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In memoria di Giuseppe Pinelli

Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre 1969 alla Questura di Milano moriva, in circostanze “misteriose”, Il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli. Purtroppo la Strage di Stato continua…

Nella notte tra il 14 e il 15 dicembre 1969 moriva Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico del Ponte della Ghisolfa di Milano.

Sulla sua “misteriosa” morte, e sui fatti che accaddero in quegli anni, Camilla Cederna scrisse Pinelli. Una finestra sulla strage, un saggio che le procurò molti guai. 

Poi molti altri libri furono scritti, anche Licia Pinelli, la moglie di Giuseppe, narrò la sua storia nel libro Una storia quasi soltanto mia (vedi la nostra recensione).

Cover dei libri di Camilla Cederna

Cosa accadde in realtà quella notte alla Questura di Milano noi l’abbiamo capito, così come abbiamo compreso chi erano i burattinai che tenevano i fili delle marionette.


Purtroppo i burattinai hanno solo cambiato nome, e a volte nemmeno quello. Il Sistema utilizza sempre lo stesso copione: i “buoni” e i “cattivi”, il consenso e il dissenso per buttarci fumo negli occhi, metterci gli uni contro gli altri, e continuare indisturbato a tirare i fili delle marionette.

Continua anche la Strage di Stato con tutti i mezzi che ben conosciamo, con la dignità delle Persone calpestata, con la disperazione che spesso sfocia in rabbia verso gli altri o verso se stessi.

Ma io non dimentico e non mi lascio abbagliare dalle sirene. 

Voglio ricordare Giuseppe Pinelli, che ho avuto la fortuna di conoscere con sua moglie Licia, e oggi lo faccio con una Ballata scritta per lui da Joe Fallisi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.4) 16 dicembre 2013 17:43

    Grazie per aver ricordato.

    Sono passsati 44 anni e, per ragioni anagrafiche, molti non sanno o hanno sentito dire male: vale la pena ripetere per chi non sa.

    Giudiziariamente la magistratura milanese ha scritto una delle sue pagine più brutte: nessun colpevole perchè Pinelli si sarebbe ucciso da solo, vittima di un "malore attivo" per cui si sarebbe buttato dalla finestra. Nessun medico e nessun altro magistrato ha mai rilevato l’esistenza di un tale "malore attivo".

    Le verità possibili sono soltanto due: incidente e omicidio volontario.

    Incidente durante interrogatorio-pestaggio:
    non volevano ucciderlo ma volevano picchiarlo e lo stavano facendo; Pinelli avrebbe fatto un balzo per evitare un colpo e sarebbe caduto dalla finestra.
    Oppure, Incidente durante interrogatorio-tortura: per estorcergli confessioni "simulavano" di buttarlo dalla finestra, lui si è divincolato e loro hanno perso il controllo. La simulazione di esecuzione è tecnica di terrorizzazione del prigioniero insegnata e praticata ancor oggi dalla CIA a Guantanamo.

    Omicidio volontario:
    hanno deciso di uccidere Pinelli perchè aveva sentito o saputo che c’era la volontà di colpevolizzare Valpreda ben sapendo che le bombe erano state collocate da altri, e cioè che chi lo interrogava era complice di chi aveva organizzato ed eseguito la strage.

    Ai nuovi italiani, di mezza età, giovani, ragazzi e bambini, noi lasciamo una brutta eredità: una Italia cresciuta su stragi e omicidi su cui non si è permesso di scoprire la verità.
    L’unica verità incontrovertibile è che lo stato ha attivamente occultato la verità.

    Il compagno Giuseppe Pinelli era un anarchico appassionatamente attivo, fraternamente impegnato ad aiutare i compagni in difficoltà: è stato travolto da trame stragiste e golpiste a cui lui era completamente estraneo. Persona buona e coraggiosa, probabilmente non è morto da eroe, ma certamente è stato una vittima innocente e violentemente perseguitata per le sue idee.

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.200) 16 dicembre 2013 19:15

    caro GeriSteve,
    ti ringrazio per aver raccontato l’intera vicenda. La tua ricostruzione, purtroppo, è molto reale. Ed hai ragione l’Italia non saprà mai la "verità". Aggiungo che in quei giorni molti anarchici vennero fermati e interrogati con gli stessi metodi. Eppure sapevano che gli anarchici, in particolare quelli del gruppo nonviolento di Scaldasole, non avevano niente a che vedere con bombe e stragi.
    Una vergogna da Paese sottosviluppato.
    Per me Giuseppe Pinelli è un eroe, martire di un Paese incivile.. un Paese che in tutti questi anni non ha compiuto passi avanti.
    Marinella

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