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Il voto d’azzardo

Nel Poker italiano, il giocatore che apre il gioco può decidere di aprire “al buio”. Ciò significa che, prima di vedere le carte che gli sono state fornite dal mazziere, fa la sua puntata ma raddoppiando l’importo. Se – in presenza di un “buiante” – gli altri giocatori non hanno carte e rinunciano a giocare, il buiante vince il piatto. Questa la regola semplice e fondamentale.

C’è anche il “contro buio” ed è riferito alla possibilità data al giocatore a sinistra del buiante che può a sua volta dichiarare il “contro buio”, versando a sua volta il doppio di ciò che è stato versato dal buiante.

In caso di buio ed eventuale contro buio, gli altri giocatori possono solo decidere o di giocare o di passare, perdendo quindi la facoltà di rilanciare a meno che non lo faccia per primo il buiante o il contro buiante.

Questa opportunità, eleva il livello di azzardo del gioco e nelle regole aggiuntive relative alle regole del buio e contro buio che non sto qui a spiegare, si prospettano possibilità che limitano la libertà degli altri giocatori o che ne elevano il grado di azzardo.

In Italia, la Legge elettorale porcata, denominata “Porcellum”, è in qualche modo pari al buio e contro buio che può essere applicato al Poker italiano ma non – ad esempio – al poker all’Americana che non consente né buio né tantomeno il contro buio.

La situazione politica italiana attuale, risente delle regole assurde di una normativa al di fuori delle logiche di qualsiasi criterio di democrazia. È una legge / broglio che mette l’elettore nell’assoluta impossibilità di compiere una scelta.

L’art. 48 della Costituzione Italiana recita:

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età. Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

La legge stabilisce requisiti e modalità per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all'estero e ne assicura l'effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l'elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge ”.

Il suo esercizio è “dovere civico” oltre che un diritto.

Eppure, questo dovere/diritto è stato alienato imponendo alla popolazione italiana un gioco d’azzardo denominato Porcellum che nella migliore delle ipotesi fa sì che l’elettore giochi sempre al buio non potendo né scegliere un candidato né tantomeno sapere se il suo voto, ammesso che venga regolarmente conteggiato come da prassi e non come da percentuali decise anzitempo dai partiti, andrà effettivamente ad un partito politico che, forse il giorno dopo le elezioni, avrà già cambiato colore, coalizione, membri e persino leader.

L’elettore italiano sta votando al buio: un voto d’azzardo in piena regola. Che si aggiunge a una serie di azzardi approvati dalla legislazione italiana, che hanno posto in essere una sorta di ambigua patologia che mette tutti nella condizione di voler continuare a rischiare su qualunque cosa. Elezioni comprese. Senza però mai avere una contropartita.

Non si vince al gioco. Non si vince votando alle elezioni. Non si vince – addirittura – vincendo le elezioni (dati alla mano) perché è lo stesso Porcellum che consente l’ambiguità suprema di rendere vincitore non tanto chi ha ricevuto più voti ma chi, attraverso complicate operazioni “matematiche”, ha raggiunto una percentuale che non ha alcun valore logico.

Si sappia che il classico giocatore d’azzardo trova nella perdita la soddisfazione alla propria patologia. È perdendo che il giocatore d’azzardo prova la sferzata di adrenalina che gli necessita per continuare a giocare, contrariamente a quanto molti possano immaginare.

L’elettore italiano, già compromesso da una situazione politica interna a sua volta totalmente compromessa, “tenta” la carta disperata del “voto” pur sapendo di giocare al buio, con un tavolo di giocatori che hanno sempre le carte vincenti in mano. Perdita assicurata e raddoppiata di volta in volta.

E come i classici giocatori d’azzardo, non riesce più a fare a meno del rischio sicuro a ogni tornata elettorale. Sa di giocare al buio e di non avere mai in mano buone carte per giocare, contro un tavolo di giocatori che invece hanno solo carte buone. Ma non può fare a meno, ormai drogato dal sistema verso cui è stato spinto a forza, di riprovare ogni volta con la speranza ormai del tutto ideale, di vincere. Prima o poi.

Oggi si parla di “Ludopatia” ed è un affronto all’intelligenza umana, essendo tale patologia stata creata da uno Stato che legalizzando in pratica il gioco d’azzardo - guarda caso poi in piena crisi economica - ha fatto si che la maggior parte della popolazione si ammalasse di gioco e non potesse più fare a meno di giocare, mandando totalmente in tilt il sistema economico del paese basato da sempre sul risparmio.

La maggior parte dei correntisti delle Poste Italiane, mediamente anziani pensionati, accedono sempre più spesso al credito (prestiti) per utilizzare il denaro per giocare.

Alla luce di tutto questo, è necessario allarmare la popolazione su due fronti prioritari più di qualsiasi altra urgenza nazionale.

La prima è quella di capire la differenza che intercorre fra il “Chi” votare e il “Cosa e Come” votare. Fin qui difatti, nessuno mai ha pensato bene di “insegnare” alla popolazione che è importante “Cosa e come” votare e non “Chi” votare. Criterio che, se opportunamente inoculato alla popolazione, opererebbe grandi e sperati cambiamenti.

La seconda è quella di compiere la scelta dell’astensione nazionale al voto nel caso in cui a breve non venga del tutto riscritta una Legge elettorale che restituisca agli elettori la facoltà di votare, scegliere e quindi mettere in atto realmente il diritto/dovere di voto.

Contrariamente alla messa in atto delle due priorità assolute appena descritte, possiamo a buona ragione prevedere che, a breve, qualsiasi tipo di elezione – politica o amministrativa – sarà effettuata non più attraverso la scheda elettorale bensì con la consegna di un gratta e vinci nelle mani dell’elettore che dovrà però grattare la cartolina di fronte alla commissione presente in ogni seggio che confermerà il nome prevalente scoperto in ogni singola schedina. Tre nomi uguali, il voto è assegnato a quel nominativo.

Non ridete: solitamente ciò che appare incredibile in Italia diviene subito la norma…

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