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Il mio Sud

Il mio Sud è una terra maledetta, da sempre. O meglio, per dirla secondo le versioni di Borbonici e meridionalisti, da quando l’invasore piemontese ne ha sottratto le ricchezze ed ha imposto con la violenza il proprio regime ipocritamente unitario. E riflettendoci, forse, sembrerebbe essere proprio così.

Il mio Sud è andato in onda l’altra sera a Raitre. Tramite un documentario è stata riproposta con tutta la sua drammaticità la situazione sociale e ambientale in Campania. Uno scenario impietoso che offende la dignità delle persone che vivono quel contesto e che rende ancor più pesante il proseguimento di una vita già di per sè ardua. Conseguenze dell’industrializzazione del Nord, direbbe qualcuno.

Il mio Sud come terra di conquista. Perchè nelle intenzioni di chi sta al potere esso è stato e sarà sempre questo. Così mi trovo costretto a rimettere mano ai libri di storia ufficiali, dove si narra che il Mezzogiorno è arretrato da sempre e il suo popolo ignobile ed inetto, anche quando esso è stato meta di artisti e letterati, patria di poeti e scrittori, culla di grandi personalità politiche e filosofiche.
Dopo l’invasione piemontese e il successivo accorpamento del Regno delle Due Sicilie alla giovane Italia, il Sud è stato dissanguato e l’economia strangolata e gettata in pasto a bande di mafiosi e camorristi che hanno poi saputo sfruttare indiscriminatamente le risorse di quella terra per potersi imporre nell’alta finanza. Contaminando gradualmente con i propri capitali sporchi l’economia del Nord.

Che tristezza mista a rabbia vedere quei campi ricolmi di monnezza e di veleni di ogni genere, noti fino ad alcuni decenni fa per la loro amenità e abbondanza di prodotti. Tutti quei rifiuti ammassati e dati alle fiamme simboleggiano ciò che in realtà è il capitalismo: distruzione. L’uso e il consumo massiccio non possono portare benessere e ricchezza, non lo hanno mai fatto. L’enorme sovrabbondanza delle Nazioni Occidentali si basa sulla esecrabile povertà dei Paesi ignobilmente definiti del "Terzo Mondo". In altre parole, lo stesso concetto che vale qui per il Nord e il Sud Italia. Per quanto i media nostrani abbiano imposto la verità sbandierata senza ritegno degli uomini col foularino e il fazzolettino verde (i leghisti), ovvero che il Meridione sottrae i soldi al Settentrione, le opinioni non strutturano la verità, bensì i fatti. Ed i fatti sono questi: le industrie del Nord si servono del Sud come immondezzaio e serbatoio di manodopera a basso costo. Val la pena distruggere l’ambiente in cui vivono le persone di quel territorio, così esse saranno costrette ad emigrare nel Nord industrializzato e a lavorare in modo disumano pur di portare avanti la propria famiglia.



Il mio Sud ha delle colpe. Le organizzazioni criminali hanno inculcato nella gente di questa terra la mentalità più sbagliata che possa esistere, quella della sopraffazione e dell’omertà. Le popolazioni del Mezzogiorno non sono riuscite ad opporre degli argini a tutto ciò, abbandonate e spesso danneggiate da una classe politica oramai connivente del tutto con le economie criminali, le mafie.
Va però ricordato che gli uomini non sono animali. Essi sono stati dotati di una ragione e, per quanto si possa condizionarli ed influenzarli, hanno uno spirito critico e consapevole. Ecco perchè accettare a testa bassa la prepotenza e l’arroganza dei criminali non può più essere accettabile, non al punto in cui siamo arrivati, non ora che la presenza delle ecomafie è diventata insopportabile e non più tollerabile, non ora che essa miete vite innocenti come non mai. 

Il mio Sud non sarà mai aiutato da nessuno. Non fatevi ingannare, il governo non risolverà assolutamente nulla. L’esercito non è altro che il completamento del circuito criminale che si è messo in moto nel Paese. Non è qui per eliminare la camorra, semmai per farle compagnia! La mafia ormai, con i suoi 130 mld di fatturato annuo, è entrata come il peggiore dei virus nelle maglie della società, contaminando ogni classe sociale di questo Paese. 
Il mio Sud ha bisogno assolutamente di una rivoluzione. Che sia la più pacifica e civile possibile, ma che spazzi una volta per tutte il putridume di cui siamo impregnati. E ciò non solo il Mezzogiorno d’Italia, ma il Sud del Mondo. Per gridare a voce alta che noi non ci siamo arresi, non ci siamo piegati alla sopraffazione dei potenti. Per far capire a tutte le popolazioni, del Nord e del Sud, che bisogna unirsi e combattere insieme queste èlite. Il "divida et impera" operato dalla classe dirigente non deve più avere alcun effetto.

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