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Solo l’Onu può intervenire in Siria

All’ennesima crisi mondiale e mediorientale, ancora una volta l’ONU dimostra tutta la sua impotenza a prevenire o almeno a spegnere focolai di guerra, che rappresentano ancora nuovi crimini orrendi contro l’umanità.

Mentre qui, in occidente, stiamo discutendo o cercando di capire le responsabilità di quest’altro bagno di sangue che sta travolgendo il popolo siriano, l’ONU continua ad avere le mani legate da quelle cinque nazioni che si sono arrogate il diritto di veto fin dalla conclusione della Seconda Guerra mondiale, consentendo di fatto il perpetrarsi di crimini contro l’umanità dai tempi della Corea, del Vietnam e della Cambogia, fino alle “primavere arabe” e alla questione odierna della Siria.

Diversi opinionisti occidentali, sono convinti delle responsabilità esclusive del presidente Assad nei massacri in Siria. Di fronte a queste certezze, cerchiamo di fissare alcuni punti fermi, anche in relazione al ruolo dell’ONU.

In primo luogo è un dato certo che per il secondo anno consecutivo il popolo siriano è vittima di atrocità che hanno causato migliaia di vittime civili tra la popolazione. Noi, in occidente, non possiamo essere giudici delle responsabilità dei vari attori del palcoscenico mediorientale, ma di fatto le vittime e le atrocità contro la popolazione siriana, sono un dato certo e non una montatura politica.

Assad sembrerebbe il maggior responsabile, perché le armi che hanno massacrato la popolazione siriana non possono essere facilmente possedute da “ribelli” interni o esterni alla Siria. Qualora fosse dimostrato, per assurdo, che Assad non è il diretto responsabile delle stragi, dovrebbe essere comunque rimosso dalla carica di presidente della Siria perché ha dimostrato in due anni di non saper assicurare la pace nel suo Paese e neppure di saper difendere la popolazione dagli attacchi dei cosiddetti “ribelli”.

In secondo luogo negli ultimi decenni, in tutte le vicende che riguardano i popoli arabi, dall’Africa settentrionale al medio oriente, abbiamo visto agire sempre gruppi integralisti: ricordiamo fra tutti Al Qaeda di Osama bin Laden, che ha operato seminando il terrore proprio contro le popolazioni arabe, a partire dall’Afghanistan all’Iraq e in tanti altri Paesi mediorientali. Ora, sembra proprio un dato sicuro, che tra i ribelli siriani, vi sia la presenza di Al Qaeda (il gruppo di Al Nusra), che è un sicuro avversario di Assad, oltre ad alimentare lo scontro tra le fazioni religiose islamiche tra Sunniti e Sciiti .

Insomma, voglio dire, che nei massacri contro le popolazioni siriane vi sono sicuramente responsabilità di Assad e dei suoi avversari che operano in tutto il mondo islamico. Quindi eliminare Assad, come è stato fatto per Saddam Hussein in Iraq, soprattutto con un intervento militare unilaterale da parte degli USA, non eliminerebbe la causa delle stragi in Siria contro la popolazione civile, ma alimenterebbe solo il pericolo di una guerra totale nel medio oriente e forse anche oltre.

E allora? Possiamo solo contare le vittime che quotidianamente aumentano in questa guerra? Credo che sia compito esclusivo dell’ONU, per l’autorità che dovrebbe avere come organismo internazionale, dopo aver messo d’accordo i cinque grandi prepotenti, di intervenire e disarmare le fazioni in lotta.

Penso che sia l’unica strada praticabile, seppur improbabile; diversamente, un intervento unilaterale statunitense, avrebbe l’effetto della benzina sul fuoco e come abbiamo assistito di recente, in altri paesi islamici, accentuerebbe stragi e focolai di terrorismo, proprio per la valenza negativa che l’azione militare americana provocherebbe fra quelle popolazioni.

Per questi motivi o l’ONU saprà finalmente acquisire una sua autorevolezza mondiale riequilibrando i poteri tra i suoi membri, oppure le nazioni democratiche realmente pacifiste, a partire da quelle europee, dovrebbero sciogliere il legame da quest’organizzazione incapace di imporre efficacemente la pace nel mondo e rifondare quest’organismo mondiale su presupposti decisamente diversi da quelli imposti, dalle cinque nazioni con il diritto di veto, a tutte le altre nazioni del mondo.

Foto: Wikimedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.35) 5 settembre 2013 22:52

    Lei scrive: "Credo che sia compito esclusivo dell’ONU, per l’autorità che dovrebbe avere come organismo internazionale, dopo aver messo d’accordo i cinque grandi prepotenti, di intervenire e disarmare le fazioni in lotta."
    Sono d’accordo, ma questo presuppone che l’ONU possa deliberare e agire a prescindere dagli interessi di ciascuno dei paesi membri. Cosa che non è possibile a causa del diritto di veto dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (una eredità ormai anacronistica della seconda guerra mondiale) che possono bloccare ogni risoluzione contraria ai loro interessi particolari.
    Non so se si arriverà mai a superare questa anomalia: credo che i cinque membri permanenti non rinunceranno mai volontariamente alle loro prerogative.

    Tuttavia personalmente preferisco un ONU zoppo a nessun ONU. L’Assemblea Generale mantiene ancora una capacità di indirizzo largamente autonoma, e questo è importante almeno per tenere in vita la nozione di Diritto Internazionale.

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