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Il premio ’Lama e trama 2011’

Lama e trama, arrivato alla nona edizione, è un premio che nasce nel 2003 a Maniago (Pordenone), storica “Città delle coltellerie” che ha portato a eccellenza l’arte di forgiare oggetti da taglio le cui immagini sono state utilizzate nelle copertine dei diversi volumi antologici.
 
Dalla straordinaria tradizione nella fabbricazione di oggetti da taglio di altissima qualità, coltelli, forbici, utensili e lame d’uso quotidiano, nasce l’idea di un premio in grado legare le narrazioni di genere giallo o noir alle lame.
 
Nel 2011 sono previste due sezioni riservate ai racconti brevi e ai monologhi teatrali.
 
La scadenza per l'invio delle opere è il 23 settembre 2011.
La premiazione dei vincitori avrà luogo a Maniago nel mese di novembre 2011.
I bandi si possono scaricare direttamente dal sito assieme a ogni altra informazioni necessaria.
 
Oltre a valutare e selezionare centinaia di racconti provenienti da ogni parte d’Italia e da ogni autore, Lama e Trama prevede ogni anno un ‘Premio alla carriera’, ogni vincitore regala un racconto per l’antologia annuale: Loriano Macchiavelli (2003); Laura Grimaldi (2004); Massimo Carlotto (2005); Carlo Lucarelli (2006); Marcello Fois (2007); Premio speciale alla memoria a Giorgio Scerbanenco (2007); Sergio “Alan D.” Altieri (2008); Valerio Varesi (2009); Giampaolo Simi (2010).
 
Non un concorso ‘standard’, però, nemmeno statico.
Nato come premio dedicato al racconto breve, Lama e trama è cresciuto negli anni e si è evoluto: 2006 è nato il premio Lama (forchetta) e trama, messo in palio e assegnato dal Convivium Slow Food di Maniago al miglior racconto che – oltre alle consuete caratteristiche – sia espressamente ispirato al cibo. Tra il 2008 e il 2009 sono state inaugurate nuove sezioni, dedicate alla ricerca, alla scrittura drammaturgica e al linguaggio audiovisivo. Sono nati i riconoscimenti dedicati al monologo teatrale, al radiodramma e al cortometraggio cinematografico, ognuno dei quali tornerà con cadenza triennale ad affiancare il tradizionale premio al racconto breve.
 
Anche le giurie si sono arricchite di ospiti, tra narratori, registi, drammaturghi, e docenti universitari. Nel 2009, dopo sei edizioni che lo hanno visto alla giuda delle diverse giurie, lo scrittore Luigi Bernardi, principale artefice e anima della manifestazione, è stato nominato Presidente onorario del premio. A partire dal 2008, a curare il premio e coordinare le giurie è Antonio Paolacci.
 
Dopo diverse edizioni con giurie composte da scrittori italiani di giallo e noir tra i più noti e apprezzati (Gianfranco Nerozzi, Nicoletta Vallorani, Tullio Avoledo, Luigi Bernardi, Giampalo Simi, Barbara Garlaschelli, Patrick Fogli, Giampiero Rigosi e molti altri), quest’anno le giurie sono così composte: per la sezione Racconto 2011 Carlo Cannella, scrittore ed editore; Matteo Righetto, cofondatore del movimento letterario Sugarpulp e scrittore; Federica Sgaggio, giornalista e scrittrice, mentre per la sezione Monologo teatrale 2011 Ferruccio Merisi, attore e insegnante di recitazione; Luciano Roman, attore ha lavorato con Giorgio Strehler, Luca Ronconi, Luigi Squarziana e molti altri; e Massimo Somaglino, attore e direttore di spettacoli. 
 
Infine per il premio speciale Lama (forchetta) e trama, le valutazioni saranno effettuate da Cinzia Scaffidi che dirige il Centro Studi di Slow Food e insegna all'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Colorno.
 
Un concorso strutturato, con diversi anni d’esperienza alle spalle.
Un’occasione per proporre scritti di genere e mettersi alla prova tra nomi più o meno noti.
 
Il volume Lama e Trama 2011 – Narrazioni in punta di coltello, edito da Perdisa (pag. 205 a euro quattordici) va a riunire i racconti vincitori dell’ultima edizione conclusa.
 
Si tratta di un volume curato, e ordinato, che inizia con il racconto ‘The Winner Takes It All’ di Giampaolo Simi (premio alla carriera) e propone, suddivisi nelle varie sezioni, ben sedici short stories.
 
L’impressione di trovarsi tra le mani l’ennesima antologia tematica è fallacia, le singole storie sono decisamente diverse tra loro per svolgimenti, strutture, tematiche e scritture. Ed è proprio la varietà il punto di forza di questo volume giocato sui colori del bianco, il nero e un rosa shock ai lati quasi un atto di ribellione al bon ton.
 
"Si affievolisce la luna del lampione. I neon del ristorante, spenti uno a uno: buio. La ragazzina con le efelidi scende i gradini della scala in muratura. Illumina i rampicanti d’edera con la luce del cellulare. È così stanca. Nausea. E non è stata una bella sera. Brutta gente. E c’era lui. Cosa si è messo in testa? Scioglie l’elastico dei capelli che le scivolano sulla schiena. A una certa età, gli uomini impazziscono. Ossessivo. Che palle. Pretese assurde. Pianti. Infila il casco. Aveva perfino paura che le facesse una scenata davanti a tutti. La marmitta scoppietta nel silenzio. Il vento si è placato. Imbocca la strada in terra battuta, i solchi la fanno saltellare sul sellino. Nuvole di polvere, illuminate dal faro. […]"
(estratto da ‘Piccola dea con le efelidi’ di Maurizio Patella, pag.173)

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