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Il cavaliere oscuro ritorna: è l’ultimo input all’emigrazione?

Ha sciolto la riserva, si candiderà sicuramente, è pronto a far debuttare la “Nuova Forza Italia”, provoca la caduta di Monti. E potrebbe rivincere le elezioni. Ma dal web una voce si alza “Se rivince, emigro!”

Facciamocene una ragione: Berlusconi non è intenzionato a far calare il sipario sulla sua indegna carriera politica, e si ripropone di gran carriera come l’unica speranza per la nazione, bistrattata dai banchieri e sbeffeggiata dall’Europa dei potenti.

Silvio è immortale, più di Batman, più del Corvo. Ha sconfessato un partito di zombie, pronto ad organizzare le “primarie” per scalzare dal posto di comando il patron del centrodestra italiano. Ma quel giorno fatidico, il sedici dicembre, non sarà certo ricordato per l’esercizio di democrazia da parte dei berluschini.

E si erge a difensore della cultura liberale in Italia: il padrino del PdL, leader di un manipolo di vamp svampite e viscidi generaletti. I bontemponi si sfogano sul Photoshop, la Meloni diventa “Senza primarie”. Alfano, invece, è ormai lo zimbello della politica italiana: In molti si saranno chiesti cosa ci sia andato a fare al Quirinale, qualche giorno addietro. Forse, a prendere un caffè: dubitiamo che una politica seria possa prendere anche solo in lontanissima considerazione l’idea di consultare un Angelino Alfano. Politicamente finito, ammesso di volergli riconoscere un inizio.

Berlusconi non è mai rimasto solo: ha sempre, alle spalle, orde di incapaci schiavi della poltrona, consapevoli che la loro unica possibilità di rielezione è riposta nelle ricette alchemiche del giocoliere di Arcore, non potendo contare su un consenso elettorale proprio né su occulte capacità che li rendano indispensabili.

Dopo lo smacco delle primarie sono già in tanti ad aver dato segni di insofferenza: Crosetto, l’ultimo galantuomo della destra italiana, prenderà probabilmente altre strade perché ha poco che condividere con un movimento che vive ormai in perenne emergenza elettorale, senza uno straccio di programma che possa rallentare la corsa di Bersani a palazzo Chigi.

Probabile una spaccatura, che metterà la parola fine all’esperienza politica contenutisticamente più vuota degli ultimi cinquantanni: da una parte Berlusconi e i fedelissimi, dall’altra un gruppo di ex AN che pretendeva di far le scarpe al vecchio, dopo averlo sostenuto nel momento in cui bisognava liberarsi di Fini.

Intanto gli orfani delle primarie raccolgono i cocci: agli ex AN dell’ala Rampelli (quelli che sostengono la Meloni, per intenderci) non riesce il colpo gobbo di arraffare la leadership del PdL, come all’epoca non riuscì la presa di AN. La loro ultima spiaggia si chiama “necessità di rinnovamento”, senza accorgersi che proprio la Meloni, col suo ministero e gli enti ad esso collegati, sono già stati “classe dirigente” complice del disastro Berlusconi.

A ragion di logica non c’è un solo motivo per cui si possa pensare di dover ripartire dagli stessi che hanno avuto ruoli di governo e che, nell’ultimo anno, hanno votato provvedimenti impopolari quali la fiducia al governo Monti, la riforma Fornero, l’acquisto di aerei da guerra, l’anticipo dell’introduzione dell’IMU all’anno in corso, di fatto disposta dal decreto legislativo 23/11, anche se al governo Monti va riconosciuto il merito di averla estesa alla prima abitazione.

Intanto si scommette già sui proclami del Cavaliere Oscuro: cosa ci attende? Forse un contromessaggio a reti (mediaset) unificate, per riempire il vuoto televisivo di tutti coloro i quali si preparano a boicottare Napolitano? O magari un rassicurante augurio di Natale, con tanto di bandiera italiana, caminetto acceso, filtri cross screen agli obiettivi e proclami inneggianti alla speranza da ritrovare e alla fiducia nel nuovo miracolo italiano?

Purtroppo lo scenario è possibile, perché l’unica carta che il cavaliere può giocare nelle prossime comparsate televisive è proprio quella del populismo e della demagogia. Per affrontare le prossime settimane di propaganda berluschina ci siamo già dotati di una serie di argomenti “a contrario”, da opporre senza tregua a chi chiederà di credere nuovamente al miracolo italiano: abbiamo già detto che grazie a Berlusconi abbiamo un centrodestra che ha sostenuto il governo Monti (52 fiducie), ha reintrodotto l’IMU, distrutto il mercato del lavoro e la vita dei pensionati (riforma Fornero), e comprato aerei da guerra anziché investire sul sociale. E adesso volete farci credere di aver fatto cadere il governo Monti per senso di responsabilità? Complici, hashtag #andateacagare. Scusate la volgarità.

E intanto su Facebook, Twitter e sul web in genere è un’esplosione di commenti sarcastici: “Se rivince Berlusconi sono pronto ad emigrare!”, dicono gli italiani.

Vuoi vedere che in fondo, Berlusconi, è l’unica speranza? Sì, l’unica per tutti coloro i quali in questi anni non hanno voluto abbandonare l’Italia che affonda, confidando nella ripresa. Ma adesso basta. In molti hanno già i biglietti in tasca.

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