrivere. Però, ad un certo punto, ho pensato semplicemente di iniziare a scrivere un ritratto di mia madre, come se fosse stata lei la destinataria. Da lì ho capito subito che quello sarebbe stato il tono. Quando scrivo un nuovo capitolo, lo scrivo d’impatto, senza fermarmi, senza stare a pensare. L’unica cosa che faccio è circondarmi di fotografie, libri, diari, lettere. Per me è un percorso psicologico a volte devastante, perché alcune cose tornano a galla, alcuni momenti tornano ad essere così vividi da spiazzarmi. Ma ho promesso a me stesso di essere leale con me e con chi mi legge. Non voglio raccontare tutto, ma quello che racconto lo narro così come è avvenuto, così come l’ho vissuto, e sempre attraverso i libri.”

 

5.

‘Virgola, vita’, un altro progetto a cui ti stai dedicando, unisce letteratura e cortometraggi attraverso il sottile filo dell’impegno sociale. Sul tuo blog hai scritto: “Cercheremo di coinvolgere associazioni e fondazioni culturali e umanitarie per dare voce alla letteratura attraverso cortometraggi e serate culturali. Lo scopo: parlare di temi sociali con il potere della parola scritta, dell’immagine, della musica, del reading, della testimonianza, il tutto attraverso punti di vista non comuni.”

Puoi spiegarci come si sta sviluppando questo progetto?

“Virgola vita (www.virgolavita.com) nasce da un altro progetto, Virgola scrittori, ideato con Marta Perego. Virgola scrittori è un live letterario dove la letteratura diventa dinamismo, si legge, si parla di libri, si canta, ci si diverte, si crea un momento vitale attraverso la letteratura. Con Virgola Vita, invece, ideato con la regista Indira Mota e la producer Federica Wu, si parte da un testo, in particolare da una short story edita, per affrontare temi sociali e umani da un punto di vista diverso. Lo si fa attraverso un percorso sia cinematografico, girando un cortometraggio basato sul racconto, sia, successivamente, attraverso un evento dove il tema principale viene declinato attraverso la visione del cortometraggio, il reading del racconto, la discussione, le testimonianze e l’intervento di personaggi della cultura. Ci sembra fondamentale la collaborazione delle associazioni sia culturali che sociali che possano aiutarci a dare vita al progetto, perché non vogliamo che sia fine a se stesso. Il primo racconto, R.E.S.P.E.C.T, che ho pubblicato nella raccolta di racconti “Viva Las Vegas “ (Las Vegas edizioni) parla di alcolismo vissuto in una coppia giovane dove le violenze fisiche vengono vissute dall’uomo. Vogliamo girare un corto ora e organizzare uno o più eventi con associazioni che lottano contro l’alcolismo che abbiano voglia di credere che sia la letteratura che il cinema possano essere linguaggi per parlare al pubblico o a chi ne ha bisogno. Un progetto in fieri complesso, che richiederà molto tempo e soldi, molta fatica e ascolto, soprattutto.”

 

Pensi, insomma, sia ancora possibile in Italia – considerando l’attuale realtà tra i tagli alla cultura e le annunciate ulteriori riduzioni in termini di sostegno all’industria cinematografica – raccontare storie che mutano i loro linguaggi ma non cedono a patti con ciò che hanno da dire, profondità letterarie quanto tematiche affrontate?
Dal punto di vista pratico: quali spiragli intravvedi tu in proposito?

“Nonostante i tagli, ho visto nascere in pochi anni nuovi festival, nuove iniziative culturali, ho visto gruppi di giovani crearsi spazi e linguaggi con passione e volontà. Il web resta uno strumento meraviglioso per incanalare queste energie. Non ci sono soldi però e non ci sono investimenti, questo è sicuro. E’ sempre peggio. Bisogna però reinventarsi, bisogna confrontarsi e cercare persone con le quali unire le forze, anche con pochi soldi e con tanto lavoro. Nel cinema purtroppo vedo molta cecità, in campo letterario un po’ meno, manca l’attenzione dei media nel supportare le singole voci, anche le più piccole, ed un atto di fiducia della comunità, che spesso è la prima a volere un mondo migliore, ma poi non alza un dito. Siamo in un periodo drastico, ma sono convinto che è proprio in questi momenti che si può tirare fuori il meglio dalla gente, anche dal punto di vista culturale. Sono speranzoso e molto, forse perché ho visto spiriti ribelli incandescenti aggirarsi in una generazione che può ribaltare, in positivo, le sorti del nostro Paese.”

 

 

Ringrazio Christian Mascheroni.

 

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Christian Mascheroni, scrittore e autore televisivo, è nato a Como nel 1974. Dal ’95 al ’99 ha collaborato al mensile Campus. Lavora dal 2000 come autore televisivo per Mediaset (Popstar, Marte e Venere, Solaris, Ziggie, 2000, Ciak Junior, Appuntamento con la storia) e per MTV (Operazione Soundwave) Il suo primo romanzo, Impronte di pioggia (L’Ambaradan), è uscito nel dicembre 2005. Ha pubblicato i racconti “Il gabbiaio” nell’antologia “L’Italia si racconta: 60 anni di Repubblica (2006)” e “Marcia inserita” nell’antologia “Lungo le strade (2007)” entrambe edite da Arcilettore Edizioni. Nel Gennaio 2008 è uscito “R.E.S.P.E.C.T” racconto inserito nell’antologia “Viva Las Vegas” (Las Vegas Edizioni). Nel Marzo 2008 è uscito il suo secondo romanzo, “Attraversami” (Las Vegas Edizioni) che ha vinto il Premio Editoria Indipendente di Qualità, mentre nel Novembre 2009 è uscito il suo terzo romanzo “Alex fa due passi” (Las Vegas edizioni). Dal 2009 scrive e conduce, con Marta Perego, il programma tv di libri “Ti racconto un libro” (Iris – Mediaset). Con lei ha ideato il live letterario Virgola, scrittori. Con la regista Indira Mota e la producer Fedrrica Wu ha creato, invece, il progetto culturale Virgola, vita. Dal 2011 scrive per il blog letterario di Glamour di Chicca Gagliardo “Ho un libro in testa” la rubrica “Non avere paura dei libri.” Nei primi del 2012 uscirà, sempre per Las Vegas edizioni, il suo quarto romanzo, “Wienna”.

 

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