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Il vero scandalo

Sleeping on a bancomat-priest, lying on an italian connection.

Attenzione. Warning. Perché l’antifona è quella che porta a derubricare fatti di assoluta e primaria gravità. Spostandoli, nella hit, di posto in posto. E relegandoli al grado di “brevi”, che forse è ciò che dovrebbe dar più scandalo. Quindi, sommariamente, capita che le giustificatissime urla nei giorni che seguirono la scoperta della Protezione-Connection si affievoliscano, ricoprendo lande marginali di carta e tv come se la cosa fosse deflagrata in sè, abiurando a ogni tentativo chiarificatore. Sappiamo molte più cose, ora, sui catenacci che da Balducci ad Anemone, da Della Giovanpaola a Fusi, da Piscicelli aBertolaso, da Verdini al prete-bancomat, dai Servizi Segreti al Cacao meravigliao, fino a Minzolini e al coro del Vaticano, tengono fermi il bastione di un welfare parallelo e personale, contiguo al potere, dalle fattezze massoniche e dagli atteggiamenti evidentemente deviati.

Planare sull’appalto.

Ci si accorge meglio del flusso di denaro, ci si stupisce per intercettazioni sempre più precise. Ma la corda mediatica si è allentata, come se a qualcuno fregasse un tubo. Come a voler delegittimare l’inchiesta a dovere di cronaca giudiziaria, che niente compromette al sistema in vigore. E invece no: il titolo dovrebbe essrere gridato, a nove colonne, puntato senza remore su questa mostruosa connessione d’intenti propri, perché lo scandalo è ora e adesso. E lo scandalo al quadrato è il volerlo far passare per pratica di seconda mano, di serie B. C’è in ballo lo stesso, arrogantissimo e disgustoso, modo di fare della vicenda Tarantini. Che, non a caso, con gli stessi metodi si diceva operasse. E che allo stesso nido si pensava volesse atterrare. Quello della Protezione Civile e quello dei suoi gustosissimi appalti sospetti.

Ciancimino scherzava, Minzolini no.

Dobbiamo saperlo, e in prima visione. Certo, non accontentarci della sopravvissuta informazione televisiva che, per mano del Tg1, ne ha combinato un’altra delle sue: Bertolaso coi rifiuti in Campania non c’entra niente se non dal 2007, quindi la condanna della Corte Europea non lo tange, voce minzoliniana dice. Stupidaggini, essendo in pista dal 2006 (edizione delle 13,30 del 4 Marzo. La guardia al Minzo è sempre aperta. Qui).

Né dell’opera proba dei pochi che ci provano (god saves L’Espresso) può far cantare vittoria. Perché rischiamo di perdere il filo che conduce all’aberrazione del potere, e il senso dell’indignazione. Rischiamo di sapere che Ciancimino non deporrà al processo Dell’Utri perché considerato inattendibile. Cosa che sembra non essere nel processo Mori, dove di Dell’Utri parla. Ecco, rischiamo di non capire e farci morire addosso notizia e rabbia. E lasciare che chi se ne giova continui a bearsene.
U’

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