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Il vuoto legislativo per le S.p.A. pubbliche

Il vuoto legislativo per le S.p.A. pubbliche

Dilaga anche a livello statale l’utilizzo delle Società per Azioni cosiddette partecipate, nel senso che parte o tutto il capitale sociale è nella mano pubblica e sono chiamate a svolgere funzioni pubbliche, sovente in regime di monopolio.
 
Grande utilizzo ne hanno fatto sinora le amministrazioni locali; ad esempio uno dei punti principali del programma del Governatore della Sicilia Raffaele Lombardo è proprio quello di riordinare e di ridimensionare il settore delle partecipate. Oggi si vede questa ansia del privato dilagare anche a livello statale; ed in due settori, come la Protezione Civile e la Difesa, dove proprio non ce lo si aspettava.
 
Il bilancio dello Stato per l’anno in corso prevede un budget di due milioni e trecentomila Euro per l’avvio della Protezione Servizi S.p.A., che già gronda di amministratori, quali direttore generale, consiglieri, collegio sindacale e quant’altro; per un costo annuo di 550 mila Euro in stipendi. In aggiunta, con la legge Finanziaria, ecco la Difesa Servizi S.p.A.; e staremo a vedere quanto costerà il suo non ancora definito vertice. Il tutto per ottimizzare i servizi e per ridurne i costi. Ma, di questo passo, tutta la Pubblica Amministrazione finirà per diventare una gigantesca S.p.A..
 
In effetti occorre dire che non è sbagliato, in taluni casi, il passaggio, come già ad esempio avvenuto, dall’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica all’ENEL S.p.A.: nello svolgimento di un servizio, sia pure pubblico, sovente non è né agevole né conveniente l’applicazione delle norme proprie della Pubblica Amministrazione. Occorre, però, stabilire le regole per questi soggetti di diritto privato che nascono da esigenze pubbliche, che certamente non possono essere quelle generali del settore privato, fondato sul principio della tutela della libera iniziativa dei privati.
 
Nel nostro Paese sono due i grandi campi regolamentati, quello della Pubblica Amministrazione, appunto, e quello dell’iniziativa privata. Il primo consiste nell’attività amministrativa dello Stato (ed allora si suol dire che lo Stato agisce jure imperio) ed il secondo nell’attività dei soggetti privati. Profondamente diversi i principi posti a loro fondamento, al punto che, nel nostro Paese, si applica il sistema della doppia giurisdizione, per il quale il giudice amministrativo ha giurisdizione in materia di interessi legittimi, ossia nel primo campo, ed il giudice ordinario ha giurisdizione in materia di diritti soggettivi, ossia nel secondo campo. Insomma, due mondi rigidamente separati.
 
Fin qui tutto chiaro. Le cose si complicano quando la Pubblica Amministrazione si relaziona con i privati, ossia agisce, come si suole dire, jure privatorum: è questo un terzo settore misto, detto il settore dei contratti della Pubblica Amministrazione, per il quale è stata anche costituita una apposita Autority. Esso è regolamentato da una normativa particolarmente complessa e dettagliata, che integra le norme proprie del diritto privato.
 
Con le Società per Azioni con capitale, in tutto o in parte, pubblico veniamo ad avere un quarto settore, quello dello Stato Azionista; il settore fortemente non normato, cui appartengono sia la Protezione Servizi S.p.A. sia la Difesa Servizi S.p.A..
 
Il problema è proprio questo, definire compiutamente le norme cui questo settore deve sottostare, financo nel penale; il tutto per tutelare adeguatamente gli interessi collettivi posti a fondamento delle sue attività. In carenza si avranno interessi molto privati diventare prevalenti su quelli collettivi.
 
Capita a fagiolo il caso della Maddalena: se la privatizzazione della Protezione Civile fosse già avvenuta, a causa del vuoto normativo penale, l’azione della Magistratura sarebbe stata in gran parte vanificata, consentendo ampia impunità ai responsabili di (eventuali) malversazioni. Si consideri che, per gli amministratori delle S.p.A. partecipate, i reati contro la Pubblica Amministrazione è come se non esistessero perchè tali S.p.A. non sono una Pubblica Amministrazione; analogamente la normativa sulla procedimentalizzazione e sulla trasparenza della Pubblica Amministrazione, faticosamente definita e solo in parte applicata, non ha per esse alcun valore; e così via. Insomma, allo stato attuale delle cose, le S.p.A. pubbliche sono il sogno inconfessato di tutti i politici nostrani: decidere su ogni cosa senza doverne rispondere a nessuno.
 
Il Governo, ed in particolare i Ministri della Funzione Pubblica e della Giustizia cosa ne pensano? Cosa hanno intenzione di fare? Noi cittadini siamo in attesa di risposte chiare ed esaustive; così come ci attendiamo una pressante azione politica dell’opposizione, se, una tantum, decidesse di occuparsi di noi e non di beghe per il potere fine a se stesso. Oppure dobbiamo pensare che l’attuale vuoto legislativo per le S.p.A. è di suo gradimento?

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