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Il senso della protesta

Chi ha avuto il piacere di esserci sa che le informazioni dei giornali sulla manifestazione sono in gran parte falsate e strumentalizzate.

Chi ha avuto il piacere di esserci sa che le informazioni dei giornali sulla manifestazione sono in gran parte falsate e strumentalizzate (come sul palco hanno profeticamente annunciato).
Per rendere meglio l’idea basta prendere in esame tre quotidiani un pò diversi tra loro: Repubblica, Il Giornale e l’Unità.
Repubblica è stata la più moderata, anche se non ha mancato di rimarcare le esternazioni eccessive di Grillo e della Guzzanti (oltre all’intervista a un delirante Osvaldo Napoli, sconosciuto deputato forzista, che definisce il "grillismo" e il "travaglismo" la reincarnazione del fascismo sansepolcrista delle origini...), gli attacchi (molto soft) a Napolitano, tralasciando però il contenuto degli ottimi interventi sul palco.
Più lapidaria l’Unità che l’altro giorno titolava "Grillo rovina una bella piazza". Che esagerazione.
Segue decisa stroncatura della Guzzanti, con Furio Colombo identificato come il pompiere di turno che spegne la miccia incandescente della solita coppia Travaglio-Grillo (con grande indignazione del primo, essendo stato coccolato per anni dalla stessa Unità diretta da Colombo).
Ma la chicca clamorosa viene dal Giornale, che parla di "quattro gatti" in piazza.
Io che c’ero posso testimoniare che per muovermi da una parte all’altra ho dovuto percorrere una strada parallela, dietro l’ambasciata del Brasile, altrimenti non riuscivo a spostarmi di qualche metro.
Ma si sa, non avendo argomenti da opporre, Il Giornale di Mario Giordano spara le solite balle a profusione.


Al di là della stampa, la manifestazione ha evidenziato alcuni punti salienti:
Da una parte l’esigenza dei partiti che aderivano, Italia dei Valori e pezzi sparsi del Pd (se escludiamo Prc e Comunisti Italiani che sono fuori dal Parlamento) di non proporsi come ostili a Veltroni e Napolitano, reo quest’ultimo di non respingere il lodo Alfano e di aver firmato una legge razzista come l’aggravante del reato di clandestinità.
Da qui il gesto di Di Pietro di incitare la folla all’applauso mentre Colombo difendeva il Capo dello Stato.
Da una parte l’esigenza di moderazione delle forze politiche, dall’altra i cani sciolti che avevano tutto il diritto di esprimere la loro visione dei fatti:
Marco Travaglio, con la puntuale e informata arringa che riprendeva in parte gli argomenti dell’ultimo passaparola di lunedì, Beppe Grillo e soprattutto Sabina Guzzanti, che nel suo spazio comico si è lasciata andare alle frasi più nette e pesanti, ma che devono restare nell’ottica di un intervento satirico, dunque per logica politicamente scorretto e "di pancia".
Se aggiungiamo le poesie di Camilleri, leone combattivo nonostante l’età avanzata, la moderata critica femminista di Lidia Ravera, i gioiosi paradossi di Ascanio Celestini, i lucidi argomenti di Paolo Flores D’Arcais, Moni Ovadia, Umbeto Eco e Rita Borsellino, si ha il quadro di una bella manifestazione di piazza, non violenta e pluralista.
I cittadini hanno manifestato il loro pacifico dissenso, hanno dimostrato la giusta sensibilità ai nuovi rischi del paese a causa delle ennesime sciagurate leggi del Berlusconi IV, ricordando però che anche le forze politiche d’opposizione si sono rese complici del disastro in cui ci troviamo.
Questo il senso più profondo della protesta, dalla quale bisogna ripartire per elaborare una significativa manovra politica di riscatto.
Il resto sono solo dettagli irrilevanti, o ragionate menzogne.

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