• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Il centralismo democratico italiano

Il centralismo democratico italiano

Il centralismo democratico è il sistema di governo di un paese autoritario o il sistema di gestione di un partito che affida al leader o ad una ristretta nomenclatura la programmazione di tutte le attività politiche economiche e sociali, a cui tutti i cittadini o gli appartenenti a quel partito debbono attenersi o obbedire ciecamente. E guai a dissentire o ribellarsi. Si viene emarginati, espulsi col marchio di traditori.

Era il sistema del vecchio PCI, ma non è scomparso dal panorama politico italiano. Anzi rivive in quei partiti e partitini italiani, nati con Tangentopoli dopo la scomparsa delle tradizionali formazioni politiche del dopoguerra, quali la DC, il PSI, il PLI, il PRI, il PSDI e lo stesso PCI.

La Lega, il Pdl, l’Idv, Fli e lo stesso Partito radicale sono partiti vecchi o nuovi di stampo leaderistico, in cui la dialettica politico-democratica è spesso una finzione. In essi la guida e l’ultima parola su tutto spettano al capo. Mentre agli altri non resta, come alle Camere durante il Primo Consolato napoleonico, che discutere senza votare o votare senza discutere.

Bossi è il deus ex machina della Lega e guai a contraddirlo. Ne sanno qualcosa i dissenzienti della Lega come l’ex sindaco di Milano Formentini o l’ex ministro Gnutti.

Berlusconi, capo dei capi, mammasantissima, attore, clown, padreterno, megalomane non potrebbe mai ammettere dissensi. L’hanno sperimentato i fondatori di Forza Italia, liberali messi da parte, e i dissidenti di AN, espulsi e attaccati con tutti i mezzi, degni di un regime staliniano.

Di Pietro, gran predicatore e moralista, ha accentrato la gestione del partito nelle sue mani e dei suoi familiari o sodali e non lascia spazio a nessun altro adepto della setta.

Pannella, pur essendo nell’intimo un sincero radical-liberale, nella realtà quotidiana della politica, condizionato dal carattere fortemente egocentrico, in pratica non ammette aperto dissenso ed ha espulso o costretto ad emigrare più di un rappresentante, anche importante, del suo partito.

Fini, infine, alla luce degli avvenimenti di questI ultimi giorni o addirittura ore, mi sembra aver conservato l’anima del fascistello del MSI. Mi dispiace per lui, ma ha deluso non solo alcuni di quelli che lo avevano seguito, forse anche per ambizione di emergere, ma pure quelli che lo avevano appoggiato sul piano culturale ed organizzativo, nella speranza di vedere realizzarsi il progetto di una destra liberal-conservatrice ed europea, ma non populista. Penso che l’abbiano tradito il suo carattere autoritario e le tensioni sopportate nelle ultime vicissitudini politico-parlamentari degli ultimi mesi. A questo punto il suo progetto sembra aver il respiro corto.

Questo panorama sconsolante, ironicamente mi fa esclamare: “arridateci la vecchia balena bianca, la DC, che almeno sapeva mediare su tutto e non espulse o scomunicò mai nessuno, neppure gli avversari ".

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares