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Il disastro di Fukushima

Con questo articolo inizio a riportarvi i convegni che ho seguito per la testata L'Unità al Festival di Internazionale, tenutosi anche quest’anno (quinta edizione) a Ferrara. Sarà curiosamente un percorso a ritroso negli appuntamenti, per comodità dei miei appunti.

Il primo argomento è il Giappone: se n’è parlato domenica 2 ottobre con Pio d’Emilia, corrispondente da Tokyo per SkyTg24, Mishima Kenichi, docente di filosofia sociale e contemporanea all’Università di Keizai a Tokyo, e con la scrittrice Randy Taguchi, autrice fra gli altri libri di Presa Elettrica.

La crisi del Giappone, inondato non solo dalla crisi globale ma da un tragico tsunami che ha distrutto parte della costa, deriva soprattutto dall’inefficienza e dalla sciatteria con cui è stato sottovalutato il disastro della centrale atomica di Fukushima. C’è stata una crisi di governo, in una situazione economica comunque difficile per il terzo Paese più potente al mondo ma, nonostante un avvicendamento di leadership, il Partito Democratico giapponese mantiene ancora il potere.

Secondo Pio d’Emilia le responsabilità non sono da addossare al Presidente del Consiglio dimissionario Naoto Kano, che anzi aveva aperto all’interno del Partito Democratico giapponese una fase di trasparenza, ma alla TEPCO, la potente agenzia del nucleare che non ha seguito le minime regole di manutenzioni dell’impianto nel corso del tempo.

Lo tsunami sulla costa di Fukushima è stato debole rispetto ad altri luoghi e non ha sostanzialmente danneggiato la centrale: il tracollo è dovuto al terremoto del 6° grado, un terremoto che si potrebbe definire normale rispetto alle medie sismiche giapponesi. E’ mancata la comunicazione fra la Tepco e il Governo, gli interventi immediati sono stati improntati dalla totale inefficenza (prolunghe troppo corte, 6 ore di attesa prima di dare il via allo sfiato d’emergenza per il raffreddamento della centrale).

Il professor Kenichi ricorda come la Tepco avesse allora distratto l’intera stampa invitandola a un incontro internazionale a Pechino, lasciando nell’indeterminatezza più totale l’Opinione Pubblica. Rispetto a d’Emilia, Kenichi è molto critico nei confronti del Partito Democratico Giapponese e afferma che esiste una sorta di aristocrazia che detiene il potere ed emargina gli esperti dalle discussioni fondamentali del Paese.

La Tepco sta tentando di influenzare l’opinione pubblica: sono intervenuti con uno stanziamento di un miliardo di euro in pubblicità, e anche in fase processuale esistono conflitti di interesse fra l’accusa e la stessa Tepco. Taguchi ricorda che questa è la quinta contaminazione nucleare in Giappone e le enumera:

  1. Hiroshima
  2. Nagasaky
  3. Bikini, dove gli esperimenti nucleari coinvolsero una nave che ospitava passeggeri giapponesi e compromise la zona giapponese della pesca dei tonni (cibo fondamentale della cucina nipponica)
  4. L’incidente alla centrale di Tokaimura nel 1999
  5. Fukushima
Taguchy ricostruisce come storicamente si è arrivati all’utilizzo del nucleare in Giappone. Dopo la Seconda Guerra Mondiale il Giappone, stretto fra le due superpotenze sovietiche e statunitensi, fu sconvolto dall’incidente di Bikini, e l’Unione Sovietica ne approfittò per avvicinare il Paese all’ideologia comunista antistatunitense. Gli Usa inviarono commissioni sul posto per propagandare la convenienza dell’installazione di centrali nucleari, spostando la discussione dall’ambito scientifico a quello ideologico: chi era contrario all’innovazione era vicino alle posizioni comuniste sovietiche.
 
Questa impostazione ideologica, sostiene Taguchy, ha fortemente influenzato le scelte, e anche oggi ogni sentimento antinucleare viene bollato come comunista.
 
La situazione oggi: per d’Emilia il dibattito è fermo, Tokyo e Osaka sostanzialmente si disinteressano della periferia, come d’altronde i media, ad eccezione dei blog e delle web tv. Taguchi riporta anche il grave danno sociale che le persone contaminate devono soffrire: nessuno sposa gli uomini e le donne delle zone contaminate, ormai diventati una sorta di “paria” delle radiazioni.
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Sandro kensan (---.---.---.144) 19 ottobre 2011 14:25
    Sandro kensan

    Molto interessante, un piccola affresco di una realtà molto lontana dall’Italia soprattutto culturalmente.

  • Di Federico Mascagni (---.---.---.11) 19 ottobre 2011 16:28
    Federico Mascagni

    Grazie, anche se il dibattito sul nucleare è di stretta attualità soprattutto per noi italiani, e l’impressione che ho avuto in alcuni momenti del dibattito è che si volesse lanciare dal palco un monito riguardo responsabilità e rischi dei monopolii energetici nucleari

  • Di Deandrade (---.---.---.170) 19 ottobre 2011 22:38

    Interessante. Ho però una curiosità: chi ha afermato definitivamente che è stato il terremoto a danneggiare l’impianto? Nelle conferenze a cui ho potuto assistere ed i documenti che ho visionato indicavano lo tsnuami come praticamente unica causa dell’incidente (attraverso la distruzione di alcuni impianti ausiliari che, a mio modo di vedere, per un errore di progettazione si trovavano ad una quota troppo bassa rispetto al livello del mare).
    Infine, volevo solo precisare che, per quanto sapevo io, il terremoto era di 9° grado della scala Richter.

  • Di Federico Mascagni (---.---.---.187) 20 ottobre 2011 08:30
    Federico Mascagni

    A dichiararlo è Pio d’Emilia, corrispondente di Sky. Durante l’incontro sostenne che potrebbe in teoria essere stato anche lo tsunami (ha confermato che le barriere erano troppo basse), ma la sostanza è che le strutture erano assolutamente inadeguate a reggere quelle catastrofi naturali che sono da mettere in conto in Giappone. Per quanto riguarda il terremoto va’ distinto l’epicentro con Fukushima, dove è stato registrato solo il 6° grado. 

  • Di paolo (---.---.---.174) 22 ottobre 2011 11:06

    Tra le varie inesattezze scientifiche ,sulle quali anche Pio D’Emilia ha bellamente sguazzato,c’è stata quella che il terremoto giapponesse avesse rilasciato energia centinaia di volte superiore a quello che ha sconvolto l’Aquila . Ci sono variabili di cui bisogna tenere conto . L’epicentro all’Aquila era al di sotto e profondo alcuni km mentre a Fukushima era distante 80Km ,l’Aquila , come tutte città apenniniche ,è costruita su strati geologici di detriti prodotti dai dilavamenti montani . L’effetto risultante è stato che l’energia elastica rilasciata a L’Aquila è stata amplificata da effetti di risonannza del suolo . Aggiungi poi che l’Aquila ha un abitato millenario .
    Questo per dire che non conta il valore assoluto dell’energia rilasciata(terremoto+ tsunami ) e il relativo grado sismico ma l’energia "puntuale" liberata .
    Infine dire che lo tsunami era di normale amministrazione mi sembra completamente sbagliato .

    Rimane condivisibile la denuncia della Tepco che è la vera (e forse unica ) responsabile del disastro per errori ,sottovalutazioni e colpevoli speculazioni di puro profitto . E fa piacere che adesso anche il buon Pio D’Emilia ne prenda atto ,.Alla buon’ora !.

    ciao

    • Di Federico Mascagni (---.---.---.60) 26 ottobre 2011 10:38
      Federico Mascagni

      Non c’è stato nessun paragone fra il terremoto dell’Aquila e quello di Fukushima. Pio d’Emilia ha fatto notare che il sisma a Fukushima era assolutamente nella norma della sismicità giapponese, quindi questo dimostrerebbe che erano le strutture ad essere mal costruite. Nell’articolo non è indicato che lo tsunami era di normale amministrazione.

  • Di paolo (---.---.---.174) 22 ottobre 2011 11:07

    con due "p" ,maledetta fretta.

  • Di (---.---.---.69) 23 ottobre 2011 10:21

    Aristocrazia di partito in Giappone? Lì ci sono associazioni mafiose e paramafiose... dentro e fuori al partito... altrimenti il Giappone non si sarebbe trasformato nel fantasma di se stesso..

    Oramai le migliori innovazioni tecnologiche asiatiche sono fatte in Corea del Sud... E le produzioni elettroniche più a buon mercato le fanno in Cina a Taiwan e in altri paesi

    Bye Bye Giappone

  • Di Federico Mascagni (---.---.---.60) 26 ottobre 2011 10:46
    Federico Mascagni

    Durante l’incontro infatti è stato accennato anche il momento di grave crisi economica che investe anche il Giappone.

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