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Il boia, il cappio, l’osso del collo

Viviamo in quello che viene o meglio, veniva definito "il paese di Bengodi". Oggi siamo davanti al suicidio costante di imprenditori ridotti sul lastrico e di pensionati e padri di famiglia che debbono fare i conti con la fame, loro e dei loro cari.
Altro che Bengodi, sopportare questo silenti significa essere un Paese morto e se questo può essere concepibile per la stampa di regime (che vive di contributi pubblici, non dimentichiamo), lasciare che sia così con indifferenza, menefreghismo o rassegnazione da parte dei Cittadini significa complicità o resa... Entrambi i fattori vanno combattuti.
 
Il Boia si presenta in TV e sui giornali raccontandoci di un Paese in ripresa, anzi in salute, che la crisi si è dissolta e che presto torneremo sereni, ricchi e felici tutti quanti, come prima, più di prima.
 
Eppure oggi portare a casa un reddito necessario alla sopravvivenza è semplice come partecipare alla Parigi-Dakar e chi ancora dispone di un emolumento vede diminuire il proprio potere di acquisto, se non, a volte, la diminuzione dell' "obolo" stesso.
 
Guardare al futuro pensando alla propria pensione è paragonabile ogni giorno di più ad un film di fantascienza malgrado il fatto che le contribuzioni si gonfino sempre più, gli istituti creditori attanagliano le "vittime", le imprese chiudono le saracinesche ad un ritmo forsennato e migliaia di persone si ritrovano "a piedi" e senza reddito, in balia di creditori e delle necessità della sussistenza.
 
In questi ultimi mesi abbiamo avuto un rigonfiamento fiscale pauroso, forse più elevato di quanto si è visto in un quarto di secolo: carburanti ed energie salgono di prezzo vortiginosamente (e non certo per cause di approvigionamento); ogni bene primario (ma anche secondario), ogni servizio, ogni necessità vede gonfiare il proprio prezzo già oggi, aspettando la prossima IVA omicida.
 
L'IMU sta per regalare nuove vittime ad Equitalia, la quale non aspettava altro che nuovo sangue fresco da succhiare.
 
Per salvare i "diritti" dei soliti noti e del loro entourage i cittadini si ritrovano con sempre meno reddito e meno denaro nelle mani nel bel mezzo di una situazione che richiede un rapporto diametralmente inverso.
 
Questa situazione è insostenibile per le persone oneste, non si può continuare a fingere che tutto vada bene davanti a gente che comincia a morire per fame e per orgoglio: è ora di scegliere tra lo status di schiavo e quello di uomo, tirare fuori la dignità... Le "palle"!
 
Queste prossime elezioni amministrative sono l'ultimo segnale politico che si possa lanciare prima del tracollo: trovate il modo di mandarlo, con un voto ad una Lista Civica, se ne avete davanti in cabina elettorale, o disertandole urne in caso avverso.
 
Poi temo che la politica servirà a poco: davanti alla fame la storia ha sempre fatto il suo corso.
 
Il boia ha davanti a sé la corda, la vittima, il popolo... A voi capire chi impedisce al cappio di spezzare l'osso del collo.
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