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Immigrazione: inizio dell’invasione?

È da mesi che purtroppo complice la crisi economica che sta affliggendo il paese, si sente parlare spesso di clandestini. Dalla Lega a Forza Italia, dalla televisione ai social media la parola immigrato è quella più cercato nei motori di ricerca e sui social network sono oramai frequenti post contro gli immigrati.

Ma tra chi grida no all'invasione e chi guarda con simpatia all'iniziativa dell'Ungheria di alzare un muro per dividere i ''clandestini'' dai ''cittadini'', c'è un'ampia fetta di opinione pubblica che nonostante commenti accesi nei fatti dimostra una totale ''ignoranza'' (nel senso più classico del termine) in materia.

 

 

 

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Immagine presa dal sito:https://encrypted-tbn0.gstatic.com/...

È da mesi che purtroppo complice la crisi economica che sta affliggendo il paese, si sente parlare spesso di clandestini.

Nemmeno lo scandalo di Roma sembra aver aperto una riflessione seria su una situazione che negli ultimi tempi è diventata ingestibile, non solo per le evidenti difficoltà logistiche, mazzette intascate dal politico di turno ma sopratutto per una certa classe politica e certi giornali, che invece di fare informazione cavalcano un onda che potrebbe diventare tsunami, pronto a travolgere il paese.
 
La morte di Gheddafi ha poi peggiorato la situazione, con la morte del dittatore la Libia (luogo di partenza dei gommoni della morte) è precipitata nell'anarchia e dell'accordo stipulato tra Berlusconi e Gheddafi nel 2008 (che prevedeva uno stanziamento di 200 milioni di dollari da distribuire in 20 anni al governo libico per il potenziamento degli impianti per la lavorazione del gas in cambio del blocco dei viaggi della disperazione) non resta che un ricordo.



Iniziamo dal principio:

  • L'immigrato è un soggetto che ''migra'' dal proprio paese d'origine, verso una nuova meta, spinto o dalla volontà di migliorare la propria condizione economica o dal tentativo di sfuggire a regimi totalitari e in questo caso si parla di Rifugiato.
  • L'immigrato diventa clandestino quando arriva in un paese in modo non regolare e nello stesso modo vive nel paese di destinazione.
  • Il paese di destinazione che in questo caso è l'Italia secondo il trattato di Dublino siglato da Maroni, si fa carico degli immigrati (ricevendo fondi dall'unione europea) provvedendo all'accoglienza compito delle cooperative sociali e all'identificazione degli stessi.
  • Il problema è che le cooperative (come dimostrato dallo scandalo di Mafia Capitale) ricevuti i fondi dal governo spesso grazie a tangenti, abbandona gli immigrati in strutture fatiscenti, e si impadronisce dei soldi che spetterebbero all'immigrato.
  • Il secondo problema è la burocrazia, per ottenere i documenti e lo status di rifugiato ci vogliono anni, il risultato è che queste persone, devono sopravvivere e per farlo o vanno a lavorare come braccianti agricoli o come carpentieri ovviamente a nero perché per lo stato italiano queste persone non esistono, in quanto non identificate. 


Così l'imprenditore può aumentare la produzione, ridurre i costi e sopratutto non avere ''il problema dei contributi'' che si porrebbe assumendo persone italiane e quindi identificate; se alcuni si ''accontentano'' del lavoro in nero, altri si danno alla delinquenza e all'illegalità, protetti anche dal loro stato di non identificazione e dalle falle del sistema giudiziario italiano, che garantisce l'impunibilità in caso di reato, o infrazione delle regole.

L'Italia non è la destinazione dei profughi, ma semplicemente un luogo di transito in cui spesso si perdono, esattamente come gli italiani che tra informazioni sbagliate, politici che cavalcano gli effetti collaterali della crisi rischiano di trovarsi impigliati tra le maglie del pregiudizio.

L'immagine presente nell'articolo è stata presa dal sito:https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQoLnlQGF7TBW5eedXrdVQg7AJjC2vD-95kHfhwnx7as-MWwotcvg
 

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