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Il "duro" lavoro dei vigili milanesi (non tutti per fortuna!)

Due vigili urbani di Milano hanno passato oltre un’ora imboscati in un bar. Piccolo reportage con foto.

MILANO - 19 novembre 2008 ore 17,02 - Due agenti della polizia locale di Milano sono sbucati da una delle gallerie laterali che sfociano su corso Buenos Aires. Una sistemata ai pantaloni e sono balzati veloci sul marciapiede ingombro di acquirenti probabili ed effettivi dei vari negozi. “Vuoi vedere che stanno per fare qualche azione?” mi son detto! Incuriosito, mi son messo a seguirli, dapprima con gli occhi per cercare di capire con chi avevo a che fare: erano uno alto ed uno basso;  l’alto, scasciato con giaccone aperto, senza manganello ed un cellulare perennemente all’orecchio; il basso ben abbottonato, manganello bianco e pistola, sorridente e che si guardava lo spilungone come se fosse il suo leader. Non certamente begli esemplari di uomini d’ordine, alla fin fine.

 

Hanno preso a camminare veloci. Veloci verso un gruppo di neri che di fronte ad Euronics, con i soliti lenzuoli per terra, vendevano borse di vere false marche: quelle che sembrano così vere come fossero uscite dagli stessi depositi dove cinesi e napoletani cuciono quelle “vere”. Comunque. Questi due temerari - i venditori di borse sono molto pericolosi e veri delinquenti in nuce - vanno verso i neri. I neri, al vedere due divise arrivare, cominciano ad agitarsi, forse memori del fatto che nel loro paese (il Terzo Mondo) probabilmente se li beccano come minimo li menano. I due poliziotti vanno verso il primo e cominciano con lui una breve conversazione. Tira e molla, il nero rimette per terra le sue borse di “Prada” e “Dolce e Gabbana”. I due poliziotti locali se ne vanno. Che si saranno detti? Probabilmente qualcosa come “tengo famiglia” detto tra il senegale/burundese ed il meneghino. I passanti avranno visto due ghisa parlottare con degli illegali e poi, italicamente, venir meno al loro dovere. Ma l’Italia è così.

I due ragazzotti in divisa riprendono a camminare sul marciapiede, sempre con una strana veloce andatura: come se dovessero andare a qualche parte. Il lungo che “faceva strada” ed il basso che se lo guardava compiaciuto e lo seguiva. Che faranno adesso, mi domandavo? Sfilavano veloci sul marciapiede con una copia delle offerte di Euronics in mano ed prendono una copia del free-press “24 Minuti” nell’altra. Ma ndò vanno così di prescia? Dopo qualche minuto, svelato l’arcano: multe, ciò che di più semplice si può fare in questa professione. Passano sull’altro lato di C.so Buenos Aires e cominciano a girare tra le macchine parcheggiate, i furgoni in scarico, le doppie file di frecce accese. Qualche chiacchiera qui, qualche chiacchiera la. Una chiacchiera con una macchina della Polizia Locale che passa dal corso. Forse è questo quello che devono fare.

I due, il lungo ed il corto (manca il “Pacioccone”), ritornano su questo lato di C.so Buenos Aires e, sempre in maniera spedita e veloce, entrano in galleria corso Buenos Aires: scansano qualche pedone, sfiorano le bancarelle di libri della galleria ed entrano nel bar all’angolo: un caffè non si nega a nessuno. Aspetto fuori, penso solo per qualche minuto. Ma anche per un caffè lungo il tempo è troppo. Entro anche io a vedere. I due ragazzotti sono seduti nella saletta accanto, via il berretto dalla testa (son educati) e si stanno rilassando chiacchierando.

Sono entrati alle 17,25 circa. Ok, forse avranno camminato troppo. Cinque minuti di pausa “se po’ fa”. 

Le 17,35: ormai son 10 minuti abbondanti che son dentro tranquilli: ma avranno per caso finito il turno? Boh, non posso certo andare a chiedere: “Scusi, sono un giornalista. Ho visto che siete in divisa e seduti da 15 minuti in un bar invece di lavorare. E’ normale?” . Non mi resta che aspettare. Prendo un free-press anche io e mi siedo al tavolino esterno a curare le due uscite: voglio vedere che cavolo faranno ’sti due qui.

Le 17,47. Nessun cenno di uscita dal bar. Dalla vetrina semi opaca, spicca la giubba con scritto “Polizia Locale”. Meno male non mi sono sfuggiti: non sono mica Sherlock Holmes io! Però mi domando: “Ma non pensano alla gente che li vede e si chiede che fanno due poliziotti in divisa in un bar”? Probabilmente non se lo domandano ed alla gente non frega niente.

Mentre attendo, leggo sulla free-press che si parla delle ronde dei cittadini e della protesta dei funzionari di polizia per questo “debuttanti allo sbaraglio”. Magari saranno debuttanti, penso io. Ma questi due qui dentro che sono , invece?

Sono le 17,59. Ho il serio dubbio di avere preso un granchio: il Lungo ed il Corto devono essere fuori servizio! Non è possibile siano dentro da più di mezz’ora essendo in servizio. Vado via? Ma no, sono tenuto moralmente a vedere come va a finire. E poi devo anche mettere la parola “fine” al pezzo. Il free-press mi aiuta a passare il tempo e meno male non fa troppo freddo fuori. Leggo di via Paolo Sarpi e della richiesta dei commercianti di interventi della Polizia Locale per far rispettare l’ordinanza sul divieto di transito/scarico ecc ecc. Certo che se ci mandano sti due qui, stiamo freschi!

Leggo e Controllo: che magari non escano da qualche altra uscita, qualora ci fosse.

Sono le 18,40: i due dipendenti comunali in formato poliziotti locali escono dal bar. Minchia: più di un’ora di caffe/thé/cappuccino? Ecco perché mi sono letto tre volte il giornale: è un mare di tempo.

Escono e pacati vanno lungo la galleria del corso verso il tabaccaio all’angolo: è tempo di giocare la schedina. Ormai faccio il loro cronometrista ufficiale: escono dal tabaccaio alle 18,47. Non mi ero mai reso conto che per giocare una schedina ci volessero almeno 7 minuti.

Sono le 18,49. Rientrano su corso Buenos Aires e tirano fuori il libretto delle multe (credo sia quello). Girano tra un paio di macchine in doppia fila, fanno una multa ad un Kangoo parcheggiato (ma poi forse la ritirano perché il proprietario li consulta). Fanno questa pantomima per un paio di minuti.

Sono le 18,56, infatti, e scendono giù per le scale della metropolitana. Passano accanto al controllore con un saluto e si avviano in direzione di Sesto San Giovanni.

Avrei voluto seguirli, ma non avevo biglietto ed avrei dovuto fare il “portoghese”. Certo ero curioso di vedere chi fossero questi due veri falsi agenti.

Commenti all'articolo

  • Di cico (---.---.---.112) 25 dicembre 2008 14:01

    Sono un "Vigile" di Milano e sono assolutamente daccordo con Maurizio.
    Questi soggetti non sono "Vigili" ma zecche che minano il nostro lavoro.
    Non pensiate che i veri "Ghisa" che in questo periodo prendo del gran freddo non siano sensibli a questi comportamenti di questi dipendenti comunali che vogliono ritirare la busta paga il giorno 27.
    I miei complimenti per l’articolo e dei graditi auguri di natale.

  • Di Maurizio (---.---.---.230) 25 dicembre 2008 18:58

    Da Maurizio, autore dell’articolo.

    Magari sbagliando, penso spesso sia così. Anche se spero sia sempre meno.

    Ma da buon meridionale come io sono, so che il 90% dei dipendenti gode di una tranquillità legata alla sicurezza del lavoro ed al sovradimensionamento degli organici che non depone a favore di una qualità del loro lavoro.

    Nel Meridione d’Italia il lavoro pubblico, nelle mille sfaccettature che vanno dal Comune all’Ente di diritto pubblico alla cooperative sociali ai "lavoratori socilamente utili". Ecco quindi la mia ipersensibilità verso i dipendenti pubblici spreconi ed incapaci di capire che devono essere elemento di produzione per l’Italia.

    BuonE feSte

  • Di vigile incazzato (---.---.---.87) 20 gennaio 2009 18:30

    anche io sono un vigile milanese e gradirei fare una precisazione al falso gironalista che è riuscito a trovare solo quelli che non lavorano....peccato però che quando siamo all incrocio ad aiutarvi ad attraversarlo con la vostra autovettura( perchè da soli non siete capaci) non ci notate neanche......noi staimo li per voi a respirare la m e . . a che poi diventera cancro per i nostri polmoni mentre il falso giornalista lavora in ufficio con il riscaldamento in inverno e l aria condizionata d estate e con il culo sulla poltrona

  • Di Maurizo (---.---.---.94) 21 gennaio 2009 20:22

    Risponde l’autore dell’articolo

    Per il vigile incazzato. A parte il fatto che io SINCERAMENTE ammiro il lavoro delle forze di sicurezza, siano essere statali che locali, spero che la tua incazzatura sia per la vergogna che ricopre tutti per colpe di quelli che si imboscano e che vanificano il serio lavoro di molti altri. Se davvero molti altri fanno davvero il loro lavoro e non siano invece "pochi altri".

    Cordiali saluti e sinceri grazie per il tuo lavoro al servizio della gente comune.

    Maurizio

  • Di FABIANA (---.---.---.233) 27 gennaio 2009 20:06

    Carissimo Maurizio,
    partendo dal presupposto che ciò che ha documentato è veramente VERGOGNOSO... e che io per prima ho sempre odiato i vigili pensando che facessero solo multe, mi trovo purtroppo o per fortuna non sò, a contestare il suddetto articolo. Nel 2006 ho conosciuto il mio attuale compagno e papà di mio figlio VIGILE DI QUARTIERE.... e da allora ho dovuto ricredermi sul loro conto!!! le garantisco che se lei potesse anche solo immaginare le mansioni che hanno e in che condizioni le svolgono il loro lavoro, le passerebbe la voglia di seguire i vigili, tutto il giorno (o notte) sotto acqua, neve,vento,pioggia, freddo o caldo torrido, 3 ORE AL GIORNO DI VIABILITA’ in mezzo a Piazzale Loreto NELL’ORARIO DI PUNTA che equivalgono a meno 9 anni di vita. Per non parlare poi di scene pietose alle quali ho anche assistito personalmente di persone multate perchè parcheggiate in TERZA FILA..... bloccando l’intero piazzale dunque non si poteva chiudere gli occhi e far finta di nulla........ che ti urlano ANDATE A LAVORE SERIAMENTE PEZZI DI MERDA!! allora mi dica lei che devono fare? se fanno il loro dovere sono insultati se non lo fanno pure..... sicuramente gli agenti dell’articolo hanno esagerato ma le garantisco che queste persone non hanno vita facile, si guadagnano quattro soldi rispetto al tipo di lavoro che svolgono e alle responsabilità che hanno. E poi devo farle presente che tutto ciò non avviene solo tra i vigili, ma anche in qualsiasi altro lavoro, io lavoro in un ufficio di un’azienda privata molto grande, e davanti a me ho una collega che anzichè lavorare è da anni che sta tutto il santo giorno al telefono (per faccende private ovviamente) mentre un’altra sta in internet (sempre per faccende private ovviamente) e chi lavora son sempre i soliti quattro asini....... Vorrei in oltre farle presente che lei parlava di lavoro sicuro..... ma haimè non è proprio così... provi a chiedere al vigile che per difendendersi da un ladro d’auto che volutamente lo stava investendo, è rimasto senza lavoro perchè ha sparato per difendersi ed è stato condannato per tentato omicidio, è rimasto sulla sedia a rotelle per un altro incidente di servizio e si deve pure pagare l’avvocato!!! QUESTO E’ QUELLO CHE AFFRONTANO I VIGILI OGNI GIORNO!!!!!!! mi farebbe molto piacere leggere un altro suo articolo, ma la inviterei questa volta ad evidenziare anche quello che di buono c’è nei vigili, provi ad accostarsi a loro per un intero servizio sotto il diluvio universale e poi ci risentiamo.......
    GRAZIE MILLE per la sua cortese attenzione. 
    Fabiana

    • Di Autore dell’Articolo (---.---.---.71) 27 gennaio 2009 20:33

      RISPONDE L’AUTORE DELL’ARTICOLO

      Gentile Signora Fabiana,

      il rischio di mettere in evidenza un aspetto della realtà è che si faccia di tutta l’erba un fascio. Da parte di chi, come me, fa emergere queste cose, e può cadere nel semplicistico riferimento a "categorie" piuttosto che a riferimenti più specifici. E’ il rischio di una tale operazione.

      Mi consenta di dirle, comunque, che anche chi si trova a "difendere" certe posizioni, amplifica la virtù e l’opera del singolo di fronte ad una generalizzata situazione di decadenza, come in questo caso, risaputa.

      Se il tuo congiunto è un Uomo eccezionale, lo sarà nel suo intimo, nel suo privato e, ovviamente, nel suo lavoro. Ma troppo spesso la Società è il nido dentro cui si nascondono elementi che si può ben definire "anti-sociali" perchè con i loro comportamenti nuocciono, gravemente, alla Società come organismo che vive solo per la solidarietà dei suoi membri uni con gli altri.

      Inutile dirle, come le saprà, che ci sono molti buoni Uomini e Donne, ma molti, molti di pù farabutti e filibustieri.

      Si tenga stretta il suo Orgoglio per chi le sta accanto e grazie per la sua difesa accorata di chi si comporta con Onore. E’ una difesa che prendo anche per me e che serve anche a chi, come me appunto, cerca di far allo stesso modo e non smetterà di seguire e far conoscere vigili urbani o capitani d’industria che vivono alle spalle della Società Umana.

      Grazie

      Maurizio

  • Di Enrico De Benedetti (---.---.---.242) 6 febbraio 2009 01:55

    Salve!

    Premetto che non sono di parte come lo possa essere stato il "vigile incazzato" o "la signora Fabiana", ma ci sono un paio di cose che sembra nessuno abbia notato...

    Io passeggio spesso in Corso Buenos Aires, adoro guardare le vetrine dei negozi di abbigliamento e ho l’abitudine di bere un caffè in un noto bar del luogo di cui non scrivo il nome per ovvie ragioni.
    Ormai sono abituato a vedere i vigili correre spesso dietro i Senegalesi per sequestrare la merce contraffatta, multare le auto in doppia fila (con tanto di lamentele da parte dei conducenti che si sentono autorizzati a farlo per la mancanza di posti), intervenire in situazioni particolari che vanno oltre le mansioni che normalmente svolgono (come l’arresto di due ladruncoli al negozio "terranova" di qualche settimana fa), effettuare posti di blocco per gli autisti indisciplinati, regolare il traffico, ecc.

    Il punto è questo, pubblicare un articolo del genere in questo periodo che vede l’italia in un clima di "insicurezza" non fa altro che peggiorare le cose (e non mi riferisco solo all’immagine delle divise).
    Inoltre l’articolo è scritto in maniera quasi ironica, con parole che vanno al limite della calunnia (oserei dire con mancanza di professionalità giornalistica) e che non hanno un fondamento certo (lei ha seguito i due vigili per una giornata non per una settimana, mi spiego?).

    Questo mi fa sorgere un quesito spontaneo: Sarà lei l’ennesimo multato/danneggiato in qualche modo da costoro che cerca di riscattarsi in questo modo? Lascio agli altri l’ardua sentenza...

    • Di Maurizio, autore dell’articolo (---.---.---.221) 6 febbraio 2009 13:09

      Signor Enrico.

      Nessuna delle cose che lei ha detto corrisponde, per quanto mi riguarda, al vero.

      Non ho avute multe in c.so Buenos Aires; non ho seguito vigili per una settimana; non ho scritto per recondite vendette; peraltro non ho neanche visto vigili correre dietro a senegalesi o altre nazionalità.

      Dovendo usare il suo stesso tono, magari potrei dire che lei si difende, in qualche modo e per qualche ragione, un suo interesse.

      Ma, lei converrà, in questo modo non ne usciamo.

      Allora la cosa migliore non è fare il processo alle intenzioni e neanche ipotizzare cose che innescano dietrologie di tipico sapore italiano.

      Lasciamo parlare i fatti, che son quelli che lei ha letto e che ha visto in foto. E se il tono è ironico è perchè, seriamente parlando, avrei dovuto chiamare il 112 e denunciare il fatto. Cosa che potrebbe far anche lei in un caso del genere.

      Prima di concludere, volevo indicare tra le cose che lei ha detto e che non mi riguardano, anche la "mancanza di professionalità giornalistica". Lei ha letto, ha visto documenti e si è fatta una sua - giusta o sbagliata - idea. Il mio risultato è raggiunto.

      Grazie, Maurizio

  • Di FABIANA (---.---.---.245) 22 febbraio 2009 20:03

    Buona sera Gent.mo Maurizio,
    la presente non è per sminuire il suo operato.... anzi.....
    vorrei solo aiutarla a capire che, tutte le risposte contrarie al suo articolo di chi appartiene alla categoria, esprimono rabbia per una situazione ben più ampia e complessa del lavorare onestamente o meno.....
    il corpo della polizia locale purtroppo è sempre sottovalutato sminuito e troppo spesso criticato anche dall’alto.....
    anche quando ne "combinano una buona" scherzosamente parlando..... non gli viene riconosciuto nulla,
    da qui nasce il tono e la rabbia di chi risponde, e forse per alcuni soggetti di chi lo fa..........anche se il mezzo non giustifica il fine ovviamente!! mentre i disonesti taciono!!
    Grazie mille e grazie ancora

    cordiali saluti Fabiana

    • Di Maurizio (autore dell’articolo) (---.---.---.172) 23 febbraio 2009 20:07

      Gentile Fabiana,

      ho deciso di rispondere a tutte le e.mail legate a questo articolo, non per eccesso di protagonismo ma perchè ritengo ogni commento importantissimo e degno di attenzione.

      Una signora Fabiana aveva già commentato questo mio articolo. Non so se lei è la stessa o è il caso sempre in agguato.

      Che i commenti critici siano fatti da personale della Polizia Locale di Milano, per me va benissimo. Qualcuno di loro, in tal modo e leggendo Agoravox, avrà visto una documentazione concreta di quello di cui magari si parla nei corridoi dei comandi. E mai io ho pensato che gli stessi debbano immolarsi fino alla denuncia di colleghi scorretti e anti-sociali perchè il sistema li farebbe soffocare.

      Ritengo che la catena di comando sia creata ed esista per le diverse responsabilità. Se qualcuno dei capi sa di questi imboscati, così come di quelli che tengono per sé merce sequestrata, come di quelli che contrattano multe, come di quelli che marcano visita e fanno i falegnami; se qualcuno dei capi ha letto questo articolo, dovrebbe mettere il servizio di indagini interno al lavoro. Ma non lo farà nessuno perchè è questo un sistema che va bene a molti. E non ribadiamo ancora, per favore, che non tutti sono uguali.

      Ogni corporazione ha i suoi buoni e cattivi.

      Ciò che non è pensabile - per tutti i cittadini - è che queste persone debbano poter vivere in un sistema sociale, quale il nostro, che li protegge ed in cui loro, pirati e corsari, sguazzano a vele spiegate.

  • Di pasquino69 (---.---.---.135) 20 giugno 2009 11:23

    Il comportamento dei due agenti è sicuramente da biasimare. Com’è da biasimare il comportamento di tutti quei dipendenti, pubblici e privati, che utilizzano il tempo di lavoro per farsi gli affari propri. Non con una divisa indosso, sotto gli occhi di tutti, ma al riparo da sguardi indiscreti, nel fresco artificiale dei loro uffici. E a giudicare dal numero di enti ed aziende che recentemente si sono sentite in dovere di proibire l’uso di facebook in ufficio, questi dipendenti non sono poi così pochi.
    Sono invece infastidito da altri aspetti del suo articolo. 
    Innanzitutto, dalle notazioni di dubbio gusto sull’aspetto fisico e sulla postura poco "marziale" dei due operatori. Ma forse, con questo preveggente scatto di brunettismo ante litteram, anche lei ha inteso manifestare il desiderio di avere soltanto agenti di polizia atletici e palestrati.
    Ancor più molesto, però, è l’astio nei confronti della professione che emerge chiaramente dalle sue parole. Astio che giunge al punto da farle compiere contorsionismi logici davvero notevoli. I due agenti che si avvicinano ai venditori abusivi, pericolosi criminali secondo la sua fine ironia, sono la dismostrazione che la polizia locale spreca il suo tempo. Salvo poi sottolineare, tre righe più avanti, che gli stessi operatori si astengono dall’allontanare o sanzionare gli ambulanti (che, si deve presumere, nell’arco di un capoverso sono divenuti un problema da affrontare con il criterio della tolleranza zero.)
    I due agenti si spostano in una via trafficata e fanno delle multe? Cosa c’è di più semplice e di meno impegnativo in questa professione? Sarebbe agevole osservare che vi sono giornalisti che decidono di fare inchieste sulla mafia e sulla ’ndrangheta, mettendo a repentaglio la propria sicurezza personale. Ve ne sono altri che passano i loro pomeriggi a spiare due vigili. E che, con sovrano sprezzo del pericolo, nemmeno osano chiedere conto di un comportamento che ritengono addirittura penalmente rilevante. 
    D’altro canto, lei stesso ci rassicura esaurientemente sulla sua serenità d’animo, laddove afferma di non aver mai preso multe "in corso Buenos Aires" (sic!)
    Concludo con un invito. Provi per qualche giorno a seguire dei vigili per l’intero turno di lavoro - il tempo, mi par di capire, non le manca. E provi allora a scrivere un articolo su quello che ha visto.
    Cordialità. 

    • Di Maurizio (---.---.---.68) 20 giugno 2009 12:17

      RISPONDE MAURIZIO, autore dell’articolo.

      Non si dovrebbero fare "premesse" quando si fa un’inchiesta (piccola, banale e casuale come la mia), ma sento di farla: io ho davvero il massimo rispetto per gli agenti della Polizia Locale, per lunghi anni "fratelli minori" delle forze di polizia in genere ma che da tempo hanno raggiunto la "maggior età".

      Entrando nel merito del pezzo, vorrei sottolineare che il "comportamento marziale", da me non citato peraltro ma che richiama ad una idea di "comportamento esemplare", deve essere normale quando chi indossa una divisa o agisce in "funzione di", rappresenta non se stesso ma un’organizzazione, meglio ancora se pubblica. Io non conosco i due vigili, ma hanno rappresentato per me l’istituzione_polizia_locale. Se si dimostrano sciatti loro, di riflesso lo sembra l’intero corpo.

      Quanto poi ai "pericolosi criminali", tenga presente che i due si sono letteralmente proiettati verso i "vu cumprà" come per fare chissà quale blitz, mentre poi se ne sono tornati indietro. Converrà che, venendo a conoscenza di un’illegalita (quale la vendita senza licenza, di marchi contraffatti e di merce falsa) avrebbero dovuto portare a termine l’operazione. In Italia vige il principio della Obbligatorietà dell’Azione Penale. Se non se la sentivano, per qualunque motivo che non sto qui a discutere, non avrebbero dovuto comportarsi come sul set di "Rambo 6 la ri-vendetta" per poi farsi dire dai ragazzi di colore "Amigo, ma io cuì devo vendere o vuoi che vado a rubare"? e quindi sentirsi "dio in terra" per lasciarli fare.

      Se capisco il tratto stizzoso di molti interventi di commento a questo pezzo, probabilmente di vigili che fanno il loro lavoro, non capisco perchè invece non mi si dica: "Sa, è vero che ci sono tanti lavativi. Mi contatti che so dove farle trovare gli imboscati, gli scansafatiche, quelli che comprano al mercato e non pagano la frutta, quelli che sequestrano la merce e se la tengono a casa, quelli che prendono le mazzette, ecc ecc". Oppure lei è di quelli che pensano che i panni sporchi si lavano in famiglia?

      Ma sa, ormai, in Italia si sta capovolgendo quasi tutto: fa storia e notizia CHI LAVORA perchè la normalità è chi non lavora e si sta mangiando questa nostra società.

      Chiudo per i giornalisti. Ha ragione. Io perdo tempo e c’è chi viene ammazzato. Anche se, magari per fortuna visto che li ammazzano, sono proprio pochi, pochissimi quelli che fanno inchieste sulla mafia. Ma in molti viviano "con" la mafia. Se viene a Gela (Sicilia) la porto io in giro a capire cosa significa vivere dentro la mafiosità, confrontarsi con la mafiosità dei potentati, con le cosche che non sono solo quelle dei grandi maxi-processi ma quelle che si annidano dentro i municipi, nelle municipalizzate, nella gestione privata della cosa pubblica. Le faccio vedere cosa significa vivere in un clima simile. Molto difficile. Come non potrebbe neanche sfiorare di capire se Lei vivesse e lavorasse, senza avere alternative e senza potersi allontanare, in zone, chessò, come Quarto Oggiaro o in certi aree limitrofe a via Padova o in zone di Sesto.

      Buon sincero lavoro, Maurizio

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