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Il governo di Robin Hood

Quando mesi fa il Governo Berlusconi vinse le elezioni e promise meno carico fiscale per tutti, una tra le prime tasse che propose non fu a carico della gente comune, ma impose un’imposta sugli extra-profitti di banche, assicurazioni e società energetiche. Tremonti la chiamò “Robin Tax”: lo scopo era di togliere soldi alle aziende che accumulavano denaro tramite l’aumento spropositato delle materie prime - come ad esempio il petrolio - e ridarlo - sotto forma di aggiunte alla spesa pubblica per la sanità, assistenza e tutto il resto - a quella fascia di persone con redditi bassi che non arrivano a fine mese col solo stipendio. La gente comune pensò che fosse una buona cosa: come Robin Hood ruba ai ricchi per donare ai poveri, finalmente un Governo che fa qualcosa per la gente.

Nel frattempo però è arrivata la crisi finanziaria - aspettata da anni - e quindi le banche, le assicurazioni e le società petrolifere non sono più riuscite a proliferare quattrini come prima. A questo punto il Governo annuncia che la gente comune, i correntisti e i piccoli risparmiatori, non perderanno nulla: “daremo noi i soldi alle banche in modo tale da non portarle al fallimento”.
Come detto Robin Hood ruba ai ricchi per darli ai poveri.

All’incirca nello stesso periodo, Bruxelles annuncia che multerà l’Italia per non aver rispettato le direttive europee anti inquinamento introdotte dal protocollo di Kyoto firmato negli anni scorsi. Oggi si è saputo a quanto ammonta la mega-multa che le società energetiche dovranno pagare all’Unione Europea: circa 18 miliardi di euro l’anno per un totale di 181 miliardi dal 2011 al 2020. Immediatamente il Ministro dell’ambiente Prestigiacomo attacca Bruxelles ritenendo un onere insostenibile per le aziende italiane pagare la multa con la crisi incombente. Il commissario Ue all’Ambiente Stavros Dimas, ha ritenuto inopportune le lamentele italiane, ma si è dimostrato concorde nell’approntare un “tavolo tecnico” con esperti italiani per discutere dei benefici e dei costi del pacchetto “Clima e ambiente” diramato dal Governo centrale europeo all’indomani del trattato di Kyoto. Sempre nella giornata di oggi, il Ministro Tremonti ha scritto al Corriere per insistere che la “Robin Tax” non avrà effetti distorsivi sui prezzi dei prodotti finali - come la benzina -, ma anzi, i quattro miliardi l’anno della tassa, andranno a riequilibrare la spesa pubblica tanto abbattuta con la crisi finanziaria. Ha nuovamente annunciato l’entrata in vigore della “Carta Acquisti”, meglio conosciuta come “Tessera della Povertà”, e ha ribadito che per la Robin Tax gli effetti si vedranno molto presto. Ancora una volta Robin Hood ruba ai ricchi per donare ai poveri.

A questo punto non capisco lo scopo della cosiddetta “Robin Tax”: se si aiutano le banche e le aziende in difficoltà dando dei soldi - quindici miliardi di soldi per la precisione - , cosa si mette a fare una tassa che alla fine ha il solo scopo di riavere indietro una parte dei soldi appena stanziati? Certo, la Robin Tax preleva solamente 4 miliardi l’anno, quindi poca roba rispetto ai 15 miliardi di stanziamenti per la difficoltà economica, ma se le aziende multate dall’Europa (Eni e Enel in testa) devranno pagare 18 miliardi l’anno, alla fine a cosa serve realmente questa tassa? Tanto vale che il Governo tiri fuori i soldi della multa e cerchi di trovare alternative valide, assieme alla Comunità Europea, per rispettare il Trattato di Kyoto senza discriminarlo fino all’ultimo. Il “cerchio” del Governo sembra una semplice operazione matematica: ti faccio pagare 4 miliardi l’anno di tasse perché sei ricco, per la crisi ti do 15 miliardi per non farti fallire, ma dopo sei costretto a versarne 18 all’Europa per aver inquinato. Alla fine le aziende sono in deficit di sette miliardi l’anno, se ho fatto bene i conti! Quindi la soluzione quale potrebbe essere?

Una potrebbe essere quella di eliminare la Robin Tax immediatamente perché tanto non serve a nulla, si recupera poco e soprattutto non è il momento adatto per chiedere soldi a chi già ne deve tirar fuori parecchi; far pagare alle aziende le multe della UE ma fare in modo che questi soldi rientrino sotto forma di contributi, o detrazioni fiscali ad esempio a favore della ricerca, dando all’Europa il contentino per i nostri errori, ma che allo stesso tempe creda nella nostra voglia di investire nel futuro in forme di energie pulite e innovative.

Pertanto lo Stato farebbe davvero il Robin Hood della situazione: ti faccio pagare la multa all’Unione Europea, però se investi in energia rinnovabile ti premio ridandoti indietro parte dei soldi che hai versato.

Quale soluzione migliore? E non sono ne’ un economo e ne’ tantomeno un Ministro, quindi loro potrebbero, anzi dovrebbero, fare molto di più. Noi intanto aspettiamo. Io aspetto anche una spiegazione su cosa sia in realtà la Carta Acquisti. Chi riesce a spiegarmela?

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