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Il voto nelle città: le Europee a Milano

La Circonvallazione esterna segna una cesura netta tra PD e Lega

La geografia socio-politica delle grandi città italiane del centro-nord è radicalmente cambiata negli ultimi 25 anni. In particolare, se osserviamo la distribuzione dei voti a Milano tra i partiti alle elezioni europee del 1994, tenutesi pochi mesi dopo la vittoria elettorale di Silvio Berlusconi nel marzo dello stesso anno (in cui Forza Italia ottenne il 21% e il Polo delle Libertà quasi il 43%), vediamo che nell’arco di un quarto di secolo vi è stato un chiaro spostamento dal centrodestra verso il centrosinistra.

Milano: voti assegnati ai partiti nelle elezioni europee di 1994 e 2019

Dalla figura notiamo che se nel 1994 i voti complessivi di destra e centrodestra erano intorno al 65%, nel 2019la stessa area si attesta intorno al 44%. Questa differenza di oltre 20 punti percentuali è largamente dovuta alla crescita del PD all’interno del centrosinistra: l’anno chiave è il 2011, quando la vittoria di Giuliano Pisapia su Letizia Moratti pone fine alle giunte di centrodestra che si erano ininterrottamente succedute alla guida della città dal 1993.

Cos’è successo?

La demografia della città meneghina è profondamente cambiata in seguito alla trasformazione del fronte occupazionale. L’indicatore probabilmente più efficace per descrivere questo cambiamento è il numero di laureati, sia in termini assoluti che percentuali: i residenti a Milano con una laurea erano il 9% (122.465) nel 1991, il 16% (202.528) nel 2001 e il 22% (269.088) nel 2011. La crescita dei laureati a Milano è ancora più significativa se si paragona a quanto successo nel resto d’Italia, dove la percentuale di laureati nel 2011 corrispondeva a quella di laureati a Milano di vent’anni prima.

Percentuale di laureati a Milano e nel resto d’Italia secondo i dati dei censimenti

 

Come si nota dalle tre figure seguenti questo cambiamento è stato più intenso nei quartieri centrali della città ma non si è limitato al centro. Anche i quartieri di Milano situati al di fuori della Circonvallazione esterna (indicata nelle mappe), che corrisponde alle linee dei filobus 90 e 91, hanno visto una crescita significativa nel numero di laureati.

Milano: percentuale di laureati per sezione di censimento

Il numero di laureati a Milano è aumentato, ma così anche il numero dei laureati occupati e soprattutto deglioccupati in lavori ben remunerati: Milano sfiora la piena occupazione e la forte crescita del numero dei laureati è anche dovuta a una immigrazione interna qualificata.

La distribuzione dei voti per numero civico

Dopo questa premessa demografica, vediamo ora la distribuzione dei voti alle elezioni europee del 26 maggio 2019 nel Comune di Milano. Nella figura seguente si può apprezzare il rapporto tra i voti ricevuti dalla Lega e dal Partito Democratico se escludiamo i voti dati agli altri partiti, in base a una stima su 47.510 numeri civici: ogni puntino sulla mappa corrisponde ad un numero civico, e la stima dei voti è effettuata in base ai voti ricevuti nella sezione elettorale corrispondente.

Milano: rapporto tra Lega e PD per numero civico alle Europee

L’importanza della geografia elettorale è chiaramente visibile: il PD, con poche eccezioni, è maggioritario all’interno della Circonvallazione esterna, mentre la Lega si rafforza tanto più ci si avvicina ai limiti del territorio comunale.

La distribuzione dei voti per nucleo d’identità locale

Se al posto dei numeri civici usiamo i nuclei d’identità locale (NIL) come unità geografica per l’aggregazione dei voti, la differenza centro-periferia risulta ancora più evidente.

Milano: voti alle principali liste alle Europee 2019 per nucleo d’identità locale

Osservando la distribuzione dei voti alle quattro liste principali, è possibile notare una certa corrispondenza tra la geografia del voto di Forza Italia e del Partito Democratico, più forti nel centro, e tra il voto alla Lega e quello al Movimento 5 Stelle, maggiormente radicati nei quartieri periferici.

Milano: rapporti tra le principali liste per nucleo d’identità locale alle Europee

Milano: le 10 zone più favorevoli al PD

Nucleo PD % Lega % Differenza
Navigli 45,1 20,1 25
Ticinese 44,6 19,4 25,2
Tortona 44,6 21,5 23,1
Magenta - S. Vittore 44,2 18,6 25,6
Vigentina 44,1 18,9 25,2
Porta Romana 44,1 21 23,1
Buenos Aires - Venezia 43,5 21,2 22,3
Sarpi 43,2 21,3 21,9
Parco Sempione 43,1 19,9 23,2
Città Studi 42,9 22,2 20,7

 

Milano: le 10 zone più favorevoli alla Lega

Nucleo PD % Lega % Differenza
Quarto Oggiaro 24,1 39,9 15,8
Bovisasca 25,9 38,8 12,9
Sacco 22,6 38,6 16
Parco Monluè - Ponte Lambro 24,7 38 13,3
Comasina 26,1 37,8 11,7
Parco Delle Abbazie 26,8 37,8 11
Parco Agricolo Sud 22,2 37,5 15,3
Adriano 28,4 36,2 7,8
Muggiano 22,4 36,2 13,8
Cascina Triulza - Expo 22 36,1 14,1

 

Correlazioni e interazioni tra variabili demografiche e il voto

Per interpretare il significato del voto, possiamo incrociare i risultati delle sezioni elettorali sia con i valori immobiliari medi riportati dall’Agenzia delle Entrate per il 2018, sia con variabili demografiche calcolate sulla base degli ultimi dati censimentari raccolti nel 2011.

La figura successiva illustra la differenza tra il valore atteso nei quartieri centrali e in quelli periferici. La differenza centro-periferia è indubbiamente molto forte: il valore medio varia fino a quattro volte.

Milano: valore medio minimo per metro quadro di abitazioni in compravendita

La correlazione tra voto alla Lega e valore delle abitazioni esiste ma non è pienamente lineare. In realtà, la distribuzione geografica del valore delle abitazioni non è totalmente soddisfacente come variabile indipendente (quindi per predire il voto ai partiti). È evidente infatti che le abitazioni non votano; a votare è chi ci abita. In questo senso, il valore immobiliare potrebbe essere efficace solo nel caso non fossero disponibili altre variabili demografiche che meglio possono descrivere la relazione tra elettori e partiti. In termini più tecnici, il valore immobiliare è determinato dai tratti demografici di chi ci abita, esattamente come il voto: quindi anche se voto e valore immobiliare fossero correlati, sarebbe difficile ipotizzare un rapporto di causa-effetto.

Conclusione: cosa significa a livello nazionale

La notevole differenza di voti tra il PD e la Lega a Milano non è necessariamente una buona notizia per il PD, perché il modello Milano non è facilmente esportabile nel resto d’Italia. Con la significativa eccezione delle tre grandi città del nord e forse di Roma, la composizione demografica del resto d’Italia – includendo anche le grandi città centro-meridionali – è molto diversa da Milano.

I risultati di Milano delineano un forte legame tra la parte di elettorato con un titolo di laurea (ma anche un lavoro ben retribuito) e il PD. Occorre però osservare che quella parte di elettorato è una minoranza, ed è elettoralmente destinata a restare minoritaria a lungo: la percentuale di laureati in Italia, infatti, è ancora inferiore al 20%. Inoltre, non sempre una laurea si traduce in un lavoro ben retribuito e interessante, rendendo in tal caso i laureati più contendibili tra i partiti.

La situazione di Milano merita pertanto attenzione in quanto individua un netto cleavage tra una parte della popolazione ben istruita e ben impiegata da un lato e le periferie economiche dall’altro

Articolo a cura di Francesco Bailo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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