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Il progetto eversivo

 Un progetto eversivo contro di lui, ha detto Berlusconi, per sostituirlo con qualcuno che non è stato eletto dal popolo. A parte che la possibilità per il parlamento di sfiduciare il governo, che al momento non pare nemmeno molto probabile, non è affatto eversione ma una normale procedura democratica, di progetto eversivo in Italia negli ultimi 15 anni se ne è visto uno soltanto, il suo. 

Essere eletti dal popolo non è la giustificazione per qualsiasi cosa, dipende da come si viene eletti. Magari con pesanti sospetti sulla regolarità delle elezioni, come nel caso dell’Iran, oppure con l’ingiusto vantaggio di poter influenzare pesantemente l’opinione pubblica attraverso 3 reti televisive di proprietà, 2 molto amiche e innumerevoli giornali fiancheggiatori. E’ questo il modo in cui Berlusconi è salito al potere, e anche il motivo per cui non bisognava permettergli di farlo. 
Nel 1994 forse non si poteva fare niente per impedire la sua elezione, visto che grazie alla sua amicizia con Craxi aveva ricevuto in regalo tre reti televisive nazionali. Ma dal 1996 al 2001 si poteva fare molto, si poteva impedire che una persona con un tale conflitto di interessi avesse modo di presentarsi alle elezioni, come è prassi in quasi tutti gli altri paesi del mondo. 

Invece nel 2001 Berlusconi è tornato al potere e subito ha approfittato del G8 di Genova per vedere fino a dove poteva spingersi. In tre giorni le forze dell’ordine italiane con la scusa di rispondere a un piccolo gruppo di provocatori, i cosidetti black block, hanno commesso sistematiche violenze e attuato una feroce repressione contro pacifici manifestanti, nonché ampie violazioni dei diritti umani e pestaggi nei confronti delle persone fermate. La reazione interna e internazionale forse gli ha impedito di attuare fino in fondo il suo progetto.

I successivi anni di governo non hanno riscontrato grandi successi. Berlusconi ha perso tutte le elezioni europee, amministrative e locali mentre il suo governo non faceva praticamente niente di utile per risolvere i problemi italiani e si preoccupava soltanto di censurare giornalisti e comici sgraditi al capo dalla televisione e promulgare leggi utili a salvare il premier dai vari processi in cui era imputato. 


Nel 2006 è quasi riuscito ad evitare una sconfitta praticamente certa fino a pochi giorni prima grazie a una legge elettorale favorevole approvata all’ultimo momento e al lavaggio del cervello attuato dalle televisioni italiane in suo favore. Il governo di centrosinistra dopo aver visto tutto questo doveva fare una sola cosa: togliere a Berlusconi il suo potere sull’informazione o impedirgli di presentarsi a future elezioni. 

Invece non ha fatto niente di tutto questo e così nel 2008 Berlusconi è tornato al potere per la terza volta. In poco più di un anno il suo governo ha già fatto leggi indegne di qualsiasi paese più o meno civile: l’impunità penale completa per il premier e le alte cariche dello stato, un piano di distruzione totale della scuola pubblica e dell’università, il taglio di fondi ai servizi sociali, al sistema carcerario, ormai quasi al collasso, alla polizia.

Negli ultimi mesi poi il peggioramento ha subito un’accelerazione:dei clandestini, respingimenti in Libia, ronde di privati cittadini per le strade, censure varie e quindi il capolavoro finale. La legge sulle intercettazioni, un colpo da maestro per smantellare la magistratura e la libertà di stampa in Italia.

Hanno pensato anche ai blog, perché all’epoca in cui fu redatto il programma eversivo della P2 internet ancora non esisteva. In tutto questo gli scandali che hanno colpito Berlusconi sembrano quasi piccole cose: il processo Mills, l’avvocato inglese condannato per corruzione ad opera di Berlusconi, è il meno considerato dalla stampa ma certo il più grave. I voli di stato per portare amici e ragazze a Villa Certosa entrano nel solco dell’uso improprio del denaro pubblico, il nostro denaro, che i politici italiani hanno sempre fatto. Le festicciole con tante giovani donne nella Villa in Sardegna del premier e le circostanze non del tutto chiarite in cui ha conosciuto la diciasettenne Noemi sembrano davvero cose di poco conto. Se avessivo un premier che va "solo" con le minorenni potremmo farcene una ragione. Invece abbiamo un premier che persegue un progetto eversivo per fare dell’Italia il suo feudo personale.

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